Danses per arpa cromatica e orchestra d'archi, L 113


Musica: Claude Debussy (1862 - 1918)
  1. Danse sacrée - Très modéré (fa maggiore)
  2. Danse profane - Modéré (re maggiore)
Organico: arpa, archi
Composizione: Aprile - Maggio 1904
Prima esecuzione: Parigi, Théâtre Municipal du Châtelet, 6 Settembre 1904
Edizione: Durand, Parigi, 1904
Dedica: Gustave Lyon
Guida all'ascolto (nota 1)

Nell'estate del 1903 Debussy iniziò a comporre La mer, una fra le più complesse e ambiziose delle sue partiture sinfoniche, la cui gestazione avrebbe occupato l'autore per un lungo tempo. All'ombra di questo lavoro principale nacquero così vari brani più dimessi, fra i quali anche un'altra partitura orchestrale, le due Danses per arpa solista e orchestra d'archi. Debussy si accinse alla stesura delle Danses nell'aprile 1904, dietro sollecitazione della casa di strumenti Pleyel. In competizione con la casa Erard, che produceva l'arpa diatonica in uso ancora oggi, la Pleyel aveva lanciato sul mercato un nuovo modello di arpa, definito "cromatico" perché abbandonava il vecchio meccanismo del pedale in favore di una specifica corda per ogni semitono. La fortuna dell'arpa cromatica non fu, agli inizi, priva di consistenza, tanto che presso il Conservatorio di Bruxelles venne introdotta una cattedra per l'insegnamento di questo strumento; la composizione di Debussy fu concepita proprio in funzione del Concorso di questo istituto. Tuttavia l'arpa cromatica non riuscì ad imporsi, e le due Danses - praticamente l'unica partitura di rilievo dedicata allo strumento - vengono oggi eseguite sull'arpa diatonica, alla quale si adattano senza difficoltà.

Le vicende della nascita di questi brani presentano ai nostri occhi un aspetto in qualche modo anacronistico proiettando Debussy in quel mondo di sperimentazione organologica che certo apparteneva più ad epoche precedenti che a quella vissuta dall'autore. Confrontate con le ricerche spaziali, ricche di implicazioni simboliste, dei coevi brani sinfonici, Danse sacrée et Danse profane mostrano un altro aspetto del compositore, quello dell'ascetismo arcaizzante. In una lettera inviata a Manuel de Falla (13 gennaio 1907) Debussy considerava «il colore delle due danze [...] molto spiccato» e parlava della «magia della "gravita" della prima» e della «"grazia", della seconda». La particolare combinazione timbrica fra l'arpa e l'orchestra d'archi è un elemento peculiare delle Danses, a cui si aggiunge la scelta di modi arcaici (dorico e lidio) per ciascuna di esse. La Danse sacrée - tripartita, con una sezione centrale più animata - è basata su un pezzo pianistico del compositore portoghese Francisco de Lacerda (1869-1934) e prelude alle rarefatte atmosfere di certe pagine pianistiche (...Danseuses de Delphes del 1910). La Danse profane, che succede senza soluzione di continuità, è anch'essa tripartita, con una breve ricapitolazione; più mossa e virtuosistica, lascia scorgere nel suo clima onirico l'influenza delle Gymnopédies di Satie, che Debussy aveva orchestrato nel 1897.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 27 febbraio 1993


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Ultimo aggiornamento 15 febbraio 2012