Scherzo n. 4 in mi maggiore per pianoforte, op. 54, BI 148, CI 200


Musica: Fryderyk Chopin (1810 - 1849)
Organico: pianoforte
Composizione: 1842
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1843
Dedica: Clotilde de Caramann
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

È interessante notare come, parallelamente all'evoluzione formale, con il passare degli anni Chopin vada modificando anche i contenuti espressivi dei suoi Scherzi: i «fulmini» e l'urlo del Primo Scherzo e il «ciclo d'inchiostro» e i «lampi da fine del mondo» del Secondo hanno qui lasciato il posto a un dolore non meno intenso ma vissuto con estrema nobiltà. E questa evoluzione compie un balzo da lasciare storditi con il passaggio allo Scherzo n. 4 in mi minore op. 54 [mi maggiore n.d.r.] , composto nel 1842. Qui non c'è traccia alcuna di dolore e di senso epico e ci troviamo di fronte a una pagina luminosissima e traslucida, dalla leggerezza quasi smaterializzata, in cui la ricerca di Chopin non è tanto sul piano formale, quanto su quello timbrico, cosa che accomuna questo brano ad altri capolavori degli anni Quaranta. Opera fascinosissima e geniale, il Quarto Scherzo fu pubblicato nel 1843 a Lipsia da Breitkopf & Härtel e a Parigi da Schlesinger e nel 1845 a Londra da Wessel; l'autografo e l'edizione tedesca sono dedicati a Jeanne de Caraman, quella francese a sua sorella Clotilde, entrambe allieve di Chopin. Capolavoro fra i più alti in assoluto nella produzione chopiniana, proiettato decisamente verso il futuro, lo Scherzo in mi minore [mi maggiore n.d.r.] è paradossalmente il meno noto ed eseguito dei quattro.

Carlo Cavalletti


Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il Quarto Scherzo fu composto agli inizi degli anni quaranta. Accolto freddamente dalla critica, rispetto alla strepitosa fortuna degli altri tre, se ne distingue per il carattere pacato, alieno da violenze visionarie. E' una composizione di poche note e molti silenzi, una costruzione per cenni e melodie sospese a mezz'aria che anticipa i modi francesi del nuovo secolo, come si incontreranno nel primo libro dai preludi di Debussy.

Gioacchino Lanza Tomasi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 10 marzo 2000
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 30 aprile 1975


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Ultimo aggiornamento 16 ottobre 2015