Concerto in la minore per violino e orchestra, op. 82


Musica: Aleksandr Glazunov (1865 - 1936)
  1. Moderato
  2. Andante sostenuto
  3. Allegro
Organico: violino solista, ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, glockenspiel, triangolo, piatti, arpa, archi
Composizione: 1904
Prima esecuzione: San Pietroburgo, Società Musicale Russa, 15 febbraio 1905
Edizione: M. P. Belaieff, Lipsia, 1905
Dedica: Leoold Auer
Guida all'ascolto (nota 1)

Glazunov godette di enorme stima e considerazione in patria, specialmente nel periodo precedente la prima guerra mondiale, e fu certamente il più eseguito compositore russo del suo tempo insieme a Cajkovskij e a Rimskij-Korsakov, che aveva scoperto le sue naturali doti di musicista e gli aveva dato lezioni di armonia. Ebbe una intensa attività artistica e pedagogica, così da diventare, come si dice abitualmente, una vera e propria autorità in campo musicale; fu direttore d'orchestra dal 1888, professore di composizione e strumentazione dal 1899 nel Conservatorio di Pietroburgo, di cui nel 1905 fu eletto direttore con voto unanime del consiglio degli insegnanti, conservando praticamente tale posto di alto prestigio fino al 1928, quando decise di lasciare definitivamente l'URSS e stabilirsi a Parigi con la moglie e la figlia adottiva. Dal 1904 Glazunov aveva inoltre assunto la responsabilità della rinomata casa editrice di Beljaev, che organizzava a Pietroburgo concerti di musica russa, promuoveva concorsi e premi per i musicisti più giovani e dotati, stampandone poi le composizioni che venivano diffuse anche all'estero e in particolar modo in Germania. Né va dimenticato il fatto che Glazunov scrisse l'ouverture del Principe Igor sui ricordi delle esecuzioni rese da Borodin al pianoforte e mai stese sul pentagramma e ricostruì l'intero terzo atto di quest'opera strumentata da cima a fondo da Rimskij-Korsakov. E questo gli viene riconosciuto come un titolo di grande merito da tutti gli storici della musica, che forse non mettono in altrettanta evidenza il valore di Glazunov come musicista di larga e solida cultura (oltre al pianoforte suonava il violoncello, il clarinetto, il corno, il trombone e diversi strumenti a percussione) e come tecnico di notevole abilità armonica e contrappuntistica.

Di sicuro egli fu un tradizionalista della più limpida acqua e non un innovatore, come lo sarà invece il suo allievo Prokof'ev, ma bisogna riconoscere che, al di là di un evidente eclettismo accademico, nella musica di Glazunov si dispiegano un gusto e una sensibilità di ineccepibile misura, aperte alle suggestioni dei canti e dei ritmi dell'arte popolare russa. Lo stanno a dimostrare il Concerto per violino e orchestra op. 82 (1903), il balletto in tre atti Raimonda (1898) e il balletto Le stagioni, che sono praticamente le uniche composizioni di questo autore che hanno resistito all'usura del tempo e qualche volta vengono riproposte all'ascolto del pubblico di oggi.

Il Concerto in la minore per violino e orchestra è articolato in tre movimenti dominati da un senso della melodia e dell'armonia di classica linearità espressiva. Il violino svolge un ruolo preminentemente cantabile sin dal Moderato iniziale, il cui tema principale, affettuosamente e delicatarnente malinconico, si richiama alla musica popolare russa. Più mosso e brillante è il tema in re bemolle maggiore dell'Andante sostenuto, dove la voce dello strumento solista si scioglie in una serie di giochi armonici di piacevole effetto, prima di abbandonarsi ad una cadenza di vivace exploit virtuosistico. Nell'Allegro finale viene fedelmente rispettato il carattere ritmicamente estroso del concerto violinistico di stampo romantico, in stretto legame con l'orchestra più elaborata e variata sotto il profilo timbrico e contrappuntistico, secondo certe regole compositive di cui fu maestro assoluto e incontrastato Rimskij-Korsakov, ritenuto a giusta ragione uno dei più geniali creatori della tecnica orchestrale moderna.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 12 aprile 1981


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Ultimo aggiornamento 16 febbraio 2017