Quartetto per archi n. 6 in do maggiore, op. 1 n. 6, Hob:III:6


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Presto (do maggiore)
  2. Menuetto (do maggiore) e Trio (fa maggiore)
  3. Adagio (sol maggiore)
  4. Menuetto (do maggiore) e Trio (sol minore)
  5. Finale. Presto (do maggiore)
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: 1762
Edizione: La Chevardiére, Parigi, 1764
Guida all'ascolto (nota 1)

Proprio nei quartetti, forse anche più che nelle sinfonie, Haydn si dimostrò capace di rivoluzionare la vecchia scrittura strumentale. Si sa che Io stesso Mozart gli rese omaggio per i suoi meriti in questo campo dedicandogli, al di là della prassi che voleva le opere destinate a nobili e protettori o a celebri interpreti, sei quartetti. L'opera prima di Haydn, scritta tra il 1755 e il 1760 (edita a Parigi nel 1764) comprende sei composizioni a quattro. Esse sono oggi catalogate tra i quartetti, ma all'epoca ebbero, nei manoscritti, diverse denominazioni. La sesta, ad esempio, si trova definita come Cassazione, Divertimento, Divertimento di camera etc. La composizione, come le sue sorelle, ricorda in effetti la vecchia Suite di danze da cui avevano avuto origine divertimenti e serenate. I sei movimenti comprendono infatti due minuetti tra due altri movimenti veloci e con al centro un adagio. Ma ciò che preannuncia il nuovo quartetto è il rapporto tra gli strumenti, il superamento del vecchio concetto di basso continuo, la dignità che Haydn conferisce, in alcuni passi, alle parti un tempo relegate a mero accompagnamento. Da questo punto di vista, più che i minuetti e l'adagio, sono significativi i due tempi estremi, quelli che, nel futuro sviluppo della musica strumentale e della forma sonata, saranno destinati a reggere il maggior peso architettonico delle composizioni.

Bruno Cagli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 13 ottobre 1982


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Ultimo aggiornamento 21 febbraio 2016