Sonata n. 39 in sol maggiore per pianoforte, op. 30 n. 5, Hob:XVI:39


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Allegro con brio
  2. Adagio (do maggiore)
  3. Prestissimo
Organico: clavicembalo o pianoforte solo
Composizione: Eisenstadt, Eszterháza-Schloß, 8 febbraio 1780
Edizione: Artaria, Vienna, 1780
Dedica: Fräulein Katharina und Marianna Auenbrugger
Guida all'ascolto (nota 1)

La Sonata in sol maggiore Hob. XVI 39 fa parte di una raccolta di sei che fu pubblicata nel 1780, e fu composta con ogni probabilità in un momento immediatamente precedente alla data di pubblicazione. Il primo movimento di questa sonata segue uno schema formale che è particolarmente caro a Haydn: una serie di variazioni in tonalità alternativamente maggiore e minore, con un episodio intermedio non direttamente derivato dal tema principale e quindi in funzione di secondo tema. A sua volta, questo Allegro con brio iniziale risulta praticamente identico nella forma e nell'idea tematica principale al movimento centrale della seconda sonata della medesima raccolta, tanto che lo stesso Haydn fece pubblicare sul verso del frontespizio, al fine di prevenire le critiche dei malevoli, un Avertissement nel quale si spiega che tale accostamento era stato intenzionalmente voluto dall'autore «per mostrare la differenza nell'esecuzione». Cosa intendesse effettivamente dire con tale avvertimento non risulta in realtà ben chiaro; risulta invece evidente in questa Sonata in sol maggiore una sorta di nostalgico ritorno allo spirito dello stile galante, evidenziato dal linguaggio semplice e accattivante, dalla disinvolta scorrevolezza del materiale tematico dei due movimenti estremi, e anche in quelle tenui ombre che vengono a tratti a turbare l'atmosfera serena e distesa della composizione. Cosi, ad esempio, le variazioni in tonalità minore del primo movimento, gentilmente e - si direbbe - innocuamente patetiche, le ampie volute melodiche della mano destra sopra un ben misurato accompagnamento di triadi arpeggiate nel secondo tempo e le nuvolette che attraversano il cielo sereno e l'atmosfera giocosa del Prestissimo finale ci riportano a un clima arcadico e galante più che alle inquietudini preromantiche.

Francesco Dilaghi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 30 aprile 1988


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Ultimo aggiornamento 30 marzo 2016