Peer Gynt, op. 46

Prima suite dalle musiche di scena op. 23

Musica: Edvard Grieg (1843 - 1907)
  1. Morgenstemning (Il mattino) - Allegro pastorale
    Tratto dal n. 13 dell'op. 23
  2. Åses død (La morte di Åse) - Andante doloroso
    Tratto dal n. 12 dell'op. 23
  3. Anitras dans (danza di Anitra) - Tempo di mazurka
    Tratto dal n. 16 dell'op. 23
  4. I dovregubbens hal (Nell'antro del re della montagna) - Alla Marcia e Molto Marcato, Più Vivo, Stringendo al fine
    Tratto dal n. 8 dell'op. 23
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, tamburo, cassa chiara, piatti, grancassa, arpa, archi
Composizione: 1888
Edizione: Peters, Lipsia, 1888

Confronta a op. 46/1 la trascrizione per pianoforte
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel 1874, Ibsen chiese a Grieg di creare le musiche di scena per Peer Gynt, il nuovo lavoro che il drammaturgo stava per portare sulla scena. Grieg si mise al lavoro e terminò la partitura (per soli, coro e orchestra) nel 1875. Il 24 febbraio dell'anno seguente, Peer Gynt viene presentato al Teatro di Christiania con grandissimo successo, anche per il musicista, che decide di ricavare dai 23 pezzi che compongono l'intero lavoro (op. 23), due Suites sinfoniche.

La Prima, op. 46, è datata 1888. Il dolcissimo Allegretto pastorale, in 6/8, descrive il levar del sole su un palmeto ai bordi del mare. È il preludio all'atto quarto del "poema drammatico": i flauti e gli oboi dialogano teneramente, ma a poco a poco gli archi si impossessano del tema e lo caricano di intensità espressiva. Aase, la vecchia madre di Peer Gynl, muore. L'Andante doloroso, che sottolinea il pianto di Kari e il desolato vagare attraverso la stanza di Peer Gynt, è una melodia di grande semplicità, ripetuti ostinatamente su un mesto ordito di soli archi. Quasi uno Scherzo è il successivo movimento che ci riporta al quarto atto, con la danza della beduina Anitra, davanti a Gynt, al ritmo di una mazurka.

La Suite n. 1 si conclude con una pagina che originariamente si colloca nella sesta scena del secondo atto, durante l'incontro del protagonista con il vecchio di Dovre nel suo palazzo popolato di streghe e perfidi troll. Fagotti, violoncelli e contrabbassi scandiscono pesantemente l'inizio di questa marcia sfrenata che avanza inesorabilmente in un grande crescendo di tutta l'orchestra.


(1) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 29 aprile 2016