Stenka Razin, op. 13

Poema sinfonico in si minore

Musica: Aleksandr Glazunov (1865 - 1936)
Organico: 3 flauti (3 anche ottavino), 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, piatti, grancassa, tam-tam, arpa, archi
Composizione: 1885
Prima esecuzione: San Pietroburgo, 23 novembre 1885
Edizione: M. P. Belaieff, Lipsia, 1888
Dedica: in ricordo di Alexandre Borodin
Guida all'ascolto (nota 1)

Discepolo ed amico di Rimski Korsakof e per molti anni intimo di Bilakiref, Alessandro Glazunof si collega alle ultime propaggini della cosidetta Giovane Scuola Russa per quanto l'occidentalismo sia di lunga più evidente in lui, ad esempio, che non nel primo Stravinski e nel Prokofief della Suite scita. La produzione musicale di Glazunof è varia e copiosissima. Accanto alle otto sinfonie e a molte altre composizioni per orchestra figurano lavori teatrali e molta musica da camera.

Il poema sinfonico Stenka Razin è opera giovanile, fu composta nel 1835 e dedicata alla memoria di Alessandro Borodin.

Alla partitura è apposta la nota illustrativa seguente:

Il Volga immenso e placido. Da lunghi anni tutta la regione era rimasta tranquilla, quando ad un tratto apparve il terrìbile atamano Stenta Razin che alla testa della sua orda feroce prese a percorrere il fiume devastando e saccheggiando le città e i villaggi situati lungo le rive. La sua nave era magnificamente addobbata, le sue vele di seta, i suol remi dorati. Nel mezzo del padiglione avvolta in una coperta d'argento riposava, sopra i barili pieni d'oro e d'argento, la principessa persiana, prigioniera di Stenka Razin e sua dominatrice.

Un giorno essa divenne pensosa e, volgendosi ai compagni del suo signore prese a raccontar loro di aver avuto in sogno la visione che Stenka sarebbe stato fucilato, tutta la sua banda imprigionata, e ch'essa stessa avrebbe trovato la morte nelle acque del Volga. Il sogno della principessa si avverò. Stenka fu assediato dai soldati dello Zar. Egli vide allora la sua rovina, e disse : "Mai nei trent'anni della mia vita corsara ho offerto alcun dono al Volga. Oggi gli offrirò quello che per me è più prezioso di tutti i tesori della terra". E ciò detto precipitò nel fiume la principessa. La banda feroce si mise a cantare gloria al suo atamano e tutti si slanciarono sui soldati dello Zar...

Il poema si basa su tre temi principali tendenti a rendere: lo sfondo permanente e naturale dell'azione (il Volga); la barbarie gioiosa e feroce delle orde di Stenka, la figura della principessa prigioniera. Il primo tema, che è poi quello della famosa canzone: Ei uchnem, domina sugli altri, ed è facile riconoscerlo, pure attraverso i frammenti di varie trasformazioni, dal principio alla fine.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Augusteo, 13 gennaio 1929


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 8 marzo 2017