Sonata n. 2: Concord, Mass., 1840-60


Musica: Charles Ives (1874 - 1954)
  1. Emerson - Slowly
  2. Hawthorne - Very fast
  3. The Alcotts - Moderately
  4. Thoreau - Starting slowly and quietly
Organico: pianoforte
Composizione: 1916 - 1919 circa
Edizione: C. E. Ives, Redding, 1920
Guida all'ascolto (nota 1)

Ives è considerato uno dei pionieri del Novecento musicale nordamericano, meno famoso e popolare di George Gershwin e a suo modo anticipatore di Varèse e poi di Cage. Figlio di un maestro di banda della cittadina natale, Danbury nel Connecticut, apprende dal padre i primi rudimenti della musica che gli permettono di suonare l'organo della chiesa appena tredicenne. Più tardi frequenta i corsi di Horatio Parker alla Yale University di New York e approfondisce le sue conoscenze del pianoforte e del violino, oltre che di altri strumenti, studiando i classici della musica, soprattutto Bach, Haendel e Beethoven. Dopo essersi diplomato in composizione nel 1898 Ives, di temperamento individualistico e anticonformista, decide di entrare nel mondo degli affari, organizzando una compagnia di assicurazioni, per poter scrivere musica in piena libertà. Come assicuratore ottiene molto successo, meno come musicista. A chi gli chiede se soffra per questa doppia identità, egli così risponde: «Le mie esperienze nel mondo degli affari mi hanno mostrato la vita sotto molti aspetti, che altrimenti avrei ignorato... Attraverso gli affari ho conosciuto in pieno la vita. Non si può relegare un'arte in un angolo nella speranza che abbia vitalità, realtà e sostanza. L'arte vera non può conoscere esclusioni. Essa proviene direttamente dal centro dell'esperienza della vita, dalla meditazione sulla vita e infine dalla vita vissuta. Il mio lavoro di musicista mi ha aiutato negli affari, e il mio lavoro come uomo di affari mi è stato d'aiuto per la mia musica».

Ives compone musica fino intorno agli anni Trenta, ma una malattia cardiaca lo costringe a ritirarsi nella sua casa di campagna nel Connecticut, dove passa il tempo rivedendo le sue partiture. Soltanto negli ultimi anni prima di morire, dopo decenni di quasi totale incomprensione, egli è diventato l'autore più rinomato della vecchia guardia nordamericana, specialmente per alcuni lavori, come la Seconda Sinfonia del 1902, la Seconda Sonata per pianoforte, completata nel 1915, la Holidays Symphony del 1914 e il Book of 114 Songs, pubblicato nel 1922. Anche Schoenberg non rimase indifferente di fronte alla musica di Ives e nel 1945 scrisse per una rivista americana questo giudizio che richiamò l'attenzione sull'isolato compositore del Connecticut: «C'è un grande uomo che vive in questo paese, un compositore. Egli ha risolto il problema di come restare se stesso e di come continuare a perfezionarsi. Egli risponde alla negligenza del mondo con il suo disprezzo. Non si sente forzato ad accettare né la lode né il biasimo. Il suo nome è Ives».

Come compositore Ives precorre oppure affianca non pochi atteggiamenti della produzione debussiana, skriabiniana, stravinskiana, per non dire delle molteplici innovazioni armoniche da lui sperimentate prima ancora di conoscere le teorie e le opere schoenberghiane. Un esempio indicativo dello stile e del modo compositivo di questo singolare musicista si può cogliere nella citata Sonata n. 2 per pianoforte, il cui titolo esatto è il seguente: Second Piano Sonata ("Concord, Mass. 1840-60") e che viene proposta nel concerto odierno nella sua prima versione, contrassegnata da una più accurata e raffinata scrittura armonica e timbrica, nella ricerca di una espressività maggiormente scavata all'interno del discorso musicale. Lo stesso Ives ha spiegato le ragioni di questa Sonata in un suo scritto, dicendo: «L'insieme è un tentativo di rappresentare le impressioni che una persona riceve dallo spirito del Trascendentalismo, che nelle menti di molti è associato con il villaggio di Concord, Mass., com'era più di mezzo secolo fa. Ciò si vuole raggiungere con i ritratti impressionistici di Emerson e di Thoreau, con un bozzetto dedicato agli Alcotts e con uno scherzo che vorrebbe rispecchiare una qualità più brillante che spesso si trova negli aspetti più bizzarri di Hawthorne». Si sa che Emerson, Hawthorne, gli Alcotts, specialmente Luisa May, autrice del celebre libro "Piccole donne", preso a modello da intere generazioni di americani, e Thoreau sono scrittori e pensatori che hanno contribuito alla formazione della moderna cultura statunitense e trasformarono intorno agli anni 1840-60 la cittadina di Concord in un importante centro di idee e di pensiero, collegato in un certo senso a quel movimento filosofico-morale che va sotto il nome di Trascendentalismo.

Il primo aspetto che colpisce di questa Sonata Concord è la citazione ricorrente del tema famoso della Quinta Sinfonia di Beethoven, che Ives spiega in questi termini: «C'è un contenuto profetico all'inizio della Quinta Sinfonia di Beethoven; in quelle quattro note troviamo uno dei più grandi messaggi di Beethoven. Vorremmo porre la sua interpretazione oltre l'inevitabilità del fato che bussa alla porta, oltre il più grande messaggio del destino, e tentare di avvicinarlo al messaggio spirituale delle rivelazioni di Emerson proprio al "cuore comune" di Concord; l'anima dell'umanità che bussa alla porta dei divini misteri, raggiante nella fede che le sarà aperto e che l'umano diventerà divino!». La Sonata, alla quale Ives pose più volte le mani per oltre trent'anni senza mai raggiungere la versione definitiva, è articolata in quattro movimenti di particolare difficoltà tecnica e interpretativa. Il primo movimento, dedicato a Emerson, è molto denso di contrappunti dissonanti e rispecchia un solido impianto polifonico, su cui si inserisce come un motto emblematico il motivo della "Quinta" di Beethoven, portato alla fine ad un climax espressivo intenso e robusto. Dopo questa pagina così magniloquente e di ampio respiro si passa al secondo movimento che si richiama alla tematica di Hawthorne, ispirata ad una visione poetica e quasi naif della natura, come attesta il suo libro più noto "La lettera scarlatta", storia dei costumi della Nuova Inghilterra nel secolo sedicesimo. In sostanza la figura di Hawthorne è per Ives un pretesto per rievocare il mondo felice della fanciullezza, dove la fantasia gioca un ruolo creativo di situazioni piacevolmente depositate nella memoria. Si fa sentire anche in questo movimento il tema, anche se modificato e trasformato, della "Quinta" beethoveniana, ma quello che conta di più è l'atmosfera dei ricordi dell'infanzia, con le reminiscenze di inni e marce adatte a creare una dimensione di "scherzo" in questo secondo tempo. Il terzo movimento della Concord Sonata vuole rappresentare l'atmosfera familiare operosa e tranquilla degli Alcotts, celebrata nel già citato romanzo "Piccole donne" di Luisa May, figlia di Bronson Alcott. Dolci canzoni di bambini si alternano a motivi di fede puritana della Nuova Inghilterra e lo stesso Ives non manca di accennare «al ricordo della casa degli Alcotts sotto gli olmi, alle canzoni scozzesi e agli inni di famiglia che erano cantati al termine di ciascuna giornata.... C'è il tentativo di cogliere una forza insita nella speranza che mai si abbandona alla disperazione». Anche per il quarto e ultimo movimento Ives ha lasciato un programma piuttosto dettagliato, in cui si possono cogliere gli aspetti essenziali del mondo spirituale dello scrittore Thoreau, attratto fortemente dai fenomeni della natura e raffigurato come un suonatore di flauto sul lago di Walden. Ives, tra l'altro, scrive: «È discesa la sera e la gente si raduna a pregare nel villaggio; una melodia sembra trasportata nella foresta... Il flauto del poeta si ode lontano, sopra lo stagno, e Walden ascolta il canto del cigno di quel "giorno" e lo riecheggia fievolmente... Prima di finire la sua giornata il poeta guarda l'acqua cristallina dello stagno e coglie un'immagine di pensiero che aveva visto nella nebbia del mattino e nella foschia; sa che, mediante quest'ultima sottomissione, possiede la "Libertà della notte" (Freedom of the Night)». Due temi si intrecciano fra di loro e formano una tessitura di delicata matrice impressionistica, in un clima di magica contemplazione delle forze misteriose della natura, quasi per reazione al materialismo pragmatico assurto a filosofia del "modo di vita" americano. Non per nulla in questo tipo di società Ives rimase un isolato, attratto dall'America pioneristica del piccolo villaggio di Concord nel Massachusets.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 18 gennaio 1985


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Ultimo aggiornamento 24 giugno 2016