La Trauermusik per viola e orchestra d'archi fu composta da Paul Hindemith nel 1936 in memoria di Giorgio V d'Inghilterra. Si tratta di una breve pagina di carattere intimo e commosso che segna, insieme con altri lavori degli stessi anni come la grande opera Mathis der Maler ispirata alla figura del pittore Mathias Grünewald, un'inversione di tendenza nel suo percorso creativo, improntata ad un alto senso di religiosità, non lontano da analoghe esperienze di compositori ben altrimenti orientati come Schönberg o Poulenc.
La fase "espressionista" di Hindemith, culminata in lavori come Mörder Hoffnung der Fmuen (Assassino speranza delle donne) su testo di Oskar Kokoschka (1919), Das Nusch Nuschi operina per marionette birmane (1920) e Sancta Susanna (1921) aveva già in sé, sia pur sopraffatta dal tono beffardo e sarcastico "antiborghese", un elemento apparentemente estraneo di ascetica severità, quasi-liturgico, che emergerà pienamente negli anni successivi. Del resto anche il grande ciclo liederitico su testi di Rainer Maria Rilke Das Marienleben (La vita di Maria) del 1923 aveva preannunciato significativamente la nuova fase hindemithiana.
La grande scienza contrappuntistica rimane, priva però di esasperazioni tecnicistiche e soprattutto improntata a un riconquistato senso della armonia tonale - il trattato Unterweisung im Tonsatz (Manuale di composizione) è del 1937; nel 1942 uscirà la raccolta di Fughe e Interludi intitolata Ludus Tonalis.
Anche la melodia, prima rigorosamente censurata, fa capolino in modo sobrio e contenuto.
Nella Trauermusik il ruolo di solista è affidato alla viola, strumento di cui Hindemith era un ottimo esecutore sia da solo che come membro del Quartetto Amar e a cui aveva già dedicato numerose composizioni (Kammermusiken n. 5 e n. 6 - quest'ultima per viola d'amore -; Konzertmusik op. 48; Der Schwanendreher, su motivi popolari, del 1935). Lo stesso Giorgio V, del resto, suonava lo strumento ad arco. Il brano consta di quattro brevi sezioni che procedono senza interruzione. Nel Langsam (Lento) iniziale la scrittura contrappuntistica a quattro parti dell'orchestra cede il posto, con l'esordio della viola, a un semplicissimo accompagnamento accordale. La melodia intensa ma contenuta della viola procede per ampie frasi che si piegano in certi casi a stilemi di libero recitativo.
Le altre sezioni, la cui parentela tematica con la prima è abbastanza evidente anche al primo ascolto, sono un Ruhig bewegt (Poco mosso) seguito da un Lebhaft (Vivace), ambedue nel ritmo scorrevole di 12/8 e non prive di drammaticità. Infine un Corale, Für deinen Thron tret ich hiermit (Per il tuo Trono io qui cammino) di grande forza espressiva, intercalato da brevi cadenze del solista in uno smateriato registro acuto.
Giulio D'Amore