Il Rondeau à la Mazur fu pubblicato inzialmente nel 1826 senza numero d'opus; successivamente nel 1836 venne ripubblicato come opera 5 e giudicato da Schumann come un lavoro «molto indicativo della personalità di Chopin». Il brano è nella tonalità di fa maggiore ed è costruito su due temi (Vivace - Tranquillamente e cantabile) in cui giocano elementi del folclore polacco e della musica colta, rielaborati dal musicista con originalità di linguaggio. La scrittura pianistica è improntata ad un virtuosismo brillante e vive soprattutto in funzione del modo con cui viene realizzata dall'esecutore: non per nulla ad un certo punto Chopin indica nella didascalia le parole «lusingando e leggero», quasi a voler sottolineare meglio il timbro espressivo da imprimere al discorso sonoro. Il Rondò è dedicato a mademoiselle la contessa Alexandrine de Moriolles.
Se con la Barcarola siamo nell'ultima fase della produzione chopiniana, con il Rondò alla mazurca op. 5 risaliamo a quella giovanile di Varsavia. Ad un rondò, scritto negli anni di apprendistato, era toccato l'onore di aprire il catalogo del compositóre, come op. 1. Quasi contemporaneamente Chopin, senza catalogarle, aveva scritto alcune mazurche esercitandosi così in una danza popolare tipica del suo paese. L'op. 5 tenta una fusione di questa danza popolare con le forme classiche del rondò, ma l'origine popolare è sempre molto avvertibile, sia nello sviluppo, sia nel materiale tematico. Tipico, ad esempio, della musica popolare polacca è l'intervallo di quarta lidia presente nel primo tema. Pubblicata a Varsavia nel 1828, l'op. 5 fu tra le composizioni che Chopin portò con sé a Parigi per presentarsi al gran mondo musicale europeo, ed a Parigi il rondò dovette piacere se se ne fece subito una nuova edizione.
Bruno Cagli