Quattro mazurche per pianoforte, op. 33


Musica: Fryderyk Chopin (1810 - 1849)
  1. sol diesis minore: Lento
  2. do maggiore: Semplice
  3. re maggiore: Vivace
  4. si minore: Mesto
Organico: pianoforte
Composizione: 1837 - 1838
Edizione: Schlesinger, Parigi, 1838
Dedica: contessa Rose Mostowska
Guida all'ascolto (nota 1)

«Supponete che un organista di campagna venga in una città musicale per farvi delle spese artistiche; gli vengono presentate le ultime novità, ma egli non vuol saperne; infine un commesso scaltro gli passa una sonata: - ecco - dice entusiasta - questo è per me, ecco un pezzo del buon tempo antico - e la compra, è sua. Giunto a casa si getta sul pezzo; ma mi sbaglierei di molto, se egli, ancor prima di aver decifrata faticosamente la prima pagina, non scongiura tutti i santi spiriti della musica e non dice che non è certo stile di sonata, ma piuttosto di sacrilegio». Così Schumann descrisse Chopin sulla «Neue Zeitschrift für Musik». E' probabile che la tendenza di Chopin al sacrilegio, attorno al 1830, risultasse proprio dalla sua matrice etnica, e non soltanto dalle libertà nei riguardi della forma sonata. Per un musicista tedesco, immerso nella continuità storica della propria arte, i germi dirompenti del futuro nazionalismo musicale facevano violenza all'organista di campagna, e non soltanto a quello. Di questa tendenza le 57 mazurche conservano i tratti più salienti. Da Parigi Chopin rammemora in queste danze la campagna polacca e la sua infanzia, e gran parte di esse conservano per l'interprete i misteri di una cultura estranea. Le quattro mazurche op. 33 furono edite nel 1838. La seconda, in re maggiore, è fra quelle che si accostano maggiormente alla Mazur, una danza nazionale che prende il nome dai Mazuri, gli abitanti del Mazowsze, una regione della Polonia del nord. Tipico di questa danza è lo spostamento dell'accento forte dal primo al terzo quarto della battuta, che Chopin adotta lungo tutto il pezzo.

Gioacchino Lanza Tomasi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 5 maggio 1976


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Ultimo aggiornamento 19 novembre 2015