Appena si apre il Trio in mi bemolle maggiore Hob. XV:10 il clima cambia bruscamente e subito ci troviamo immersi in un'atmosfera corrusca e dai tratti muscolari. Qui il contorto primo tema dell'Allegro moderato viene enunciato, ma ancor più - diremmo - discusso, pronunciato, conclamato in eco dai tre strumenti nel gioco continuo delle imitazioni e dell'elaborazione contrappuntistica, degli intrecci, dei riverberi, delle risonanze e così facendo appare come un severo monito; dopo la cavalcante frase-ponte, ecco il secondo elemento, più contenuto e retrattile che conclude l'esposizione. Fantastica poi la galoppata dello sviluppo, dove Haydn concede letteralmente autentiche mirabilie al suo ascoltatore, disponendo con tre soli strumenti un'autentica e completa tavolozza pittorica che vale, ovvero simula una vera pagina d'orchestra: carica com'è di colori, di contrasti, di tratti e di spessori motivici, di nette gestualità melodiche, di variopinte soluzioni armoniche. Infine il Presto irrompe con il suo gioioso tema-refrain di rondò alternato a episodi-variazione pure da esso derivati, Inframmezzati a nuovi spunti e idee, concludendo dunque in modo festoso e ravolgente il Trio in mi bemolle maggiore.
Marino Mora