Sonata in fa maggiore per viola e pianoforte, op. 11 n. 4

Seconda versione

Musica: Paul Hindemith (1895 - 1963)
  1. Fantasie
  2. Thema mit Variationen
  3. Finale (mit Variationen)
Organico: viola, pianoforte
Composizione: 27 febbraio - 9 marzo 1919
Prima esecuzione: Francoforte, 2 giugno 1919
Guida all'ascolto (nota 1)

La produzione giovanile di Paul Hindemith rimane purtroppo sconosciuta al pubblico delle sale da concerto. Nei programmi compaiono raramente suoi lavori precedenti a quella svolta stilistica neobarocca, a quel retour à Bach che si manifesta, ad esempio, nel Quartetto per archi n. 4 del 1923 o nelle Kammermusiken, dalla seconda alla settima, scritte tra il 1924 e il 1927. L'immagine neoclassica di Hindemith getta così un'ombra sulla prima fase creativa del compositore che presenta, al contrario, opere di intensa musicalità e originale concezione formale quali, per l'appunto, la Sonata per viola e pianoforte op. 11 n. 4.

Formatosi a Francoforte nella classe di violino di Adolf Rebner, poi in quella di composizione di Arnold Mendelssohn e Bernard Sekles, Hindemith mostrò immediatamente doti musicali non comuni: oltre il violino e la viola (che diventerà il suo staimento) imparò a suonare con disinvoltura anche il clarinetto e il pianoforte. Apprezzandone il talento, l'insegnante lo invitò nel 1915 a far parte del Quartetto Rebner, come secondo violino, e nel settembre dello stesso anno divenne violino di spalla dell'Orchestra del Teatro dell'Opera di Francoforte. Al periodo scolastico risalgono i primi tentativi nella composizione musicale. Dopo la Guerra Mondiale, nel 1919, vennero eseguite, nella sua città natale, un gruppo di opere cameristiche: il Quintetto con pianoforte op. 7, due Sonate op. 11, il Quartetto per archi op. 10 che segnalarono il suo sicuro talento di compositore. In esse Hindemith mostra di aver assorbito vari influssi stilistici, da Brahms a Richard Strauss, da Reger a Schönberg e al più generale clima culturale espressionistico. Tra le sue letture di quegli anni troviamo, non a caso, poeti quali Else Lasker-Schüller, August Stramm e Georg Trakl. Il pittore Oskar Kokoschka gli fornirà, sempre nel 1919, il testo verbale del dramma espressionista in un atto Mörder, Hoffnung der Frauen (Assassino, speranza delle donne).

Le opere d'esordio di Hindemith, precedenti la sua adesione alle istanze antiromantiche della Neue Sachlichkeit (Nuova oggettività), evidenziano sovente, al di là di un prevedibile eclettismo giovanile, una vibrante espressività e la ricerca di originali soluzioni formali. È il caso della Sonata per viola e pianoforte op. 11 n. 4, scritta nel 1919, che elude il ricorso alla forma convenzionale della Sonata classica. I suoi tre movimenti (Fantasie, Thema mit Variationen, Finale mit Variationen) si presentano infatti come un unico movimento senza soluzione di continuità. La Fantasia iniziale appare come una lirica e quieta introduzione al successivo tema, una melodia dal carattere popolare, seguito da sette variazioni.

L'inizio del terzo movimento viene collocato da Hindemith nel bel mezzo della quarta variazione, senza che l'ascoltatore percepisca alcuna interruzione. Vi si nota, per la presenza di due distinte e contrastanti idee melodiche, una singolare allusione al bitematismo sonatistico, innestato sulla forma del tema con variazioni. Né manca un fugato, nella sesta variazione, posto a mo' di sviluppo, prima della riesposizione dei due temi e della variazione-coda finale. Nel complesso un'opera che va ben al di là di un saggio giovanile e si colloca tra i lavori più ispirati della musica da camera di Hindemith.

Raffaele Pozzi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 17 novembre 2000


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Ultimo aggiornamento 4 dicembre 2013