Après un rève, op. 7 n. 1

per voce e pianoforte

Musica: Gabriel Fauré (1845 - 1924)
Testo: R. Bussine Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1870 - 1878
Prima esecuzione: Parigi, Société Nationale de Musique, 11 gennaio 1879
Edizione: Choudens, Parigi, 1878
Dedica: Marguerite Baugnies
Guida all'ascolto (nota 1)

La musica vocale da camera fu una costante nella carriera di Gabriel Fauré che già negli anni di studio aveva intrapreso la composizione di un ciclo di Mélodies. A gruppi preferibilmente di Deux e Trois, una volta Quatre, una volta Cinq Mélodies, Fauré omaggio con esse gentildonne amiche, i cui nomi costituiscono un ampio catalogo della buona società parigina dell'epoca. Tra le dedicatarie delle mélodies figura più volte il nome di Pauline Viardot della quale il compositore sperò per qualche tempo di divenire genero. Fauré sembra privilegiare toni sommessi e delicati e dimensioni intime e contenute. Una maggiore complessità contraddistingue invece i lavori della maturità, dove una più meditata successione, nelle liriche che compongono i diversi cicli, evidenzia l'esigenza dello sviluppo di una più vasta concezione musicale.

"Après un réve" è la Romanza più celebre di Fauré.

Sergio Ragni

Testo
APRÈS UN RÊVE
Dans un sommeil que charmait ton image
Je rêvais le bonheur, ardent message;
Tes yeux étaient plus doux, ta voix pure et sonore.
Tu rayonnais comme un ciel éclairé par l'aurore;
Tu m'appellais, et je quittais la terre
Pour m'enfuir avec toi vers la lumière;
Les cieux pour nous entr'ouvraient leurs nues;
Splendeurs inconnues, leurs divines entrevues...
Hélas, hélas, triste réveil des songes!
Je t'appelle, ô nuit, rends-moi tes mensonges;
Reviens, reviens radieuse
Reviens, ô nuit mystérieuse.
In un sonno che la tua immagine incantava
sognavo la felicità, messaggio ardente;
i tuoi occhi erano più dolci, la tua voce pura e sonora.
Eri raggiante come un cielo illuminato dall'aurora.
Mi chiamavi, e lasciavo la terra
Per fuggire con te verso la luce;
per noi i cieli schiudevano le nubi.
Ignoti splendori, divini barlumi intravisti
Ahimè! Ahimè, triste risveglio dei sogni!
Ti chiamo, notte, ridammi le tue menzogne;
Ritorna, ritorna radiosa,
ritorna, notte misteriosa!

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 16 dicembre 2005


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 21 novembre 2013