Ritorniamo ai margini della creatività händeliana con la Sonata in la maggiore op. 1 n. 14 HWV 372, di attribuzione dubbia, presente nella prima edizione dell'op. 1, ma sostituita nella seconda. Ci accoglie immediatamente la pastosa cantabilità dell'Adagio d'apertura, gioiellino di lirismo strumentale barocco. L'Allegro che lo incalza è un'energetica pagina bipartita, che sfrutta, prevalentemente nella più vigorosa parte prima, la risorsa della corda doppia. L'energia si stempera nel passo quieto del Largo, in cui strumento melodico e basso continuo prediligono il grado congiunto, attingendo a notevole intimità espressiva. Quasi ultimo tempo di un concerto, il conclusivo Allegro in 3/8 parrebbe reclamare un medium sonoro più robusto della coppia solistica, complice il ritorno, in realtà parsimonioso, delle corde doppie.
Raffaele Mellace