Giustamente Dvorak viene universalmente considerato, insieme a Smetana, il più schietto e autentico rappresentante della musica nazionalistica cèca della seconda metà dell'Ottocento. Però, mentre Smetana concentra la sua attenzione sugli aspetti eroici e leggendari della Boemia in lotta per la propria libertà e indipendenza, Dvorak si richiama allo spirito popolaresco e contadino della sua terra. Infatti in questo artista, stimato ed elogiato da Liszt, Brahms, Hanslick e Bülow, si incarna la tradizione cordiale e umana del musicista boemo, legato profondamente all'anima folclorica, ai costumi e alle cerimonie religiose e civili di un gruppo etnico essenzialmente radicato nella vita della campagna. Per tale motivo la sua musica, contraddistinta da inesauribile freschezza melodica e da calda spontaneità inventiva (qualche musicologo lo ha paragonato a Schubert), è ricca di danze e di ritmi nostalgici e allegri, sentimentali e festosi, provenienti esclusivamente dal patrimonio boemo e slavo, anche se rielaborati e plasmati con un gusto e una sensibilità di piacevole effetto armonico e strumentale. Natura semplice e istintiva sinceramente ottimistica e sorretta da una schietta fede in Dio, Dvorak non rivela tormenti e intellettualismi sia sotto il profilo tecnico che linguistico; nella sua produzione, sinfonica, operistica e cameristica, il discorso scorre limpidamente e lungo una linea di assoluta chiarezza di idee, con una straripante pienezza tematica, innestata saldamente in una strumentazione prevalentemente descrittiva e densa di colori e di timbri di penetrante poesia naturalistica.
Anche le sette Melodie tzigane op. 55 (Zigeunermelodien) non smentiscono la fonte ispirativa dell'arte di Dvorak e rivelano le caratteristiche fondamentali dello stile del compositore boemo, pronto sempre a cogliere il profumo melodico del Lied popolare. Questi canti furono composti nel 1880, su testi del poeta Adolf Heyduk, pubblicati nel 1859. Il primo interprete delle Zigeunermelodien fu il tenore tedesco Gustav Walter che le presentò nel 1881 a Vienna con buon successo di pubblico. Libertà, amore e natura sono i temi conduttori di questa partitura di limitata estensione (poco più di dodici minuti di musica) e screziata di carezzevoli armonie zingaresche, gioiose malinconiche e sentimentali.