Peer Gynt, op. 23

Musica di scena per soli, coro e orchestra, per il poema drammatico di Henrik Ibsen

Testo del libretto (nota 1)

NB: Il testo è recitato con accompagnamento orchestrale. Le parti cantate sono scritte in corsivo.

Atto I

1. Preludio - Le nozze [Orchestra]

AASE
Peer, Peer, queste son frottole! Son tutte bugie! Non ti vergogni di mentire a tua madre Aase! Prima te ne vai per tutto un mese sui monti a cacciare la renna, quando sarebbe il tempo di falciare il fieno; poi ritorni a casa tutto stracciato, senza fucile, senza selvaggina... e alla fine vorresti farmi mandar giù a occhi aperti le tue stupide fandonie di cacciatore!.. Peer, tu sei perduto, perduto!...

NARRATORE
Non è cattivo, quello scapestrato di Peer Gynt: nella furia dei suoi ventanni è solo un vagabondo irrequieto e un irresistibile bugiardo. Vuole bene alla mamma, la piccola, fragile Aase, anche se lei lo rimprovera sempre: così per liberarsene a un certo punto il giovane posa la madre scalciante sul tetto di un mulino e là l'abbandona. Ma non ha molta voglia di lavorare, Peer. Peer sogna, sogna a occhi aperti. Fantasia e realtà in lui si confondono. Tra una fuga da casa e l'altra ha corteggiato Ingrid, la figlia di un ricco possidente, ma poi se n'è stancato. Ora Ingrid si sposa con un altro e Peer, per ripicca, si presenta tutto stracciato e sporco alla cerimonia. Non è ospite gradito, certo, ma lo faranno entrare alla festa.

2. Halling [Violino]

NARRATORE
Ecco, incominciano a ballare lo halling nel cortile... Accidenti, quante belle ragazze! Sentilo, il bravo Giorgi con il suo violino! Lo fa cantare e sfavillare come una cascata!
Ma chi è quella fanciulla dalle trecce d'oro sul capo nel suo bel grembiule bianco? Guarda in terra con timidezza e si tiene stretta alla gonna di sua madre...

PEER GYNT
Ehi tu, ragazza, dai, vuoi ballare con me? La mamma non vuole? La mamma? Sei ancora in fasce? Già, sei quasi una bambina. Quanti anni hai? Dimmi come ti chiami... Solvejg...
(ripete quasi con angoscia) Solvejg... Balla con me, Solvejg!

3. Sringar [Violino]

Atto II

NARRATORE
Peer è rimasto incantato dalla dolce, pura Solvejg, ma non per questo rinuncia a mettere in atto il suo diabolico piano: rapire e possedere la ricca sposa Ingrid, che d'altra parte si fa rapire volentieri. Oh, non durerà tanto.

PEER GYNT
Vattene via!

NARRATORE
... le grida un giorno Peer di pessimo umore.

PEER GYNT
Lasciami in pace! Vattene per conto tuo! Al diavolo tutti i ricordi! Al diavolo tutte le donne, tranne una... E quell'una non sei tu! E allora che cosa vale il resto? Vattene, vattene, torna da tuo padre!

4. Preludio (Il rapimento della sposa. Lamento di Ingrid) [Orchestra]

NARRATORE
E Peer se ne va per sempre, lasciando la povera Ingrid ai suoi tormenti... Se ne va sulla montagna, per sfuggire la vendetta della famiglia di Ingrid che già gli sta alle calcagna, armata di fucili e bastoni. Si arresta in cima a un pendio.

PEER GYNT
Questa sì che è vita! Ho la forza di un orso! Distruggere tutto, fermare l'acqua della cascata, svellere gli alberi e le loro radici! Questo è vivere: al diavolo tutte le sciocche ipocrisie!

NARRATORE
Le ombre son diventate lunghe, è la fine del giorno. Lungo il suo cammino Peer incontra tre strane donne mandriane abbandonate dai loro fidanzati e desiderose di colmare il loro giaciglio vuoto.

5. Peer Gynt e le mandriane [Melologo]

LE TRE MANDRIANE
Ehi! Trond del Valfjeld! Bard e Kaare! Canaglie di troll!
Volete dormire fra le nostre braccia?

PEER
Con chi ce l'avete?

LE TRE MANDRIANE
Con i troll! I troll.

LA PRIMA
Vieni, o dolce!

LA SECONDA
Vieni, o violento!

LA TERZA
Nella nostra baita i giacigli sono vuoti!

LA PRIMA
Violenza è dolcezza!

LA SECONDA
E dolcezza è violenza!

LA TERZA
Se non ci sono i ragazzi, ci divertiamo con i troll!

LE TRE MANDRIANE
Se non ci sono i ragazzi, ci divertiamo con i troll!

PEER
E dove stanno i ragazzi?

LE TRE
Non possono venire!

LA PRIMA
Il mio mi chiamava cugina e fidanzata. Poi ha sposato una vedova anziana.

LA SECONDA
Il mio s'è preso una zingara nel nord. Ora son tutt'e due diventati barboni.

LA TERZA
Il mio ha sgozzato il nostro piccolino. Ora la sua testa ghigna in cima a un palo.

LE TRE
Trond del Valfjeld! Bard e Kaare! Volete dormire fra le nostre braccia?

PEER
Sono un troll a tre teste!

LE TRE
Sei proprio da tanto?

PEER
Certo meglio dei vostri babbei!

LA PRIMA E LA SECONDA
Alla baita, alla baita!

LA TERZA
Abbiamo idromele!

PEER
Lasciatelo scorrere!

LE TRE
Stanotte nessun letto resterà vuoto.

LA SECONDA
Questo crepita e sfavilla come un ferro rovente!

LA TERZA
Come occhi di bimbo in fondo a un lago nerissimo!

LE TRE
Trond del Valfjeld! Bard e Kaare! Canaglie di troll! Volete dormire fra le nostre braccia?

PEER
Triste l'umore... calda la brama...
Nell'occhio il riso... in gola il pianto...

NARRATORE
Peer, che dopo una notte d'orgia si è lasciato alle spalle anche le tre strane mandriane, continua la sua fuga verso la montagna.

PEER GYNT
Favole, maledette menzogne! Maledette fandonie e bugie! Peer Gynt, la tua origine è grande e tu sarai grande un giorno!

NARRATORE
È notte, ora. Le stelle brillano attraverso il fogliame, gli uccelli cantano sui rami.

6. Peer Gynt e la donna vestita di verde [Orchestra]

NARRATORE
Una donna vestita di verde che cammina sul poggio gli appare improvvisamente davanti. Peer subito la segue facendo gesti da innamorato. La corteggia, la seduce, le promette di sposarla. Ed ecco che la donna, che si proclama figlia di re, chiama a gran voce il suo cavallo nuziale: è un maiale con una corda per briglia e un vecchio sacco per sella. I due fidanzati saltano in groppa e via al galoppo per i monti!
Dal cavallo si riconosce il cavaliere!

7. Dal cavallo si riconosce il cavaliere

NARRATORE
La donna vestita di verde era la figlia del vecchio di Dovre, il re della montagna. E quando Peer si presenta a lui, gli spiriti della montagna, troll e coboldi, gnomi e folletti, si accalcano minacciosi per punire il seduttore.

8. Nella sala del re della montagna [Orchestra e Coro]

CORO DEI TROLL
Fatelo a pezzi! Quel cristiano ha sedotto la più bella delle figlie del vecchio re di Dovre. Fatelo a pezzi!

UN GIOVANE TROLL
Gli taglio le dita?

UN ALTRO
Gli strappo i capelli?

UNA GIOVANE TROLL
Gli voglio mordere le cosce!

UNA STREGA TROLL
Mettiamolo a bollire in salamoia!

UN'ALTRA
Arrostiamolo allo spiedo oppure cuociamolo in umido!

CORO DEI TROLL
Fatelo a pezzi!

IL VECCHIO DI DOVRE
Hey, non così violentemente. Calma e sangue freddo! Vuoi che ti dia mia figlia?

PEER GYNT
Tua figlia e il tuo regno in dote!

IL VECCHIO DI DOVRE
Allora saresti veramente un imperatore, Peer. Ma una differenza rimarrà comunque sempre: presso di voi, uomini del regno della luce, ci si dice l'un l'altro, come se fosse la sapienza più segreta, "Sii uomo". Ma per noi Troll il motto è "Ti basti essere come sei, essere come sei!" Figlio mio, questo d'ora in avanti sarà il tuo il tuo credo e la tua parola guida. Ma ora basta con le faccende serie, avanti, avanti, per la gioia degli occhi e delle orecchie, lascia che la ragazza suoni l'arpa, ragazza, danza per noi il ballo di Dovre!

9. Danza della figlia del re della montagna [Orchestra]

PEER GYNT
Bene. Forse potrei essere un Troll. In cambio di una moglie con un buon regno in dote mi adatto anche a qualche sacrificio. Ma tutto nella vita va fatto con una certa misura. Dovrò dimenticare per sempre cosa significhi essere un uomo? Questa è una promessa, che non potrò mai fare. Sarei ben disposto a giurare che una mucca è una bella ragazza, ma girare per tutta la vita nelle sembianze di un Troll, non potendo mai tornare indietro! No, no, mi aspetta di meglio.

UN TROLL
Sbattetelo contro la roccia e riducetelo in poltiglia!

10. Peer Gynt inseguito dai troll [Orchestra e Coro]

PEER GYNT
Lasciatemi, ragazzacci infernali!

CORO FEMMINILE
Coboldi! Folletti! Mordetegli il sedere!

I TROLL
Tappate ogni buco!

UN TROLL DI CORTE
Vedi come si divertono i piccini?

PEER GYNT
Vattene, sporcaccione!

UN TROLL DI CORTE
Come osi? È di sangue reale!

PEER
Un buco per topi!

I TROLL
Tappatelo, folletti!

PEER GYNT
Sono peggio dei vecchi, questi qua.

I TROLL
Fatelo a pezzi!

PEER
Oh, se fossi un topo!

I GIOVANI TROLL
Chiudetelo in cerchio!

PEER
Oh, se fossi un pidocchio!

I TROLL
Chiudetelo in cerchio! A pezzi, a pezzi, a pezzi...
E ora sugli occhi, via! A pezzi, a pezzi, a pezzi...

PEER
Mamma, soccorrimi tu! lo muoio!

NARRATORE
Al rintocco lontano delle campane la sala è crollata, i troll sono fuggiti precipitosamente e tutto improvvisamente sparisce. Ora è buio fitto, buio assoluto. E nel fitto delle tenebre Peer Gynt incontrò sulla sua strada il Gran Curvo.

11. Peer Gynt e il Gran Curvo [Orchestra e Coro]

PEER GYNT
Rispondi! Chi sei?

UNA VOCE NELLE TENEBRE
Me stesso.

PEER GYNT
Lasciami passare!

LA VOCE
Fa' il giro, Peer! C'è tanto spazio nella pianura.

PEER GYNT
Chi sei?

LA VOCE
Me stesso. Puoi tu dire altrettanto?

PEER GYNT
Dico quello che mi pare. Ma chi sei, tu?

LA VOCE
Me stesso.

PEER GYNT
Una risposta idiota che non vuol dir nulla. Chi sei, allora?

LA VOCE
Il Gran Curvo.

PEER GYNT
Oh, oh! Ne so meno di prima. Scostati, Curvo!

LA VOCE
Fa' il giro, Peer!

PEER GYNT
Voglio andar diritto! Ehi, ma sei solo o con altri?

LA VOCE
Unico e solo. Il Curvo che è morto, e il Curvo che è vivo.

PEER GYNT
Che tu avanzi o tu arretri, la via è ugualmente lunga. Che tu vada o tu venga, la via è ugualmente stretta. È qui, ed è là! Insomma, chi sei?

LA VOCE
Il Curvo.

PEER GYNT
Né morto, né vivo. Viscido, nebuloso, senza neppure una forma. Dai, colpiscimi se ne hai il coraggio!

LA VOCE
Il Curvo non colpisce. Il Gran Curvo vince senza lottare.
Il Gran Curvo vince sempre con la dolcezza.

GRIDA DI UCCELLI
Viene, Curvo?

LA VOCE
Cederà, un poco per volta.

GRIDA DI UCCELLI
Venite, sorelle, dovunque voi siate!

PEER GYNT
Se vuoi salvarmi, fanciulla, affrettati! Non chinar gli occhi, non abbassare il capo! Buttagli in faccia il libro di preghiere!

GRIDA DI UCCELLI
Vacilla!

LA VOCE
È nostro!

GRIDA DI UCCELLI
Sorelle, accorrete!

PEER GYNT
È troppo caro riscattarsi la vita se per vivere c'è tanto da soffrire!

GLI UCCELLI
Ecco, è caduto! Ora, Curvo, prendilo, prendilo!

IL CURVO
Era troppo forte. C'erano donne al suo fianco.

[Organo]

NARRATORE
Era troppo forte. C'erano donne al suo fianco. Si, è stata la dolce Solvejg a salvarlo con un suono purificatore di campane, e con lei la madre Aase, che lo aspetta, teneramente, e per l'ultima volta. Nel lettuccio da bambino di Peer la moribonda Aase invoca la fine, che sente imminente. Peer, il sognatore, lo sa e torna a casa da lei per un ultimo saluto.

Atto III

12. La morte di Aase [Orchestra]

NARRATORE
Peer, tornato il bambino del tempo delle favole, finge di accompagnare la madre in viaggio verso il castello fatato: messosi a cassetta sulla sponda del letto, finge di accompagnare la madre in slitta verso un castello fatato.

PEER GYNT
Vedi quello sfolgorio di luce, mamma? C'è una gran folla al castello; s'accalcano alla porta e gridano: "Arriva Peer Gynt con sua madre". Come sarebbe a dire, signor San Pietro? La mamma non può entrare? Ti dico che puoi cercare un pezzo prima di trovare un cuore così buono. Non parlo di me, io posso anche tornarmene indietro, ma lei dovete onorarla e trattarla come si deve, perché nessuno migliore di lei verrà quest'oggi al castello. Ma perché mi guardi con gli occhi velati? Mamma, non mi vedi? Non sgranare gli occhi in quel modo! Parla, mamma: sono io, il tuo Peer! Già... Riposati pure, mamma. Ora il viaggio è finito.
 
ATTO IV

13. Preludio (mattino) [Orchestra]

NARRATORE
Peer è fuggito, ha lasciato il paese natio per andar lontano, verso il mare, e più lontano ancora. È andato per il mondo in cerca di fortuna. E la fortuna gli ha accordato i suoi favori. È diventato ricco, molto ricco, con i mestieri più incredibili, mercante di schiavi negri, trafficante di opere d'arte, finanziatore di missioni, armatore. Lo ritroviamo sulla costa sud-ovest del Marocco, un bell'uomo di mezza età elegantemente vestito, in compagnia di quattro avventurieri, con i quali progetta nuove imprese. Ma i quattro bricconi, approfittandosi della sua ebbrezza, si impadroniscono del suo panfilo con tutto il tesoro dentro e si allontanano a tutto vapore.
Per poco. Il panfilo prende fuoco in mare e si inabissa. La folgore del castigo, pensa Peer. Ora però dovrà ricominciare da capo. E come? Quando le cose sembrano mettersi male per lui, ecco che un mattino nel deserto dell'Arabia trova i ricchi abiti, i gioielli e il cavallo bianco dell'imperatore, che un ladro e un ricettatore hanno abbandonato fuggendo. Ecco Sir Peer... imperatore turco dalla testa ai piedi!

14. Il ladro e il ricettatore [Orchestra e Soli]

IL LADRO
Le lingue delle lance scintillano e si leccano i baffi, ahi, ahi!

IL RICETTATORE
lo già sento la mia testa ballare sulla sabbia!

IL LADRO
Mio padre era ladro: il figlio deve rubare.

IL RICETTATORE
Mio padre era ricettatore: il figlio deve ricettare.

IL LADRO
Devi accettare la sorte: devi essere te stesso.

IL RICETTATORE
Sento passi tra i cespugli. Scappiamocene via.

IL LADRO
Profonda è la caverna e grande è il Profeta!

NARRATORE
Ora Peer, vestito con gli abiti orientali del sultano, è finito in mezzo a un'oasi nel deserto. Nella tenda di un capo arabo, disteso su cuscini, beve caffè e fuma una lunga pipa. La figlia del capo, la bella Anitra, e un gruppo di fanciulle danzano e cantano per lui.

15. Danza araba [Orchestra, Coro e Anitra]

CORO FEMMINILE
Il Profeta è arrivato! Suonate, flauti e tamburi! Il Profeta, ricco di ogni saggezza, è arrivato fra noi cavalcando su un mare di sabbia! Il Profeta, l'infallibile, è arrivato navigando su un mare di sabbia! Il Profeta è arrivato!

ANITRA
Il suo corsiero è bianco come il latte che scorre nei fiumi del Paradiso! Inginocchiatevi! I suoi occhi sono stelle che brillano dolcemente. Ma quale creatura terrena può sopportare lo splendore folgorante che la colpisce? Dal deserto è arrivato. Oro e perle rimbalzano sul suo petto. Dove appare, gioia e luce appaiono, dove non appare, tenebra e carestia rendono tutto deserto. Lui, l'eccelso, è arrivato! La Kaaba è vuota ormai, lui stesso l'aveva predetto!

CORO FEMMINILE
Il Profeta è arrivato! Suonate, flauti e tamburi!

ANITRA
Aspettano davanti alla tenda i figli del deserto,
per vederti. Signore e Profeta!

PEER GYNT
Non voglio uomini intorno a me! Gli uomini, bambina mia, sono falsi, una triste razza ... Quel che si dice una sozzura immonda! Ma lasciamo andare! Balliamo e beviamo! Il Profeta vuol scacciare i brutti ricordi.

16. Danza di Anitra [Orchestra]

NARRATORE
Anitra, che ha danzato per lui, sembra invaghita dello straniero, soprattutto, a dire il vero, dei suoi tesori, e neppure lui è insensibile al fascino femminile un po' bizzarro di lei. Al chiaro di luna, con una chitarra araba in mano, Peer le canta una serenata.

17. Serenata di Peer Gynt [Orchestra e Peer Gynt]

PEER GYNT
Ho chiuso il mio Paradiso e mi son portato via la chiave. Ho preso il mare con il vento del nord mentre le belle donne sulla riva piangevano la mia partenza. Verso sud la rotta della nave ha tagliato l'acqua del mare salato. Dove le belle palme superbe ondeggiano, coronando la baia sul mare, ho bruciato la mia nave. Sono montato sulla nave del deserto, la nave a quattro zampe, che schiuma sotto le frustate. Sono un uccello leggero, prendimi! Cinguetto sulla cima di un ramo.
Anitra, ora lo so: tu sei vino di palma! Neanche il cacio di capra d'Angora è dolce come te! Anitra, come te! Anitra, come te!

NARRATORE
Amoreggiano, Peer e Anitra, scambiandosi teneri sussurri d'amore e qualche grave parola di saggezza. Peer, estasiato, sentendosi davvero un imperatore, la issa sul cavallo bianco e galoppa, galoppa con lei verso il deserto.

PEER GYNT
Prendi, o dolce Anitra, tutti i miei splendori! Che felicità sapersi così profondamente amato! Monili, anelli, ori, vestiti, è tutto tuo! lo scendo di sella! Voglio condurre il corsiero come tuo schiavo!

18. Peer Gynt e Anitra

ANITRA
Lasciami, o ti mordo!

PEER GYNT
Piccola strega!
Dammi un grande dolore,Anìtra! Per un cuore che ama è dolce soffrire!

ANITRA
Vuoi proprio un dolore?

PEER GYNT
Sì, perbacco!
Violento, ma corto... che duri solo due o tre giorni!

ANITRA
Anitra obbedisce al Profetal... Addio!!!

NARRATORE
E Peer restò a lungo come fulminato.
Lontano, molto lontano, la piccola Solvejg lo aspetta ancora, lassù, nel paese degli avi e delle nevi: gli anni passano, ma lei lo aspetta ancora.

19. Canzone di Solvejg [Orchestra e Solvejg]

SOLVEJG
Forse inverno e primavera passeranno, e poi l'estate e l'anno intero. Pure un giorno tornerai, lo so. E io ti aspetterò perché te l'ho promesso. Che Dio ti aiuti, dovunque il sole ti stia baciando! Che Dio ti allieti, se sei davanti a Lui! lo qui ti aspetto, finché tu sarai davanti a me! E tu aspettami lassù, dove ci incontreremo!

20. Peer Gynt davanti alla statua di Memnone

NARRATORE
Peer, grave e meditabondo, si è spogliato degli abiti turchi ed è di nuovo tornato se stesso: in fondo la parte del Profeta non gli si addiceva. Meglio vivere da cristiani, rinunziare alle penne di pavone, fondare le proprie azioni sulla legge e sulla morale, essere se stessi, e alla fine avere corone sulla bara e discorsi sulla tomba. Essere se stessi? L'Io gyntiano? E' la moltitudine di fantasie, desideri e passioni... L'Io gyntiano è il mare di capricci, voglie, esigenze, insomma tutto ciò che gonfia il petto e fa ch'uno, Peer Gynt, viva. Sta scritto, o fu detto, che se uno conquista tutta la terra ma perde "se stesso", cinge di corona una testa rotta. "Che tu avanzi o tu arretri, la via è ugualmente lunga; che tu vada o tu venga, la via è ugualmente stretta". Peer vuol tentare qualcosa di nuovo; un'impresa più nobile; uno scopo che valga la spesa. Decide di rimettersi in cammino: esplorerà il passato, studierà le grandi epoche del mondo, continuerà da scienziato il suo viaggio alla conquista di se stesso. In Egitto, davanti alla statua di Memnone eretta nella sabbia gli sembra di udire uno strano mormorio, un canto enigmatico, come se fosse quella... la musica del passato.

Atto V

NARRATORE
E gli anni passano. Lo scienziato Peer Gynt ha incontrato la grande Sfinge scolpita nella roccia, visitato il manicomio del Cairo, dove è stato acclamato "Imperatore dell'Io", cioè... del Nulla. Passano gli anni. Peer è diventato vecchio, ormai, la barba e i capelli sono grigi, il volto un po' indurito. È venuto il tempo di tornare a casa. Tra i fiordi, a bordo di una nave nel Mare del Nord presso la costa norvegese, contempla i luoghi familiari, mentre il mare è in burrasca e la nave in pericolo.

PEER GYNT
Guarda il giogo di Halling in tenuta d'inverno. Come si pavoneggia il vecchione nello splendore del tramonto!
Suo fratello, il picco di ghiaccio, gli sta dietro di sghembo e porta sempre il gelido manto verdastro. La cresta di Folge invece è fine e delicata... stesa come una damigella su un letto di puro lino. Ehi, vecchi, non fate sciocchezze! Restate dove siete, picchi di roccia grigia!

21. Preludio (Ritorno a casa. Sera tempestosa sul mare) [Orchestra]

NARRATORE
Il temporale si avvicina. Cielo buio, nebbia e nubi pesanti. La burrasca cresce. Presenze fantomatiche, allucinazioni forse, circondano Peer. A riva, fra scogliere e frangenti, la nave fa naufragio e affonda in un silenzio spettrale. Ma ancora una volta la fortuna lo soccorre, e Peer si salva.
Oh, per questo stia pur tranquillo: non si muore a metà del quinto atto!

[Orchestra]
22. Il naufrgio [Orchestra]

PEER GYNT
"Aiuto! La nave affonda!"

NARRATORE
Scampato il pericolo, finalmente, nella grande foresta, Peer giunge presso una capanna con corna di renna sopra la porta. Cammina curvo, immerso nei suoi pensieri, raccogliendo cipolle selvatiche.

PEER GYNT
E' un punto di vista. E il seguente dov'è? Bisogna tentar tutto e scegliere il meglio. Io ho fatto così... cominciando da Cesare fin su a Nabucodonosor. M'è poi toccato di ripercorrere la Bibbia, nonostante tutto. Il ragazzo dai capelli grigi ritorna verso la madre. E infatti sta scritto: sei uscito dalla terra. Quel che conta nella vita è riempirsi la pancia. Riempirla di cipolle? C'è poco gusto... meglio essere astuti e tendere qualche laccio. Il ruscello ha dell'acqua; non patirò la sete, e fra gli animali selvaggi sarò almeno il primo. Quando poi morirò - il che dovrà accadere un giorno - mi caccerò sotto un albero abbattuto dal vento, come l'orso mi ammucchierò addosso le foglie cadute e nella corteccia inciderò a lettere cubitali: "Qui giace Peer Gynt il galantuomo, imperatore di tutti gli altri animali". Imperatore? (Ride) Ah, vecchio cuculo che predice l'avvenire! Non sei imperatore; tu sei una cipolla. Adesso ti sbuccio, mio caro Peer! Non ti giova piangere e implorare. (Prende una cipolla e la sbuccia, un velo per volta) Ecco tolta la prima lacera pelle; è il naufrago alla deriva sopra un rottame. Ecco quella del passeggero, fine e sottile... però ha un tantino sapore di Peer Gynt. Più dentro c'è l'lo del cercatore d'oro; il succo è sparito, se c'è stato mai. Quest'altra buccia ruvida con la punta dura è il cacciatore di pellicce della baia di Hudson. Questa poi sembra una corona... tante grazie! La buttiamo via senza altri commenti. Ecco qui lo studioso di storia antica, breve ma solido. E qui il Profeta, fresco e succoso. Puzza di menzogna, come sta scritto, da far lagrimare gli occhi di un onest'uomo. Questo velo che si ripiega mollemente è il signore che viveva nella gioia e nel piacere. Il successivo sembra malato e ha macchie nere... il nero può indicare tanto il negro quanto il prete. (Strappa parecchi veli in una volta) Che quantità prodigiosa di pellicole! Non apparirà finalmente il nocciolo? Niente affatto, perdio! Fino al centro, non son che strati e strati... solo sempre più piccoli... La natura è faceta! (Butta via il resto della cipolla) Oh diavolo, non almanacchiamo! Chi va in giro soprappensiero rischia d'inciampare. Io d'altronde posso sfidare il pericolo... perché sono ben piantato sulle mie quattro zampe. E' davvero strano tutto questo trambusto! La vita, si può ben dire, è un po' come una volpe; e se s'allunga una mano per ghermirla, la volpe salta, e si agguanta qualcos'altro... o niente. (E' giunto vicino alla capanna, la vede e sussulta) Quella capanna? Nella foresta...! Ah! Mi sembra di averla già vista... Il cranio di renna al disopra della porta... Una sirena con la coda di pesce... Bugie! Niente sirene!... Chiodi...tavole...una serratura per guardarsi dalle fantasie dei coboldi...

23. Canzone di Solvejg nella capanna [Orchestra e Solvejg]

SOLVEJG
Tutto è pronto per la Pentecoste. Mio ragazzo adorato, sei tu ancora lontano ? Il tuo fardello è greve, prendi il tuo tempo: io ti aspetterò, come ti ho promesso.

NARRATORE
L'una ricorda... e l'altro ha dimenticato. Egli ha tutto perduto ... ed ella ha tutto custodito.

PEER GYNT
Oh rigore! E il gioco non si può rifare! Oh angoscia!... Era questo il mio impero! Fetore e putridume al di dentro; null'altro che un sepolcro imbiancato. Favola e sogno e morta sapienza sono la base della piramide: l'opera l'ascenderà, innalzandosi su per i gradini della menzogna.
"Temere il rigore, fuggire il rimorso" sta scritto come un'insegna sulla sommità; e gli squilli di tromba annunciano: "Petrus Gyntus Caesar fecit!". Una che mi è stata fedele, ed uno che se ne è dimenticato. Uno che si è giocato la vita, un'altra che seduta aspettava. La cattiveria... O paura, qui era il tuo Regno.

24. Scena notturna [Orchestra e Coro]

PEER GYNT
Ma cos'è questo pianto di bambini? Pianto che sembra un canto? E cosa sono questi gomitoli che mi rotolano davanti? Mi ostacolate nel cammino!

I GOMITOLI
Siamo i pensieri che dovevi pensare.
Dovevi darci piedini per camminare!

PEER GYNT
Uno ha visto la luce grazie a me, ma grazie a me è un mostro.

I GOMITOLI
Dovremmo volare nel cielo azzurro, invece rotoliamo, gomitoli di filo grigio.

PEER GYNT
Via, gomitolo maledetto!
Fai lo sgambetto a tuo padre!

FOGLIE SECCHE
Siamo le parole d'ordine che dovevi dettare! Vedi come ci ha ridotto l'inerzia; il verme ci ha consumate e mai ci siamo allargate a corolla intorno ai frutti.

PEER GYNT
Farete da concime. Siate dunque contente, non siete al mondo senza scopo.

MORMORII NELL'ARIA
Siamo le canzoni che dovevi cantare. Ci hai soffocate e represse tante volte. Aspettavamo nel fondo del tuo cuore, mai ci hai chiamate. La tua gola è veleno!

PEER GYNT
Veleno è il tuo, strofa idiota! Non avevo tempo da perdere!

GOCCE DI RUGIADA
Siamo le lacrime che hai versato. Potevamo fondere il gelo del cuore. Ora l'aculeo è confitto nel petto, la ferita è chiusa, non abbiamo più potere.

PEER GYNT
Ho pianto davanti al vecchio di Dovre e son stato battuto lo stesso.

STELI SPEZZATI
Siamo le opere che dovevi compiere. Il dubbio che soffoca ci ha frantumate. Verremo tutte ad accusarti, il tuo ultimo giorno.

PEER GYNT
Ma non potete mettere a mio carico quello che non ho fatto!

LA VOCE DI AASE
Stai attento, rovesci la slitta! Ha nevicato tutto il giorno. Sono tutta inzaccherata.
Ma Peer, dov'è il castello? Il demonio ti ha stregato col bastone preso nell'alcova!

PEER GYNT
Meglio andarmene di qua, se devo scontare i peccati del diavolo! I miei mi bastano.

NARRATORE
Nel suo cammino Peer è arrivato alle soglie della fine. Ha incontrato uno strano personaggio, il Fonditore di bottoni, che - dice - vorrebbe rifonderlo nella massa giacché Peer non è riuscito né come peccatore né come onest'uomo, e gli ha dato appuntamento al prossimo crocicchio. Ha veduto il diavolo, che però non lo ha riconosciuto: come peccatore è ridicolo. Peer vorrebbe salire lassù, sul picco più erto; ancora una volta veder levarsi il sole, pascersi lo sguardo della terra promessa e lasciarsi ricoprire dalla coltre di neve; vi si potrà scriver sopra: "qui non giace nessuno"; e poi... dopo...! Accada ciò che deve accadere.

FONDITORE DI BOTTONI
Peer Gynt, ti sbagli oltremodo. L'hai detto tu stesso di non essere un grande peccatore ma un peccatore mediocre. Oggigiorno i peccatori veramente grandi non si incontrano più, marciare nel fango non serve a molto, il peccato richiede serietà, impegno, tu invece la prendi troppo alla leggera. Un tempo fosti prescelto come un lucente bottone sul vestito del mondo; però ti manca l'occhiello, e per questo sei stato scartato. Peer Gynt, sei stato un vigliacco!

25. Inno di Pentecoste: "Benedetto sia il giorno" [Coro]

CORO
Benedetto sia il giorno in cui le lingue del cielo scesero sulla terra, acciaio fiammante! Dalla terra al cielo l'erede del regno divino canta nella sua lingua celeste.

PEER GYNT
Oh! Dolore atroce, senza fine, tornare, entrare, ritrovare la casa!

SOLVEJG
Grazie a te la mia vita è stata una canzone meravigliosa.

PEER GYNT
Dì dunque ciò che sai. Dov'ero? Dov'era il mio lo vero? Dov'ero col segno di Dio impresso in fronte?

SOLVEJG
Nella mia fede, nella mia speranza e nel mio amore.

PEER GYNT
Mia madre, mia sposa, donna senza colpa! ... Oh accoglimi, nascondimi nel tuo seno!

Epilogo

26. Ninna-nanna di Solvejg [Orchestra, Coro e Solvejg]

VOCE DEL FONDITORE DI BOTTONI
Ci rivedremo all'ultimo crocicchio, Peer; e allora... non dico altro.

SOLVEJG
Dormi, mio dolce bambino, ti cullerò, ti veglierò... Nel mio grembo ha ascoltato il canto, con me ha giocato tutta la vita. Ora vuole stare stretto al seno di sua madre, che Dio lo benedica! Al mio petto lo lascio riposare, per tutta la vita. Ora è tanto stanco. Dormi, mio dolce bambino. Dormi! Dormi! Ti cullerò, ti veglierò... Dormi! Dormi! Dormi e sogna, bambino mio!

CORO
Benedetto sia il giorno in cui le lingue del Cielo scesero sulla terra, acciaio fiammante! Dalla terra al Cielo l'erede del regno divino canta nella sua lingua celeste.

(Rielaborazione di Sergio Sablich)

(1) Testo tratto dal programma di sala della Fondazione Orchestra Regionale Toscana, Concerto di Pasqua, 6 aprile 2004


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Ultimo aggiornamento 26 gennaio 2012