Sinfonia n. 46 in si maggiore, Hob:I:46


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Vivace (si maggiore)
  2. Poco Adagio (si minore)
  3. Minuetto: Allegretto (si maggiore) e Trio (si minore)
  4. Finale: Presto e Scherzando (si maggiore)
Organico: 2 oboi, fagotto, 2 corni, archi
Composizione: Eisenstadt, 1772
Edizione: Bureu d'Abonnement, Parigi, 1773
Guida all'ascolto (nota 1)

Si è accennato alle scelte in fatto di tonalità d'impianto. Il si maggiore della Sinfonia n. 46 è una tonalità decisamente insolita, sia nell'ambito della produzione sinfonica di Haydn - è questo l'unico caso - sia nel complesso della letteratura strumentale settecentesca. Qualche esempio, nondimeno, eiste: e lo stesso Haydn potrebbe aver conosciuto una Sinfonia in si maggiore di Mathias Georg Monn, eseguita a Vienna quando l'autore della Creazione era fanciullo cantore nella cappella della cattedrale. Il motivo di quattro note che apre il movimento iniziale (Vivace), enunciato all'unisono dall'intera orchestra - i corni si limitano alla prima nota -, appare subito un terreno ideale per elaborazioni contrappuntistiche. In effetti una versione leggermente modificata compare nel primo oboe come controcanto a un nuovo motivo dal carattere di fanfara, che tornerà più volte nel corso dell'Esposizione. Ancora più significativa l'aggiunta al motivo principale (violini primi) di un continuum di semicrome (violini secondi) che apre la transizione verso il secondo gruppo tematico. Una brusca e alquanto sorprendente svolta al modo minore in fortissimo è sottolineata dal già udito motivo di fanfara, dalle sincopi dei secondi violini e dall'ingresso dei fiati. Il successivo fitto dialogo tra archi gravi e acuti conduce all'episodio conclusivo, identico a quello che aveva chiuso la sezione, suggellato dall'ormai ben noto motivo di fanfara. All'inizio dello Sviluppo, al motivo principale, ripresentato da viole e bassi, rispondono i violini in canone, prima della caratteristica falsa Ripresa che apre un lungo episodio in tonalità minore, dominato prima dal motivo di fanfara e poi dall'elemento che avevamo udito nella sezione. La Ripresa è simmetrica all'Esposizione.

Il Poco adagio presenta le caratteristiche fondamentali della Siciliana: il metro in 6/8, il ritmo puntato della cellula motivica iniziale e la tonalità minore (si). Haydn aveva già utilizzato questo schema con successo due anni prima, in un'aria dell'opera Le pescatrici. Sono gli archi soli a presentare il tema principale, mentre i fiati entrano a sottolineare il passaggio al relativo maggiore. Nell'episodio conclusivo i primi violini presentano un motivo continuamente interrotto da pause che verrà utilizzato come figura di accompagnamento poco dopo l'inizio dello Sviluppo e verrà poi elaborato in progressione nell'ultima parte della Ripresa, nella quale, fra l'altro, non viene ripresentato il secondo gruppo tematico.

Il terzo movimento (Menuet. Allegretto) presenta tratti di forte originalità. Nel Minuetto, la terza frase non è, come ci si aspetterebbe, la riproposta della prima con la sostituzione della cadenza perfetta a quella sospesa, ma un elemento apparentemente nuovo; in realtà, la figurazione in crome dei violini non è altro che il moto contrario di quella di apertura. Ancora più sbalorditivo il Trio: due frasi, basate sul medesimo, semplicissimo materiale, nella tonalità minore parallela a quella d'impianto (si). La prima frase è affidata ai soli archi, mentre nella seconda l'ingresso dei fiati contribuisce all'intensificarsi di un clima malinconico, interrotto soltanto dal ritorno del gioioso Minuetto.

Nel Presto e scherzando conclusivo sono come al solito gli archi a presentare lo spensierato tema principale. L'episodio successivo, con l'improvviso passaggio al modo minore, intorbida un poco l'atmosfera, prima che la testa del tema principale - oboe e violini primi in ottava - ristabilisca il modo maggiore. Il breve Sviluppo elabora proprio quel motivo contrastante che abbiamo già udito e si collega quasi impercettibilmente alla Ripresa. Ancora una volta, però, Haydn ci riserva una delle sue sorprese: quando l'armonia si ferma sulla dominante, preparando apparentemente una coda, ricompare invece la seconda parte del Minuetto. La breve e divertita coda, con le sue inattese pause, il progressivo spegnersi della sonorità e i due sonori accordi conclusivi, quasi da recitativo operistico, è degno suggello al clima festoso del brano.

Paolo Rossini


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD AM 096-2 allegato alla rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 20 ottobre 2012