Barcarola, CG 336

Duetto per soprano, baritono e pianoforte

Musica: Charles Gounod (1818 - 1893)
Testo: Giuseppe Zaffira Organico: soprano, baritono, pianoforte
Composizione: giugno - luglio 1872
Edizione: Goddard & Co., Londra, 1873
Dedica: Mrs. Weldon e Mr. Jules Diaz de Soria
Guida all'ascolto (nota 1)

Gounod, per Maurice Ravel, è «le véritable instaurateur de la mélodie en France [...], qui a retrouvé le secret de la sensualité harmonique perdue depuis les clavecinistes». Nientemeno! Ma c'è il rischio che con una presentazione del genere ci si attenda troppo - o ci si attenda almeno una sostanza di immaginazione musicale e di stile che in molte mélodies, neppure nelle più gentili, graziose, languide (e sono molte), non possiamo trovare. Tra i suoi quaranta e i cinquanta anni (era nato nel 1818, il Faust, che gli dette celebrità mondiale, è del 1859, Roméo et Juliette, che la confermò, è del 1867) Gounod fu una delle glorie della Francia, e dei suoi salotti (era ammirato e benvoluto da Pauline Viardot, per la quale aveva scritto l'opera Sapho, nel 1851). Poi i tempi e i gusti cambiarono (anzi, erano già cambiati) sì che il successo si allontanò da lui. Continuò, certo, a scrivere, melodrammi (ma i suoi ultimi sono dimenticati del tutto), oratori, perfino sinfonie (la Terza è del 1888), ma scrisse soprattutto mélodies, e la maliconia dei ricordi gli dettò gli accenti più dolci e delicati - chiari, discreti, privi affatto di enfasi. E anche originali nella forma e nel disegno melodico, che tende a liberarsi dai vincoli della scansione metrica, spesso ripetitiva, del verso francese.

Nella Barcarola (testo dell'italo-inglese G. Zaffira, tradotto anche in francese da Barbier), forse la più originale e seducente, le due voci cantano prima separatamente la loro emozione, poi si incontrano e si uniscono in una specie di esaltazione amorosa.

Franco Serpa

Testo

BARCAROLA

Vedi che bella sera!
Tutto col dì riposa
La gondola leggera
Ci chiama in alto mar!
Sull'onda silenziosa
Vien meco a navigar!

Sotto l'immenso manto
Del ciel che più s'imbruna
Oh! Guarda dolce in canto
Le stelle a scintillar
A' raggi della luna
Vien meco a navigar.

Là su quell'acque amate
Pace allo spirto anelo
Avrem compagni il cielo
L'aura, le stelle, il mar.
Sull'onde addormentate.
Vien meco a navigar!

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 3 maggio 2001


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 9 marzo 2015