El sombrero de tres picos

Suite n. 1 dal balletto

Musica: Manuel de Falla (1876 - 1946)
  1. Introducción - Allegro ma non troppo
  2. La tarde - Allegretto
  3. Danza de la molinera (Fandango) - Allegro ma non troppo
  4. El corregidor
  5. Las uvas
Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi (2 anche corno inglese), 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, piatti, glockenspiel, arpa, pianoforte, archi
Composizione: 1919 - 1921
Edizione: J. & W. Chester, Londra, 1921
Guida all'ascolto (nota 1)

Sono ¡ ritmi e le melodie che evocano la Spagna a colpire immediatamente l'ascoltatore della musica di Manuel de Falla, ma l'attenzione non deve limitarsi a questi aspetti, perché il compositore di Cadice prese sì spunto dalle tradizioni musicali spagnole, sia colte che popolari, ma si confrontò continuamente con i più recenti sviluppi della musica contemporanea ed esplorò le possibilità d'una sintesi di nazionale e universale, in contrasto con "la fedeltà senza autenticità" della musica spagnola (o spagnoleggiante) dell'epoca.

Per questa ragione, dopo gli studi con Felipe Pedrell - il fondatore della scuola nazionale spagnola - si trasferì per sette anni nella città più vivace e cosmopolita dell'epoca, Parigi. Lì strinse rapporti con Debussy, Dukas e Ravel e anche con Stravinskij, Casella e molti altri musicisti e artisti che da tutto il mondo convergevano nella capitale francese. Le esperienze parigine furono fondamentali per la sua formazione e ne fecero uno dei compositori più apprezzati per il prodigioso trattamento dell'orchestra e per le raffinate soluzioni armoniche.

El sombrero de tres picos (Il cappello a tre punte) è la dimostrazione dell'unione di nazionalismo e cosmopolitismo nell'arte di Falla, perché fu il risultato d'una collaborazione internazionale. Il compositore aveva lasciato Parigi da tre anni quando, nel 1917, scrisse per il Teatro de Arte di Madrid El corregidor y la molinera (Il magistrato e la mugnaia), una pantomima tratta da un racconto del 1874 di Pedro de Alarcon. Sergej Diaghilev, che da tempo stava insistendo con lui perché componesse qualcosa per i suoi Ballets Russes, si trovava in quei giorni a Madrid e lo convinse ad ampliare quella modesta pantomima e a strumentarla per grande orchestra, trasformandola in un vero balletto. Per portarlo in scena l'impresario radunò uno straordinario cast, affidando la coreografia e il ruolo protagonístico a Leonide Massine (che prese appositamente lezioni di flamenco da Felix Fernando García), le scene a Pablo Picasso e la direzione d'orchestra a Ernest Ansermet. La prima ebbe luogo all'Alhambra di Londra il 22 luglio 1919 e il successo fu straordinario. Picasso disegnò una corona d'alloro e la pose sulla testa del compositore nel corso della festa che Misia Sert - la bellissima mecenate che possiamo vedere ritratta da Toulouse-Lautrec, Bonnard, Vuillard e Renoir - offrì agli artisti dopo lo spettacolo.

Un'accoglienza altrettanto entusiastica si ripetè tutte le volte che Il cappello a tre punte fu ripreso dai Ballets Russes (l'ultima volta il 4 agosto 1929, appena due settimane prima della morte di Diaghilev) e per prolungare questo successo Falla estrasse dal balletto due Suites da concerto.

Questa musica dai colori cosi vividamente andalusi è una creazione completamente originale di Falla, perché le melodie e i ritmi spagnoli non sono mai citati testualmente ma sempre reinventati. Ed è interamente di falla l'inesauribile inventiva con cui trae dall'orchestra sempre nuovi colori, rivaleggiando con un mago come Ravel.

La prima Suite inizia con la breve Introduzione, composta all'ultimo momento su richiesta di Diaghilev, che voleva che il pubblico avesse il tempo di ammirare il siparietto che Picasso aveva finito di dipingere durante la prova generale. Dopo questa vivace fanfara di trombe e corni sulla scansione dei timpani, si prosegue con La tarde (Meriggio), un'evocazione di stile impressionista del mulino con la sua ruota e il suo pergolato e dei profumi e della calura d'un pomeriggio spagnolo.

La Danza de la molinera è un fandango, passionale e sensuale danza andalusa in ritmo ternario; il comico intervento del fagotto segnala l'entrata in scena del pomposo e ridicolo Corregidor, che cerca di coinvolgere la mugnaia in un manierato Minuetto.

La donna lo evita e lo schernisce offrendogli dell'uva (Las uvas): è l'ultimo brano della prima Suite, una danza ironica e leggera, che alterna ritmi in due e in tre, intervallata dai goffi interventi del Corregidor, che infine se ne va furente.

Mauro Mariani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 7 giugno 2008


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Ultimo aggiornamento 9 dicembre 2015