Il Capriccio in la maggiore op. 34 n. 3 di Muzio Clementi. Le numerose indicazioni di movimento suggeriscono flessibilità esecutiva e scandiscono sezioni varie e articolate che rivelano una struttura volutamente insolita. La maestosa apertura contrasta con la volatilità delle veloci figurazioni seguenti, ma pone solide basi per l'inventiva tematica a partire dal semplice arpeggio dell'accordo di tonica di la. Colpisce la ridondanza di gesti musicali, spesso sproporzionata rispetto all'evento che preparano: energia apparentemente dispersa. Notiamo la sezione di ribattuti incalzanti, l'Allegro con le dolenti figurazioni «sospiranti», l'espansione melodica al basso che si smarrisce, la ripresa in eco dell'incipit iniziate prima della coda, con ricorrente carattere di irresolutezza.
Ruggero Laganà