Images, terza serie per orchestra, L 118


Musica: Claude Debussy (1862 - 1918)
  1. Gigues - Modéré (la bemolle maggiore)
    Organico: 2 ottavini, 2 flauti, 2 oboi, oboe d'amore, corno inglese, 3 clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti, 4 corni, 4 trombe, piatti, celesta, 2 arpe, archi
    Composizione: Parigi, 10 Ottobre 1912
    Prima esecuzione: Parigi, Société Nationale de Musique, 26 Gennaio 1913
  2. Ibéria - Assez animé - dans un rythme alerte mais précis (sol maggiore)
    1. Par les rues et les chemins: Sevillana
    2. Les parfums de la nuit: Lent et rêveur
    3. Le matin d'un jour de fête (movimento legato al precedente)
    Organico: 3 flauti, ottavino, 2 oboi, corno inglese, 3 clarinetti, 3 fagotti, controfagotto, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, tamburello basco, castagnette, tamburo militare, piatti, 2 arpe, archi
    Composizione: Parigi, 25 Dicembre 1908
    Prima esecuzione: Parigi, Société Nationale de Musique, 20 Febbraio 1910
  3. Rondes du printemps - Modérément animé (si bemolle maggiore)
    Organico: 3 flauti, 2 oboi, corno inglese, 3 clarinetti, 3 fagotti, controfagotto, 4 corni, timpani, triangolo, tamburello, piatti, celesta, 2 arpe, archi
    Composizione: Parigi, 10 Maggio 1909
    Prima esecuzione: Parigi, Société Nationale de Musique, 2 Marzo 1910
Composizione: 1905 - 1912
Prima esecuzione completa: Parigi, Société Nationale de Musique, 26 Gennaio 1913
Edizione: Durand, Parigi, 1910 (Ibéria e Ronde) e 1913 (Gigues)
Dedica: Emma Debussy
Guida all'ascolto (nota 1)

Cosa intendeva Debussy con la parola «Images» data per titolo a questi tre pezzi ed anche, com'è noto, a due raccolte di brani pianistici? Dobbiamo forse pensare alla famosa definizione dell'impressionismo suggerita da Degas: «Guardare il modello dal buco della serratura» - oppure ripetere l'espressione di un noto critico d'arte: «Istantanea di un piccolo frammento del visibile»?

Ma forse per Debussy «immagine» derivava semplicemente da «immaginazione»: e ce lo dimostra la sua «Iberia» tutta immaginaria. Il musicista, si sa, non conosceva la Spagna se non dalle cartoline illustrate: eppure nella partitura si trova la più bella incarnazione musicale di quella terra: i colori, i ritmi, le melodie dal lirismo sensuale, l'atmosfera languida e appassionata, l'esuberanza di un paese inondato dal sole e di un popolo dal sangue caliente: tutto è evocato per pura magia musicale nelle tre parti del lavoro - Par les rues et par les chemins, in cui gli echi delle musiche dei villaggi si incrociano in un'atmosfera vibrante di luce -, Les parfums de la nuit, col fascino inebriante delle notti andaluse - , Le matin d'un jour de féte, con la gaiezza di un popolo in festa che cammina danzando sugli allegri accordi di guitarras e bandurrias.

Gigues - scritte dapprima per due pianoforti e poi orchestrate con la collaborazione di Caplet - recavano originariamente il titolo di Gigues tristes giustificato dalla presenza del tema nostalgico esposto dall'oboe d'amore, in contrasto con un secondo motivo vivacemente ritmato. L'emulazione che si stabilisce tra i due temi raggiunge un'esaltante frenesia con l'entrata finale delle trombe e del silofono. Come Iberia si ispira alla Spagna, così Gigues evocano il paesaggio scozzese, con accenni di motivi ipopolari.

Rondes de Printemps ha per epigrafe due versi di un ben noto «Maggio» toscano: Ben venga maggio e il gonfalon selvaggio! In questo brano - «la musica immateriale (dirà l'Autore) non può essere trattata come quella di una robusta sinfonia che cammina a quattro zampe (a volte a tre, ma fa lo stesso)» - tutte le risorse dell» ritmica e dell'armonia debussyana arricchiscono gli aspetti variati del tema principale, che riecheggia il motivo della canzone popolare «Nous n'irons plus au bois», già utilizzato nel pianistico «Jardins sous la pluie».

Composte in epoche differenti, le tre Images hanno in comune l'ispirazione folkloristica e il carattere danzante, che preannuncia la nascita dei balletti «Jeux» e «La boite à joujoux».


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 18 dicembre 1960


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Ultimo aggiornamento 15 maggio 2013