Quartetto per archi n. 79 in re maggiore, op. 76 n. 5, Hob:III:79

Erdödy-Quartette n. 5

Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Allegro (re maggiore)
  2. Largo cantabile e mesto (fa dièse maggiore)
  3. Menuetto (re maggiore) e Trio (re minore)
  4. Finale. Presto (re maggiore)
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: Vienna, 14 giugno 1797
Prima esecuzione: Eisenstadt, Eszterháza Theater, 29 settembre 1797
Edizione: André, Offenbach, 1799
Dedica: conte Josef Erdödy
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Il Quartetto op. 76 n. 5 di Haydn fa parte di un gruppo di sei quartetti che il musicista scrisse tra il 1797 e il 1799, dedicandoli al conte Erdody, e che furono pubblicati per la prima volta dall'editore Artaria.

L'Allegretto si basa su un amabile tema inizialmente esposto e variato dal primo violino. Un lungo episodio in minore introduce due parafrasi con controsoggetti dello stesso tema. Torna poi il tema in maggiore, nuovamente variato, ed il movimento termina in Allegro con un canone sulla parte iniziale del tema, una fuga irregolare e la conclusione.

Nel Largo compare una esposizione formata da un primo tema, da una transizione e da un secondo tema che utilizza elementi nuovi insieme ad elementi ricavati dal primo tema e dalla transizione. Ad uno svolgimento modulante, basato principalmente sulla prima battuta del primo tema combinata con il disegno della transizione, segue la riesposizione.

Il Minuetto è costituito da un tema di otto battute, l'ultima delle quali dà l'avvio all'ulteriore sviluppo. Il Trio intermedio è affidato soprattutto al violoncello, cui rispondono gli altri strumenti.

Anche il Presto finale è imperniato su un unico tema, al quale fanno da introduzione alcune battute puramente ritmiche. Nello sviluppo, il tema compare a volte parafrasato e affiancato da episodi sussidiari.

Alberto Pironti

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Per il primo movimento di questo Quartetto (Allegretto. Allegro) Haydn non ricorre alla forma-sonata, ma adotta come modello uno schema ABA', con B (in re minore) che trae il proprio materiale tematico da A ed A che ricompare variato. Il movimento si chiude con una vertiginosa coda di cinquanta battute (Allegro) in cui il tema d'apertura viene trattato contrappuntisticamente da tutti gli strumenti. Per inciso, si può notare che l'incipit del tema di questo Allegretto in re maggiore cita letteralmente quello in re minore dell'Allegretto ma non troppo che chiude il Quartetto K 421 di Mozart.

Segue un ampio Largo cantabile e mesto dal tono nobile e meditativo che sembra riallacciarsi all'intensità espressiva, alla sapienza compositiva e alla complessità armonica raggiunte da Mozart nei tempi lenti di alcuni dei sei Quartetti dedicati a Haydn. L'attenzione data ai problemi armonici - già evidente nella scelta dell'insolita tonalità di fa diesis maggiore, in rapporto di terza con la tonica del Quartetto - si configura nell'anomala ripresa del tema principale in mi maggiore che dà il via a una breve peregrinazione armonica.

Il tema del breve Menuetto (Allegro) è ricavato da quello del Largo trasposto in re maggiore; il tono sereno di questa pagina non viene scalfito dall'andamento del Trio in re minore con i misteriosi borbottìi del violoncello e gli espressivi interventi degli altri strumenti. Aperto in levare (come tutti i movimenti di questo Quartetto) da una formula tipicamente conclusiva, il Finale (Presto) è un brano vivace dai toni popolareschi.

Mauro Mariani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di Via dei Greci, 22 gennaio 1960
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 12 marzo 1998


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Ultimo aggiornamento 2 marzo 2014