Othello, ouverture da concerto, op. 93 (B. 174)


Musica: Antonin Dvoràk (1841 - 1904)
Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, cassa, piatti, arpa, archi
Composizione: Praga, 10 dicembre 1891 - 18 gennaio 1892
Prima esecuzione: Praga, National Theater, 28 aprile 1892
Edizione: N. Simrock, Berlino, 1894
Guida all'ascolto (nota 1)

Othello è il terzo tassello di un Trittico di Ouvertures per grande orchestra di Antonin Dvorak che si intitola Priroda, zivota làska (Natura, vita e amore). Avendolo composto nel corso del biennio 1891-92, l'autore lo diresse per la prima volta il 28 aprile 1892 nel concerto di congedo che tenne a Praga prima di partire alla volta degli Stati Uniti, dove pure lo inserì nel programma del suo primo concerto americano, che ebbe luogo a New York il 21 ottobre dello stesso anno. Questo Trittico costituisce dunque la "nota di volta" dei due periodi biografico-creativi del musicista boemo, che aveva particolarmente a cuore questa tripartita composizione, il cui disegno prevede che le Ouvertures V Prirodè (Nel regno della Natura) e Karneval celebrino le gioie che la Natura e la Vita offrono all'uomo, mentre Othello descriva come quest'ultimo possa distruggere tali doni quando confonde l'amore con il desiderio di possesso e la gelosia.

Dei tre, solo Karneval gode di frequente circolazione, forse in ragione del suo indiavolato ed eccitato vitalismo. Othello è invece pagina meditativa e tormentata, per quanto sembrino fuori luogo tali aggettivi nel caso di una musica che non perde, a causa del suo contenuto programmatico, la fluidità e la naturalezza tipici dell'eloquio dvoràkiano.

Ispirato ovviamente alla Tragedia shakespeariana, il brano dapprima, in una sorta di esposizione di una forma-sonata tritematica, rievoca il tema della Natura (già esposto nei brani precedenti del Trittico) e dipinge i caratteri di Otello e Desdemona, per poi mettere a fuoco, nello sviluppo, i temi del loro amore e della corruzione di tale sentimento per opera della gelosia. In tale sviluppo compaiono anche allusioni a Wagner e la citazione di un tema che Dvorak aveva usato nella propria Messa da Requiem del 1890. La ripresa dei temi principali suona dunque infine beffarda. Tra gli ammiratori di questa composizione si annovera per primo Johannes Brahms, che ne curò l'edizione presso Simrock modificandone taluni dettagli d'orchestrazione.

Enrico Girardi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 20 dicembre 2014


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Ultimo aggiornamento 17 agosto 2020