L'Isola disabitata
Azione teatrale in due parti, Hob:XXVIII:9
Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
Libretto: Pietro Metastasio
Personaggi:
- Costanza (soprano)
- Silvia (soprano)
- Gernando (tenore)
- Enrico (basso)
Organico: flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, timpani, archi
Composizione: 1779
Prima rappresentazione: Eisenstadt, Esterháza Marionettentheater, 6 dicembre 1779
Edizione: Nickau & Welleminsky, Vienna, 1909
Sinossi:
Durante un viaggio nelle Indie occidentali, Gernando viene rapito dai
pirati, mentre sua moglie Costanza e la sorella minore di quest'ultima,
Silvia, vengono abbandonate su un'isola deserta. Gernando riesce a
raggiungerle solo tre anni più tardi: sbarca sull'isola insieme
all'amico Enrico (in qualche manoscritto chiamato Ernesto), del quale
si innamora la giovane Silvia. Nonostante le traversie, alla fine
l'amore tra le due coppie ha la meglio sul destino crudele.
Parte prima:
Costanza (soprano o mezzosoprano), è intenta a completare una scritta
su una roccia accanto alla sua caverna utilizzando il resto di una
vecchia spada: «Dal traditor Gernando Costanza abbandonata, i giorni
suoi in questo terminò lido straniero. Amico passeggero, se una tigre
non sei o vendica o compiangi... i casi miei.»
Entra la sua giovane sorella Silvia (soprano), rallegrandosi che è
tornato un cervo perduto, e si chiede perché Costanza è infelice,
trovandosi in un'isola così piacevole lontano dal mondo degli uomini
malvagi che ha spesso descritto , ma non riesce a farle coraggio.
Silvia, da sola, vede una nave che si avvicina e corre a chiedere a sua
sorella cosa sia quel mostro che nuota e vola allo stesso tempo ma la
strada è bloccata da Gernando (tenore) e dal suo amico Enrico
(baritono), quindi si nasconde, non essendo in grado di capire la loro
conversazione. Entrambi erano stati prigionieri dai pirati, Gernando
era stato catturato su questa spiaggia, mentre la moglie si stava
riprendendo da mal di mare. Essi si dividono per esplorare l'isola, il
canto Enrico esprime la sua gratitudine infinita al suo amico che ha
aiutato la sua fuga. Silvia è riuscita a vederlo ma è troppo gentile
per essere un uomo, ma non indossa una gonna. Si meraviglia inoltre per
questo un nuovo tipo di paura che in realtà provoca gioia: altre
domande da porre a Constanza.
Parte seconda:
Gernando scopre l'iscrizione e crede che Constanza sia morta e comunica
ad Enrico, la sua intenzione di finire i suoi giorni sull'isola;
quest'ultimo decide che deve portarlo via con la forza per il suo bene,
ed incarica due marinai di prepaparare un agguato vicino ad un
ruscello. Enrico si accorge di Silvia che scopre che è un uomo e quindi
lo supplica per la sua vita, ma lui conquista la sua fiducia e quindi
si dividono per andare a cercare l'altra coppia. Silvia rimane sola
abbastanza a lungo per cantare un'aria dando un nome alla sua nuova
emozione. Quando se ne va, arriva Constanza che canta un'aria in tempo
lento ma quando vede comparire Gernando sviene mentre questi sgomento
si allontana. Entra Enrico che si affretta a bagnarla con
l'acqua dal ruscello e dopo che si è ripresa le spiega tutto. Torna
Silvia con Gernando e dopo una spiegazione tra Gernando e Constanza
Enrico si dichiara a Silvia e il lavoro si chiude con un
quartetto-rondò con la scrittura concertante per violino e violoncello.
Struttura musicale
- Sinfonia -
Largo (sol minore). Vivace - flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, archi
Parte prima
- Qual contrasto non vince
- Largo - Recitativo di Costanzae Silvia - flauto, 2 oboi, fagotto, 2
corni, archi
- Se non piange un
infelice - Largo (la bemolle maggiore) - Aria di Costanza
- 2 oboi, fagotto, 2 corni, archi
- Che ostinato dolor
- Moderato - Recitativo di Silvia, Enrico e Gernando - flauto, 2 oboi,
fagotto, archi
- Chi nel camin d'onore
- Allegro (si bemolle maggiore) - Aria di Enrico - 2 oboi, 2 corni,
archi
- a. Che fu mai quel ch'io
vidi - Andante - Recitativo di Silvia - flauto, 2 oboi,
fagotto, 2 corni, archi
b. Fra un dolce deliro -
Andante (do
maggiore) - Aria di Silvia - flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, archi
Parte seconda
- Ah presaga fu l'Alma di sue
sventure - Recitativo di Gernando e
Enrico - flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, archi
- Non turbar quand' io mi lagna
- Largo (mi bemolle maggiore) - Aria di Gernando - 2 oboi, 2 corni,
archi
- Non s'irriti fra primi
impeti il suo
dolor - Recitativo di Enrico e Silvia - archi
- Come il vapor s'ascende
- Allegro (sol maggiore) - Aria di Silvia - 2 oboi, 2 corni, archi
- Ah, che in van per me pietoso
- Adagio (si bemolle maggiore) - Aria di Costanza - flauto, 2 oboi,
fagotto, 2 corni, archi
- Giacché da me lontana
- Recitativo di Costanza - archi
- Giacché il pietoso amico ma
chi e colei?
- Adagio (do maggiore) - Arietta e recitativo di Gernando, Costanza,
Enrico e Silvia - flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, violino solo, archi
- Sono contenta appieno
- Allegro moderato (do maggiore). Andante. Presto - Quartetto
di Costanza, Gernano,
Silvia e Enrico - flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, timpani, archi
L'opera rappresenta il tentativo di Haydn di aggiornare il
proprio stile sul modello gluckiano, abbandonando i modi dell'opera
seria italiana per i procedimenti compositivi 'riformati', come
dimostra il pervasivo impiego del recitativo accompagnato per tutta la
durata di questa azione teatrale (la celeberrima 'azione teatrale' di
Gluck, Orfeo ed Euridice,
era stata rappresentata a Esterháza nel 1776). Il testo dell'opera di
Haydn era stato scritto da Metastasio a Vienna nel 1752 e messo in
musica da Giuseppe Bonno (Vienna 1754), e più tardi da Jommelli
(Ludwigsburg 1761) e Traetta (Bologna 1768).
L'opera non riscosse un largo consenso, né all'epoca di Haydn
(il compositore stesso, che pur la riteneva un lavoro estremamente
significativo, nel 1802 ebbe a giudicarla troppo lunga per la pazienza
del pubblico), né ai tempi della sua ripresa moderna (in tedesco),
avvenuta all'Opera di Vienna nel 1909. Assai spiccata risulta la
caratterizzazione del personaggio di Silvia, allora interpretata dalla
prediletta Luigia Polzelli, per cui Haydn introdusse nel dramma l'aria
"Come il vapor", su testo non metastasiano. Di Silvia, che nel corso
della vicenda trascorre dall'innocenza giovanile al turbamento amoroso,
è anche il recitativo accompagnato "Dov'è Costanza", che coinvolge in
modo assai insolito un flauto e un fagotto, chiamati ad accompagnare il
canto della ragazza anche nell'aria "Fra un dolce deliro", così da
stabilire dei precisi collegamenti tra numeri diversi della partitura.
Analogamente, Gernando riprenderà le stesse note dell'aria di Costanza
"Ah, che in van", anticipando, sul piano musicale, il ricongiungimento
dei due amanti, che poi avrà in effetti luogo sulla scena.
Particolarmente notevoli sono inoltre l'ouverture (nella grande maniera
in quattro sezioni, che alterna tempi lenti e veloci, e di carattere
programmatico, con un'adeguata prefigurazione descrittiva della natura
selvatica dell'isola disabitata), e l'imponente quartetto che conclude
l'opera (ben 365 battute), nel quale i protagonisti sono accompagnati
da quattro strumenti concertanti (violino, violoncello, flauto e
fagotto), anticipando l'analoga disposizione dell'aria mozartiana
"Martern aller Arten" dell'Entführung
aus dem Serail.
(1)
"Dizionario dell'Opera 2008", a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi
Dalai editore, Firenze
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Ultimo aggiornamento 25 agosto 2013