Polacca in fa diesis minore per pianoforte, op. 44


Musica: Fryderyk Chopin (1810 - 1849)
Organico: pianoforte
Composizione: 1841
Edizione: Schlesinger, Parigi, 1841
Dedica: principessa de Beauvau
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Pubblicata nel 1841, questa Polacca sollevò gli entusiasmi di Huneker, di Liszt e di mille altri. Si tratta di una pagina arditamente concepita e realizzata: Il tema della Polacca sgorga da un gruppo di suoni insistenti affermandosi arditamente, con un tono drammatico che rivela subito la personalità chopiniana.

«L'originalità di quest'opera possente» osserva Jaohimecki «non è determinata soltanto dalla forma divisa in quattro parti, delle quali ciascuna comprende numerosi settori, (...), ma dalla logica incomparàbile che assicura, il legame fra le proposte tematiche e l'audace cangiabilità del gioco armonico».

Domenico De' Paoli

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

La Polacca in fa diesis minore è un'opera sperimentale che nasce nel 1841, anno in cui Chopin andava ricercando per le sue composizioni nuove soluzioni formali che raggiungeranno la loro espressione più alta nella Fantasia in fa minore op. 49. Per un musicista dotato di un così «eccelso senso della forma» (davvero Nietzsche ha compreso quello che a tanti paludati esegeti è sempre sfuggito) un simile fermento non poteva passare inosservato: per questo nella lettera in cui informava l'amico Fontana di voler proporre all'editore viennese Mechetti questa Polacca, quasi faticando a riconoscerla come tale, la definisce «una sorta di Polacca che è piuttosto una Fantasia»; già il giorno dopo, però, nello scrivere a Mechetti, aveva invertito i termini della questione: «è una specie di Fantasia in forma di Polacca che chiamerò Polacca», e come Polacca op. 44 infatti fu pubblicata nel novembre di quello stesso anno da Mechetti a Vienna e da Schlesinger a Parigi e nel gennaio del 1842 da Wessel a Londra, con dedica alla principessa di Beauveau. Le novità più evidenti che lasciavano perplesso Chopin fra quelle da lui introdotte nella Polacca in fa diesis minore erano l'aggiunta al modello base (introduzione-polacca-trio-polacca-coda) di una nuova parte collocata prima del Trio e l'utilizzo di una Mazurka come Trio (cosa che in realtà era già stata tentata una volta da Kurpinski). Annunciata da otto teatrali battute di introduzione, la Polacca (Moderato) si presenta drammatica e fieramente maestosa; dopo una settantina di battute, inizia una nuova sezione dal carattere ostinatamente ritmico, all'interno della quale ricompare per un attimo un tema della Polacca, seguita dall'ampio Trio (Doppio movimento), un delicato Tempo di mazurka dal tono malinconico. Alcune geniali battute di transizione portano alla ripresa della Polacca, in una forma più essenziale rispetto alla prima volta, e poi a una breve coda dove la Polacca va sommessamente spegnendosi fino al pianissimo, che viene interrotto bruscamente dall'improvviso fortissimo dell'accordo conclusivo.

Carlo Cavalletti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 22 marzo 1968
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 21 ottobre 1999


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Ultimo aggiornamento 12 aprile 2015