Apparebit repentina dies

per coro e ottoni

Musica: Paul Hindemith (1895 - 1963)
Testo: anonimo del secolo VIII
  1. Lento. Allegro
  2. Quasi presto
  3. Quasi presto
  4. Lento
Organico: coro misto, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba
Composizione: febbraio 1947
Prima esecuzione: Cambridge, Harvard Glee Club, 2 maggio 1947 (per il «Symposium on music criticism», Università di Harvard)
Guida all'ascolto (nota 1)

Questa composizione corale fu composta dal compositore tedesco nel 1947 per il «Symposium» di Critica musicale dell'Università di Harvard. Come testo il musicista scelse un poema latino antecedente al secolo VIII. Oltre al coro misto, prendono parte alla composizione quattro corni, due trombe, tre tromboni e il basso tuba.

Quattro episodi: il primo è annunciato da una specie di ampio preludio strumentale in stile fugato che riapparirà sotto l'ultimo episodio corale di questo primo tempo. Il coro entra con una frase «a cappella» (appena punteggiata da due note degli strumenti): segue un breve periodo lento e sommesso, dopo di che l'episodio si sviluppa ampiamente, in una scrittura compatta ma chiara e trasparente, sugli elementi musicali già proposti dal preludio. Il secondo episodio è annunciato da una frase del coro «a cappella» enunciata presto e forte: ripetuta immediatamente e integralmente, ma lenta e piano. Segue un ampio «quasi recitativo» dei bassi all'unisono, al quale risponde brevemente, due volte, un coro femminile; la voce dei bassi concluderà l'episodio. Il terzo episodio è costituito da una specie di introduzione corale punteggiata dagli strumenti, in un movimento presto a questa introduzione segue una Passacaglia ampiamente sviluppata conclusa da una specie di coda osannante e festosa. L'ultimo episodio, Lento e dolce, è il più breve di tutti: è una specie di preghiera affidata al coro, appena punteggiata dagli strumenti e che conclude la composizione in un'atmosfera raccolta e serena.

Domenico De Paoli

Testo

1. Lento - Allegro.

Repentinamente apparirà il giorno del Signore, come ladro nell'oscura notte.

Allora sembrerà del tutto caduco il precedente fasto del secolo, mostrando come l'intera vita terrestre sia consumata.

Lo squillo delle trombe, attraversando le quattro parti della terra, chiamerà i vivi e i morti dinanzi al trono di Cristo.

Si farà rosso il mondo lunare, si oscurerà il sole, cadranno impallidite le stelle, tremerà la terra.

Un fuoco fiammeggiante precederà l'apparizione del Giudice, distruggendo cieli, terre e i flutti del profondo mare.

Il Glorioso Re si assiderà in luogo elevato. Lo circonderà la tremebonda moltitudine degli, angeli.

2. - Quasi presto.

Tutti gli eletti siederanno alla sua destra; i cattivi, alla sinistra, tremeranno come fetidi capri.

«Andate» dirà il Re a coloro che stanno alla sua destra «assumete il regno dei cieli che il Padre vi ha preparato per l'eternità. Che con fraterna carità aiutaste me povero, e ora raccogliete la ricompensa di questa carità».

Lieti, quelli diranno: «Quando, o Cristo, Gran Re, vedemmo te povero?».

A loro risponderà il Gran Giudice: «Quando aiutaste i poveri dando pane, casa e vesti, me aiutaste».

Né tarderà il Giusto Arbitro a rivolger la parola a quelli che stanno alla sua sinistra:

«Andate, o maledetti, nel fuoco della Geenna. Voi che osaste respingere me mendico, non deste vesti all'ignudo, trascuraste l'affamato!».

Diranno i peccatori: «O Cristo, quando te povero, o Gran Re, quando te infermo abbiamo spregiato?».

Verso di loro tuonerà allora il Giudice: «O rei, quando respingeste il mendico, me avete respinto».

3. - Quasi presto.

Allora i rei saranno precipitati in eterno fra le fiamme. Satana e i suoi ministri li terranno prigionieri, là dove è pianto, lamento e stridor di denti.

E allora i fedeli saranno sollevati al Regno dei Cieli. In mezzo ai cori angelici riceveranno le divine felicità. Saranno introdotti alla gloria di Jerusalem, la suprema città, nella quale rifulge la vera luce e la visione della pace.

La schiera eccelsa dei beati contemplerà Cristo, splendido nella Luce del Padre.

4. - Lento.

Guardati perciò dall'idra dell'inganno, solleva gli infermi, temi l'oro, fuggi la lussuria, se vuoi raggiungere i Cieli.

Cingi i reni di virtuosa castità, porta lampade ardenti in omaggio al Gran Re.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 14 marzo 1965


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Ultimo aggiornamento 5 febbraio 2015