Nella Romance op. 28 troviamo un tema esordiente avvicinato da alcuni commentatori alla languida eleganza dell'Art Nouveau del tempo. La melodia procede con deliziosi ceselli ed evoluzioni mettendo in evidenza le aeree flessuosità lineari, valorizzate soavemente nei colori e rifratte nelle notevoli possibilità timbriche del violino. Intrecci e fioriture sonore si ravvivano nella parte centrale in sol minore dove il clima si instabilizza e diviene agitato. Alla fine tutto si placa nel ritorno del tema principale che distende ogni tensione sino quasi a sublimare. Curiosa quanto emblematica l'accoglienza del lavoro. Fauré a proposito della Romanza ricordava che era stata accolta all'inizio quasi «con un digrignar dì denti, la seconda volta con qualche accento di luce, mentre al terzo ascolto venne paragonata a un torrente limpido che scorreva attraverso una verde radura».
Marino Mora