Tre poemi

per soprano e orchestra da camera

Musica: Luigi Dallapiccola (1904 - 1975)
  1. Per un fiore dato alla mia bambina - Lento; vaghissimo
    Testo: Eugenio Montale da James Joyce
  2. Chiunche nasce a morte arriva - Grave
    Testo: Michelangelo Buonarroti il giovane
  3. Figlio per riposar - Molto tranquillo
    Testo: Luigi Dallapiccola da Manuel Machado Ruiz
Organico: soprano, flauto, oboe, clarinetto piccolo, clarinetto, clarinetto basso (anche clarinetto 2), fagotto, corno, tromba, celesta, pianoforte, arpa, violino, violoncello, contrabbasso
Composizione: 1949
Prima esecuzione: Trieste, Teatro Verdi, 13 marzo 1950
Edizione: Ars Viva, Zurigo, 1949
Dedica: Arnold Shönberg per i suoi sessantacinque anni
Guida all'ascolto (nota 1)

I Tre Poemi di Luigi Dallapiccola, composti a Venezia nel settembre 1949, si ricollegano strettamente, come clima espressivo, ai precedenti lavori, particolarmente alle Liriche di Machado di un anno prima con le quali, anzi, esistono analogie nei riguardi della struttura della serie dodecafonica. A proposito della quale è da ricordare che i Tre Poemi per una voce e orchestra portano il sottotitolo: Variazioni sopra una serie di dodici note, serie che viene esposta dal canto all'apertura del primo Poema in corrispondenze delle parole «Gracile rosa bianca e frali dita». Il testo di questo primo Poema è la versione italiana di Eugenio Montale di «Per un fiore dato alla mia bambina» da Pomes Penyeach di James Joyce. «Il senso di fragilità e di estrema delicatezza della poesia», annota Roman Vlad, «è reso musicalmente con felice, sottilissimo giuoco timbrico. Dallapiccola non disdegna di rendere esplicito, a volte, anche l'immediato significato immaginifico delle parole, come ad esempio nel passo dove un glissando dell'arpa colorisce il sinuoso arabesco del canto sulla parola onda».

Il secondo Poema, sui celebri versi di Michelangelo «Chiunque nasce a morte arriva...», il più elaborato dei tre, disegna un'ampia arcata che da suoni e timbri scuri, gravi, talvolta alla soglia del percettibile, ascende gradualmente al prorompente fortissimo del grido dei morti ai vivi «Come voi uomini fummo, lieti e tristi come siete...»; per poi declinare e perdersi lentamente in suoni di nuovo «senza luce», «senza colore», «pallidi» o «misteriosi» oppure «come un soffio» quali li indica esplicitamente la partitura, come tutte quelle di Dallapiccola prodiga d'attenzioni e di intenzioni. Anche nel Molto tranquillo dell'ultimo Poema domina il senso della morte; ma senza insurrezioni o invettive. L'ineluttabile è accettato, e si trasfonde in suoni di assorta dolcezza. Il testo, brevissimo, è tratto dall'Ars Moriendi di Manuel Machado («Figlio, per riposar...»).

I Tre Poemi sono dedicati ad Arnold Schoenberg per il suo settantacinquesimo compleanno. Oltre la voce di soprano, vi figurano praticamente tutti gli strumentini (tranne il corno inglese), un corno, una tromba, i quattro archi, celesta e arpa.

Giorgio Graziosi

Testo

n. 1 Per un fiore dato alla mia bambina

Gracile rosa bianca e frali dita
di chi l'offerse, di lei
che ha l'anima più pallida e appassita
dell'onda scialba del tempo.

Fragile e bella come rosa, e ancora
più fragile la strana meraviglia
che veli ne' tuoi occhi, o mia azzurro-
venata figlia.

n. 2 Chiunche nasce a morte arriva

Chiunche nasce a morte arriva
nel fuggir del tempo, e 'l sole
niuna cosa lascia viva.
Manca il dolce e quel che dole
e gl' ingegni e le parole
e le nostre antiche prole
al sole ombre, al vento un fumo.
Come voi uomini fumo,
lieti e tristi come siete;
e or siam, come vedete,
terra al sol, di vita priva.
Ogni cosa a morte arriva.

Già fur gli occhi nostri interi
con la luce in ogni speco;
or son voti, orrendi e neri,
e ciò porta il tempo seco.

n. 3 Figlio per riposar

«- Figlio, per riposar,
Dormir.
Non pensar.
Non sentir.
Non sognar.
- Madre, per riposar,
Morir».
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 4 aprile 1963


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Ultimo aggiornamento 16 luglio 2016