Concerto per pianoforte n. 1 in fa minore, op. 92


Musica: Aleksandr Glazunov (1865 - 1936)
  1. Allegro moderato
  2. Tema con variazoni
    1. Tema - Andante tranquillo
    2. Variazione I
    3. Variazione II (chromatica) - Andantino
    4. Variazione III (Eroica) - Allegro moderato
    5. Variazione IV (lyrica) Adagio
    6. Variazione V (Intermezzo) - Allegro
    7. Variazione VI (quasi una fantasia) - Lento
    8. Variazione VII - Mazurka: Allegretto
    9. Variazione VIII - Scherzo: Allegro ma non troppo
    10. Variazione IX - Finale: Allegro moderato
Organico: pianoforte solista, 3 flauti (3 anche ottavino), 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, archi
Composizione: 1910 - 1911
Edizione: P. Belaieff, Lipsia, 1912
Dedica: Leopold Godowsky
Guida all'ascolto (nota 1)

Glazunov è il primo compositore che dobbiamo ricordare immediatamente dopo l'avvento del Gruppo dei Cinque. Allievo preferito di Rimskij-Korsakov, fu ammirato per la sua Prima Sinfonia, scritta all'età di 16 anni, sia da Balakirev, che ne fu il primo interprete, sia da Borodin e Cui (lo stesso Cui ebbe a dire del giovane autore: «... è compositore "armato" di talento e sapienza»).

Passando alla sua scrittura sinfonica, notiamo certamente un'ampia influenza assunta da Borodin, come il "respiro" epico e la sua monumentalità; invece per quanto riguarda la sfera più lirica, sottolineiamo un'eredità piuttosto cajkovskiana. Questa tendenza lirica la troviamo nettamente nel Primo Concerto per pianoforte ed orchestra del 1910 che è articolato in due movimenti, un Allegro moderato ed un Tema con 9 Variazioni.

Queste nove variazioni sfruttano la consolidata esperienza dell'ormai quarantacinquenne compositore, inducendolo ad utilizzare una grande varietà di materiale sia sotto il profilo "dei contrasti", sia sotto quello "ritmico". Così avremo la variazione cromatica, quella eroica, lirica, l'Intermezzo, Quasi una Fantasia, la Mazurka, lo Scherzo ed il Finale.

Nell'opus di Glazunov esiste anche un Secondo Concerto per pianoforte ed orchestra del 1917, nel quale riscontriamo una "immagine musicale" più vicina alla tradizione della "Mogucaja Kucka".


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 ottobre 1987


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Ultimo aggiornamento 15 febbraio 2017