Lo sterminato corpus delle musiche cameristiche di Haydn comprende, oltre ai quartetti d'archi e i trii con baryton, un terzo genere assai praticato: il trio con pianoforte. Composti nell'arco di trent'anni, i circa quaranta lavori per clavicembalo o fortepiano, violino (o flauto, in tre casi) e basso (violoncello) costituiscono (assieme a quelli di Mozart) il più considerevole contributo settecentesco a questo genere. I lavori giovanili degli anni 1760, solitamente di dimensioni non ampie, appartengono ancora al mondo squisitamente ancien régime delle serenate e dei divertimenti, mentre le opere degli anni '80 e '90 si distinguono per la scrittura decisamente concertante per il pianoforte, tanto da indurre Charles Rosen a definirli, accanto ai concerti di Mozart, "le opere pianistiche più brillanti prima di Beethoven". La parte del violino almeno parzialmente si erge a interlocutore equiparato, ma quella del violoncello, salvo rari casi, è trascurabile in quanto mero raddoppio della mano sinistra del pianoforte. Motivo per cui certi trii possono essere eseguiti quali sonate per pianoforte e violino. La sonata in sol maggiore, in soli due tempi, risale all'ultimo periodo compositivo di Haydn, precisamente a quello del secondo soggiorno londinese, ed è stata pubblicata a Londra nel 1794.
Johanned Streicher