Sonata n. 3 in do minore per violino e pianoforte, op. 45


Musica: Edvard Grieg (1843 - 1907)
  1. Allegro molto ed appassionato
  2. Allegretto espressivo alla romanza (mi maggiore)
  3. Allegro animato
Organico: violino, pianoforte
Composizione: Autunno 1886 - Gennaio 1887
Prima esecuzione: Lipsia, Neues Gewandhaus Kleiner Saal, 10 Dicembre 1887
Edizione: Peters, Lipsia, 1887
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Benché di formazione essenzialmente tedesca, Edvard Grieg ha lasciato una produzione strumentale cameristica piuttosto esigua ed episodica: tre sonate per violino, una sonata per violoncello e due quartetti per archi, il secondo dei quali incompiuto. Fatto che potrebbe sorprendere se non si tenesse conto del consapevole disagio con cui Grieg, maestro della miniatura e della folgorante invenzione melodica, si sentì a più riprese inadeguato nel trattamento e nei processi di elaborazione presupposti dalle forme classiche. Nella seconda metà degli anni Settanta dell'Ottocento, Grieg avvertì l'urgenza di aggiornare e approfondire la propria tecnica compositiva. La stesura del Quartetto op. 27, in assoluto una delle opere più riuscite e persuasive del compositore norvegese, fu esplicitamente intesa come uno studio in tal senso. La Terza sonata per violino e pianoforte op. 45, fu scritta una decina di anni dopo, tra il 1886 e il 1887, e nello stesso 1887 eseguita per la prima volta, il 10 dicembre al Neues Gewandhaus di Lipsia, da Adolf Brodskij al violino con l'autore al pianoforte.

A ragione l'op. 45 è la più celebre della terna di sonate per violino e pianoforte composta da Grieg. Rispetto ai lavori precedenti, la straordinaria freschezza dell'invenzione melodica, la finezza del linguaggio armonico, il ruolo portante del tematismo in quanto tale, il costante riferimento alla musica popolare scandinava come fonte inesauribile di ispirazione, pur confermandosi punti di forza della scrittura vi appaiono infatti meglio coordinati e risolti nel contesto costruttivo e formale del genere. Senso del tragico, una certa qualità drammatica, pulsione passionale e melanconia contribuiscono in misura decisiva a definirne il registro espressivo.

L'Allegro molto ed appassionato è naturalmente un movimento di sonata. Il primo gruppo tematico dell'esposizione, in do minore, irrompe all'ascolto conflittuale e tumultuoso. Il tormentato motivo principale, una sorta di motto che coniuga incisività ritmica e profilo melodico ondeggiante, è destinato a ricoprire un ruolo costruttivo essenziale e accentratore in tutto il movimento; lo enuncia il violino e viene suggellato da stentorei accordi del pianoforte. Per due volte il discorso musicale prende le mosse dal registro grave del violino, e dunque in una regione timbrica piuttosto scura, per conquistare poco a poco le tessiture più acute, sino a un punto culminante, fortissimo, raggiunto in crescendo, dove ora è il pianoforte a suonare il motivo principale. Introdotto senza un'autentica transizione, il secondo gruppo tematico, cantabile e in mi bemolle maggiore, giustappone al registro tragico del primo una compiaciuta semplicità colloquiale affidata all'alternanza dei due strumenti; al culmine di un nuovo crescendo, il secondo gruppo tematico termina con un breve canone. La cullante atmosfera di sogno del gruppo conclusivo dell'Esposizione, con imitazioni di brevi incisi tra i due strumenti, è quindi organica al tema secondario.

Lo Sviluppo si articola in tre arcate: le prime due basate su progressioni armoniche cromatiche discendenti, la terza con funzione di riconduzione alla Ripresa; il motivo principale del primo gruppo tematico vi gioca un ruolo determinante. Dopo l'avvio che riprende il rarefatto dialogo imitativo della sezione precedente, la prima arcata è costituita dal duplice ritorno, in maggiore (le tonalità sono quelle di si bemolle e poi di la) e a valori ritmici aggravati, del motivo principale, condotto dal violino su arpeggi del pianoforte. La seconda arcata si caratterizza per i contrasti di dinamiche e la flessibilità di tempo (agitato, poi tranquillo e ritardando). Linee cromatiche del violino su arpeggi del pianoforte danno origine a un frammentario dialogo imitativo tra i due strumenti, la cui intensità ritmica e sonora si placa gradualmente sino a spegnersi. Tempo I, molto animato: terza arcata. La riconduzione alla Ripresa ritorna al motivo principale del primo gruppo tematico, i cui incisi immediatamente riconoscibili sono via via ricomposti in frasi e unità sintattiche più ampie che, comprendenti anche la variante aggravata, lasciano presagire, nell'incalzante drammatizzazione della scrittura, la prossima Ripresa. Ripresa che ripercorre puntuale l'Esposizione: primo gruppo tematico, in do minore; secondo gruppo tematico, ora in do maggiore; gruppo conclusivo. Nel punto in cui sarebbe logico aspettarsi la coda, Grieg inserisce invece a sorpresa il ritorno, nella tonalità di la bemolle maggiore, della variante in maggiore e aggravata del motivo principale così come si presentava nella prima arcata dello Sviluppo. Ed eccola, infine, la coda in tempo Presto, fondata sui motivi del motivo principale.

Nell'Ottocento si sarebbe definito «molto poetico» lo stacco prodotto dall'Allegretto espressivo alla Romanza, movimento di forma ternaria che riunisce in sé il duplice carattere e la duplice funzione di tempo lirico e di Scherzo. Indubbiamente il movimento centrale della Sonata appartiene al novero di quelle non poche pagine in cui Grieg da per così dire il meglio di sé, sfoggiando l'invidiabile talento di geniale inventore di melodie libero da preoccupazioni di ordine elaborativo. Il tema principale, dolce e cantabile in mi maggiore, è un'ampia e luminosa melodia che tradisce l'ispirazione popolareggiante, per esempio nell'uso dei pedali armonici e nei ripetuti salti della sensibile. La suona dappri ma il pianoforte solo, poi il violino che la riprende integralmente su sostegno accordale del pianoforte. Allegro molto: la parte centrale, in mi minore, è un vivace tema di danza norvegese, suonato dal violino su accordi sincopati del pianoforte; quando gli strumenti si scambiano i ruoli, il violino ricorre al pizzicato. L'intero complesso tematico viene quindi ripetuto con diversa strumentazione delle frasi. Arrestatosi il ritmo di danza, la Ripresa è introdotta attraverso un passaggio di riconduzione in tempo Più tranquillo. Tempo I: nella Ripresa il tema principale viene affidato al registro sovracuto del violino su terzine di accordi del pianoforte; la prima frase del tema è sorprendentemente riproposta un semitono sotto la tonalità d'impianto, cioè in mi bemolle anziché in mi maggiore, il che conferisce un particolare colore tenue e sfumato all'attacco della Ripresa. Conclude una coda, in cui al tratto cromatico ascendente e con trilli del violino corrisponde quello anch'esso cromatico ma discendente, al basso, del pianoforte.

Il finale, Allegro animato, movimento percorso da travolgente energia, segue uno schema di sonata senza Sviluppo: anche qui come nel movimento precedente la mancanza di una parte centrale, propriamente elaborativa, testimonia una volta di più la predilezione di Grieg per l'invenzione, l'accostamento, il contrasto, la ripetizione delle idee tematiche piuttosto che per la loro mediazione, integrazione e trasformazione. Nell'Esposizione il primo tema, in do minore, pianissimo, si presenta concitato e di disegno ritmico molto pregnante, ma al contempo leggerissimo come una Elfenmusik di mendelssohniana memoria. Incisi e frasi della linea melodica sono distribuiti così da produrre un dialogico effetto d'eco tra gli strumenti, con il pianoforte che suona comunque un incessante e vorticoso accompagnamento in terzine. Esposto due volte, il tema viene seguito da un paio di varianti-parafrasi, la prima in fortissimo e contraddistinta da accenti marcati e accordi pesanti, la seconda leggerissima e poi in grande crescendo. Affidato al violino su semplice accompagnamento accordale del pianoforte, il secondo tema, in tempo meno mosso, cantabile in la bemolle maggiore, ha connotazione eminentemente melodica e sentimentale, ponendosi dunque in forte contrasto rispetto al primo; suonato dapprima nel registro grave, viene quindi ripreso nel registro medio e poi in quello acuto.

Simmetrica rispetto all'Esposizione la Ripresa. Tempo I e primo tema, in do minore, seguito dalle varianti-parafrasi; Cantabile, in tempo meno mosso e secondo tema, in do maggiore, nel registro acuto del violino con nuovo accompagnamento di arpeggi del pianoforte. E in tonalità maggiore rimane ovviamente la coda in tempo Prestissimo, basata sull'insistita e quasi parossistica iterazione dei motivi del primo tema.

Cesare Fertonani

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Grieg contribuì notevolmente alla conoscenza e alla diffusione in Europa della musica popolare norvegese, di cui riuscì ad esprimere i sentimenti più intimi e crepuscolari con freschezza di immagini e naturalezza di linguaggio armonico, quasi preannunciando a volte certe soluzioni e tendenze musicali moderne, specialmente impressionistiche. È vero che nella sua produzione pianistica e liederistica si risentono evidenti richiami schumanniani e mendelssohniani (Grieg perfezionò per quattro anni gli studi di composizione al Conservatorio di Lipsia), ma ciò non toglie che il canto elegiaco e delicato di questo fantasioso miniaturista nordico rimanga profondamente legato ai temi della sua terra. Volendo rimanere nell'ambito di una classificazione pittorica, si può dire che Grieg sia un acquarellista, capace di fissare con pochi tratti essenziali il colore di un paesaggio o lo stato d'animo di un personaggio. I suoi momenti artistici migliori non vanno perciò ricercati nelle opere più ambiziose, quelle modellate sulla forma obbligata della Sonata e del Quartetto bensì nella pagina breve e concentrata, di pronta immediatezza descrittiva ed evocativa di atmosfere intrise di un lirismo suggestivo e perfino struggente. Tanti pezzi simili eppure diversi, puntualizzati in un'accurata scelta di soggetti, annotati rapidamente e armonicamente variati: proprio secondo la poetica del bozzetto e del quartetto naturalistico.

Conoscitore attento e scrupoloso della letteratura romantica europea e studioso delle raffinatezze strumentali di Wagner e di Liszt, Grieg non può classificarsi come un imitatore di stili altrui e seguace di mode estranee allo spirito del folclore norvegese. Egli fu un melodista eccellente e di inesauribile gusto inventivo: lo dimostrano alcuni dei sessantasei Pezzi lirici per pianoforte, numerosi Lieder per voce e pianoforte e soprattutto il rapsodico Concerto in la minore per pianoforte e orchestra e le due incantevoli, anche, se disuguali, suites del Peer Gynt ibseniano, dove sono racchiuse gemme musicali di alto valore strumentale e di penetrante effetto timbrico, come "La morte di Ase", la "Danza di Anitra" e la stupenda "Canzone di Solveig", di penetrante e pungente effetto psicologico.

Anche la Sonata in do minore per violino e pianoforte non si discosta dal sentimentalismo melodico, terso e fragrante, tipico della personalità di Grieg. Essa fu scritta tra il 1886 e il 1887 (è la terza e ultima delle sonate per questi due strumenti) ed eseguita subito per la prima volta a Lipsia dal violinista Brodskij con l'autore al pianoforte. Il primo tempo (Allegro molto e appassionato) è estremamente variabile nei coloriti armonici, con il pianoforte che guida e anima gli slanci violinistici, conclusi da un presto vivace e brillante. Distesamente cantabile, meditativo e dolce è il discorso della Romanza centrale, mentre il terzo tempo (Allegro animato) si distingue per una verve strumentale di piacevole risonanza cameristica, ben calcolata nei "crescendo" fino al prestissimo finale.

Ennio Melchiorre

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

Eccetto che per una certa duttilità negli sviluppi e per il colorismo armonico più ricco di sfumature, questa Sonata per pianoforte e violino op. 45 non presenta né differenza di concezione né un grado di maturità creativa e stilistica superiore nei confronti delle altre due Sonate che Edward Grieg aveva composto vent'anni avanti, tra il 1865 e il '67.

Dopo un primo tempo (Allegro molto ed appassionato), con i due personaggi tematici nettamente tipicizzati, anzi quasi schematizzati, e con i semplicistici cenni imitativi tra violino e pianoforte cari al compositore norvegese, si entra nella zona a lui più congeniale. L'Allegretto espressivo alla Romanza ci porge infatti nel suo a-b-a due toccanti melodie di sapore popolare, seppure qualche poco sofisticate e agghindate, particolarmente nella veste armonica. Del resto era questo il modo che tutti o quasi tutti gli epigoni del romanticismo usavano per introdurre nella musica d'arte i motivi della loro terra. (Ed è da questa risultante musicale, eteroclita, che al giorno d'oggi traggono più o meno furtivamente e abilmente le loro melodie autori e cantautori della musica leggera: considerazione marginale che viene spontanea alla penna riascoltando questa Romanza di Grieg).

Di stampo anch'esso popolareggiante, quasi ballata di ambiente boschereccio, è l'Allegro animato, con i suoi intervalli e accordi di quinta, con le sonorità in pedale, con gli effetti di risposte in eco. Un importante diversivo è rappresentato da un motivo cantabile del violino, una prima volta su accordi sincopati del pianoforte, una seconda su arpeggi, con identico giro armonico in ambedue i casi. Chiude una Coda che riprende e ribadisce in prestissimo il disegno principale.

Giorgio Graziosi


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 132 della rivista Amadeus
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 26 Aprile 1991
(3) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 23 novembre 2013


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Ultimo aggiornamento 1 settembre 2011