Sonata n. 2 in sol minore per violoncello e pianoforte, op. 117


Musica: Gabriel Fauré (1845 - 1924)
  1. Allegro (sol minore)
  2. Andante
  3. Allegro vivo
Organico: violoncello, pianoforte
Composizione: 1921
Prima esecuzione: Annecy-le-Vieux, 10 dicembre 1921
Edizione: Durand, Parigi, 1922
Dedica: Charles-Martin Loeffler
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

L'opera di Gabriel Fauré è una sorprendente manifestazione di vitalità dell'idea romantica di musica in una fase storica che sembrava aver esaurito qualsiasi rapporto con quell'eredità - il suo ultimo capolavoro, il Quartetto per archi in mi minore op. 121, è del 1924 -. Non si tratta, si badi bene, dell'ennesimo bagliore di un languido ed estenuato tardo romanticismo perso in vani anche se a volte fascinosi rimpianti, bensì dell'amorosa rievocazione dell'età "eroica" di Schumann, Mendelssohn, Chopin, del fuoco interiore, giovane, irrequieto di quelle invenzioni. Al raffinato "maître de charme", come amava chiamarlo Debussy, non importava affatto rivoluzionare o anche solo modificare la concezione del tempo e dello spazio sonoro; la musica era una questione di gusto, di sottile equilibrio fra aspettative e sorprese, tale da lasciare all'ascoltatore il piacere dell'abbandono - di un ascolto parzialmente passivo - salvo poi solleticarlo con un tessuto armonico innovativo che attinge alle ricche sorgenti dell'ambiguità tonale e della modalità.

La misura e la discrezione sono le cifre primarie della sua musica che, se a volte rischia di impantanarsi in una mondanità salottiera e vacua, nei capolavori cameristici - le due Sonate per violino e pianoforte, i due Quartetti con pianoforte, i due Quintetti con pianoforte, le due Sonate per violoncello e pianoforte e l'estremo Quartetto per archi - raggiunge esiti di assoluta evidenza, di cui è debitrice l'opera, fra le altre, di un Maurice Ravel.

Anche nella Seconda Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op. 117, apparsa nel 1922 a cinque anni di distanza dalla Prima Sonata in re minore, risulta evidente questa radicata volontà di non staccarsi dalle matrici romantiche, nel fluire incessante e avvolgente degli arpeggi pianistici a supporto di un pervasivo lirismo nel primo Allegro, come nell'intensità espressiva, formalmente rigorosa, dell'Andante e nelle capricciose invenzioni del finale.

Inizialmente concepito come Chant funéraire per orchestra di fiati in occasione del centenario della morte di Napoleone nel 1921, l'Andante, nella nuova versione per violoncello e pianoforte inserita fra i due movimenti estremi della Sonata in sol minore, apre uno spazio di severa meditazione e austero lirismo, perfettamente in linea con il sempre più asciutto ed essenziale linguaggio degli ultimi anni del compositore. La grande linea melodica di penetrante eloquenza è condotta dal violoncello su un semplice accompagnamento accordale del pianoforte.

Il rapinoso finale, Allegro vivo, è basato su tre temi: una figura sincopata ascendente, una seconda idea più distesa introdotta dal pianoforte e un breve motivo, di nuovo fremente di vita, in cui il pizzicato del violoncello aleggia su un mobilissimo brulicare di semicrome pianistiche.

Giulio d'Amore

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

All'inizio del 1921, il compositore ricevette dallo Stato francese l'invito a scrivere un brano per banda militare, destinato alla cerimonia commemorativa della morte di Napoleone che si sarebbe svolta il 5 maggio agli Invalides. Era un invito insolito per un compositore normalmente incline all'intimismo e alla dimensione cameristica; Fauré in ogni caso accettò e preparò un Chant funéraire che venne regolarmente eseguito nell'occasione prevista. La musica scritta era, forse, sin troppo elevata per una cerimonia militare. Fauré, la cui immaginazione nel frattempo si era messa in moto, decise di trascrivere il brano per violoncello e pianoforte e di ampliare il tutto, facendolo diventare il movimento lento di una sonata. Il lavoro, terminato verso la fine di quell'anno, fu presentato alla Société Nationale de Musique di Parigi il 13 maggio 1922, nell'esecuzione del violoncellista Gerard Hekking e di Alfred Cortot.

La Sonata op. 117 si apre con un movimento (Allegro) attraversato da un'incessante agitazione, uno slancio ben espresso dall'ampio tema principale che non si placa neppure con l'arrivo del secondo tema, più contenuto ma anch'esso dotato di grande forza espansiva. Lo sviluppo adotta la prediletta tecnica imitativa, proponendo un canone tra pianoforte e violoncello a distanza di una battuta; la stessa tecnica è esibita nell'ampio episodio elaborativo che segue la ripresa, con imitazioni canoniche di entrambi i temi principali.

La melodia dell'Andante, ripresa senza modifiche dal Chant funéraire, è un tema memorabile, di grande nobiltà. È un canto processionale del violoncello, che si alza sugli accordi funebremente scanditi dal pianoforte, e che contrasta singolarmente con il tema della parte centrale, più elegiaco, nello stile di un corale. I due temi vengono uniti a determinare un enfatico e animato crescendo, prima che la ripresa e la coda portino il brano verso la sua calma conclusione.

L'ultimo movimento (Allegro vivo) fa da contrappeso all'agitazione del primo, del quale mantiene la forza propulsiva trasformandola però in un atteggiamento più accesamente fantastico. Nella lunga sezione iniziale, tonalmente ardita, si susseguono frammenti del tema principale che sembrano non arrivare mai a concludersi, interrotti ogni volta da inattese deviazioni modulanti. Si tratta di quella che è stata definita l'"arte dell'elusione" nella quale Fauré è maestro. Il carattere vagamente improvvisatorio del movimento non viene meno né con il tema secondario, cantabile, né con le sezioni che ne elaborano i frammenti, né con la coda che conclude il movimento in un clima di effervescenza fantasiosa.

Claudio Toscani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 21 febbraio 1997
(2) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 261 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 13 febbraio 2014