Il Concerto in do maggiore Hob. XVIII:10 reca la dicitura «per clavicembalo, due violini e basso». Il manoscritto viene conservato alla Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna e risale probabilmente al 1760; nel catalogo Breitkopf il Concerto venne inserito nel 1771. Larsen, che potè esaminare il manoscritto di Vienna prima della guerra, dimostrò come in effetti non si tratti di un vero concerto ma di uno dei numerosi «Divertimenti» di Haydn o - come talora venivano chiamati - «Concertini» per clavicembalo, due violini e basso: opere in miniatura che non possono essere considerate come veri epropri concerti. Del tutto simile al movimento iniziale del Concerto in fa maggiore Hob. XVIII:8 è anche il Moderato che apre il Concerto Hob. XVIII:10; qui notiamo una maniera di porgere i temi e i motivi più arcaica, maggiormente legata al mondo musicale che Haydn stava per lasciarsi alle spalle.
La prima parte vede l'esposizione del tema principale e del tema secondario (organo); la seconda parte si apre invece con una sezione elaborativa, che prende le mosse dal primo tema e prosegue in progressioni modulanti. Regolari sono poi la ripresa dei due temi e le cadenze finali.
L'Adagio presenta un tema dolce e disteso, che viene esposto dall'organo sopra la regolare scansione ritmica in crome degli archi, mentre l'Allegro finale, col suo incalzante ritmo di danza ternaria, sembra voler esaltare le agilità dell'organo viennese.
Alessandro De Bei