Sinfonia n. 70 in re maggiore, Hob:I:70


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Vivace con brio (re maggiore)
  2. Andante (re minore)
  3. Minuetto (re maggiore) e Trio
  4. Finale: Allegro con brio (re minore). Fugato. Allegro
Organico: flauto, 2 oboi, fagotto, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi
Composizione: Eisenstadt, 18 Dicembre 1779
Edizione: Le Duc, Parigi, 1780
Guida all'ascolto (nota 1)

La personalità di Haydn giganteggia in tutti i settori della musica e a lui va il merito di aver condotto la composizione strumentale, con la densità delle sue strutture dialettiche e con lo sviluppo della forma-sonata, fuori dalle ingenuità dello stile galante. Egli è stato il pioniere del quartetto d'archi e della sinfonia, il rinnovatore dell'oratorio di stile haendeliano, il compositore versatile di opere serie e comiche secondo il gusto italiano, il creatore di una forma pianistica che consegnò al titanismo beethovernano. L'attività musicale di Haydn è vasta e complessa e passa dalle invenzioni giocose e brillanti dei suoi divertimenti allo splendore preromantico dei pezzi orchestrali e dei grandi e fastosi oratori, che contribuirono alla definizione dell'opera lirica agli inizi dell'Ottocento.

Secondo i dati musicologici più recenti, raccolti nel 1957 nel "Thematisch bibliographisches Werkverzeichnis" di Antony van Hoboken, la produzione di Haydn comprende 108 sinfonie, 16 ouvertures, 47 divertimenti per orchestra e per complessi strumentali vari, 83 quartetti per archi, 32 concerti per diversi strumenti solisti e orchestra, 52 sonate per pianoforte, 8 sonate per violino e clavicembalo, 31 trii per pianoforte, violino e violoncello, 126 trii per baryton (un vecchio tipo di viola da gamba), 14 messe, vari brani sacri, cantate, arie e Lieder, 18 opere teatrali, 5 opere per marionette, 3 oratori (Il ritorno di Tobia, La creazione e Le stagioni). Naturalmente oltre alla quantità nella musica di Haydn conta la qualità, che punta sulla organizzazione razionale del mezzo espressivo, con l'allargamento delle basi dello "sviluppo" sonoro, inteso come mutazione sia melodica che armonica e ritmica, così da intensificare l'uso delle progressioni e delle modulazioni, quali elementi di un vivace e serrato procedimento dialettico.

Abitualmente il corpus sinfonico di Haydn viene suddiviso in tre gruppi che si fanno coincidere con i luoghi dove l'autore svolse la sua attività. Il primo periodo sinfonico, definito genericamente giovanile, comprende le opere dal n. 1 al n. 5 scritte fra il 1759 e il 1760, durante l'anno in cui il musicista fu al servizio del conte Morzin a Lukavec. Queste sinfonie, elaborate per un organico strumentale ristretto comprendente gli archi con due oboi e due corni, riflettono lo stile galante del tempo, anche se si avverte l'insegnamento dei maestri italiani, da Vivaldi a Sammartini. Il secondo momento della produzione sinfonica haydniana coincide con i lunghi anni di lavoro (quasi trenta) presso la famiglia dei principi Paul e Nikolaus Joseph Esterhàzy, particolarmente operosi e fecondi, con una sistemazione economica abbastanza tranquilla, pur ricoprendo una posizione di servitore, in quanto aspettava ogni giorno dai suoi padroni l'ordinazione di un pezzo musicale che doveva essere eseguito subito dall'orchestra della cappella (dai sedici ai ventidue strumentisti più i cantanti) che il compositore dirigeva nel fastoso castello in stile rococò, una specie di Versailles all'estremità meridionale del lago di Neusiedl, chiamato appunto Esterhàz. Si parla di un blocco di ottantasette sinfonie, che vanno dal n. 6 del 1761 al n. 92 del 1788 e rivelano una maggiore varietà espressiva accompagnata da un ampliamento dell'orchestra, che aggiunge un fagotto, un flauto, una tromba e i timpani, fino a stabilizzarsi poi nel tipico organico haydniano, utilizzato anche da Beethoven (flauto, due oboi, due fagotti, due corni, due trombe, timpani e archi).

Non c'è dubbio però che le sinfonie comprese fra il n. 93 e il n. 104 e composte a Londra fra il 1791 e il 1795 (è il terzo periodo sinfonico che si identifica con l'acclamata tournée di Haydn nella capitale britannica, organizzata dal violinista Johann Peter Salomon vissuto tra il 1745 e il 1815) rappresentino la fase culminante dell'attività creatrice del musicista, meritevole a giusta ragione del titolo di "padre della sinfonia". Infatti "La sopresa" (n. 94), la "Militare" (n. 100), "La pendola", detta anche "L'orologio" (n. 101), "II rullo di tìmpani" (n. 103), la "Salomon" (n. 104), tanto per segnalare qualche titolo, costituiscono i pilastri di quella costruzione sinfonica solida e massiccia che avrebbe influenzato, non solo formalmente, la vita musicale del tempo, a cominciare da Mozart, Beethoven e Schubert, anche se il rapporto tra Haydn e Mozart mostra il salisburghese ad un livello di più spiccata individualità: nel 1788 Mozart aveva già composto le sue ultime tre grandi sinfonie.

La Sinfonia n. 70 in re maggiore, che reca in fondo al manoscritto la data del 18 dicembre 1779, è considerata una composizione dotta, perché l'autore sviluppa in modo accentuato le tecniche del canone e della fuga per dare maggiore ampiezza al discorso sonoro. Le poche note staccate del tema d'inizio del Vivace con brio conferiscono un clima energico al movimento, che poi nel secondo soggetto assume un tono più distensivo e delicato. Non manca un gioco di imitazioni tra i violini e gli archi in un rincorrersi e integrarsi tra il primo e il secondo tema. L'impianto ritmico diventa più serrato nello scambio tra i primi e i secondi violini, su un pedale degli strumenti a fiato, fino a giungere ad una inattesa e tagliente conclusione. Il successivo Andante poggia su una di quelle melodie tranquille e vagamente assorte, caratteristiche dello stile haydniano. Anche qui predomina lo stile imitativo, articolato in cinque partì e alternando la tonalità di re minore con quella di re maggiore. Da notare la leggerezza melodica del canto dei violini con le sordine nell'epilogo in minore. Elegante e ben scandito si muove il Menuetto, arricchito da un Trio di gusto pastorale, recante varietà di espressione alla danza tradizionale.

L'Allegro con brio è una fuga costruita con indubbia abilità contrappuntistica. Un re ribattuto dai violini cinque volte, poi gli archi accennano un tema breve su note lunghe: il tutto si ripete tre volte e quindi l'orchestra assume una maggiore consistenza sonora. Il quadro si dissolve e rimane allo scoperto il soggetto principale, con cinque note ripetute e alternate ad un leggero mormorio di accenti. Ed eccoci alla coda con i cinque re, indicati prima in pianissimo e poi in fortissimo. L'organico della sinfonia, della durata di circa 22 minuti, prevede un flauto, due oboi, fagotto, due corni, due trombe e archi.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 15 maggio 1987


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Ultimo aggiornamento 29 marzo 2013