Zápisník zmizelého (Il diario di uno scomparso), V/12


Testo del libretto (nota 1)

1. - TENORE
Ich traf eine junge Ziegeunerin,
leicht schritt sie wie ein Reh,
schwarz auf der Brust die Zöpfe,
das Auge ein finstrer See.

So hat sie tief mich angeblickt,
bis flink sie davonsprang,
und blieb mir in Kopf zurück
wohl Nacht und Tag.
Ho incontrato una giovane zingara,
flessuosa come una cerva,
trecce nere che le scendevano sul petto,
e occhi scuri come il mare.

Mi ha guardato profondamente,
poi è scappata via svelta,
e così mi è rimasta nella mente
notte e giorno.
2. - TENORE
Ist sie noch immer da,
diese Zigeunerin?
Geht sie noch nicht weiter,
nicht in die "Welt hinaus?

Wohl wär's ein Glück für mich,
wollt' sie abseits treten;
gleich war' ich fröhlich
und ging zur Kirche beten.
È ancora sempre qua,
la zingarella?
Che cosa la trattiene qui,
perché non se ne va lontano?

Sarebbe un bene per me,
se se ne andasse via;
starei subito meglio e sollevato
correrei in chiesa a pregare.
3. - TENORE
Wie der Glühwürmchen Spiel am Heckenrand sich breitet,
und ein Schritt langsam den Heckenrand abschreitet.
Warte nicht, warte nicht, wirst mich nicht erlauern,
ach wie sehr müsst nachher meine Mutter trauern.

Dunkel die Nacht und das Herz in bangen Sorgen,
Jemand steht bei unsrer Scheune, wohl verborgen.
Glühn zwei Augen und wollen mich hinleiten -
Du mein Gott, erlaub's nicht! Steh mir treu zur Seite!
Le lucciole danzano intorno alla siepe,
e qualcuno si aggira furtivo lungo la siepe.
Non star lì ad aspettarmi, non mi lascerò tentare,
un giorno mia madre potrebbe averne grande dolore.

la notte è buia e il cuore è in piena,
c'è qualcuno che si nasconde dietro l'angolo del granaio.
Due occhi brillano nell'ombra e vogliono portarmi via...
Oh mio Dio, non permetterlo! Dammi il tuo aiuto!
4. - TENORE
Zwitschern im Nest schon die Schwalben son morgendlich,
ach und die ganze Nacht lag wie in Dornen ich.
Nun schon das Morgenrot, lieblicher Sonnenhusch,
ach und die ganze Nacht nackt ich im Dornenbusch.
È mattino, le rondini fanno il verso nel loro nido,
e io ho passato tutta la notte insonne nel mio letto.
Già il cielo si fa chiaro, splende il sole,
e io sono stato tutta la notte come su un letto di spine.
5. - TENORE
Heut' ist's schwer zu pflügen, war kein Schlaf zu finden,
und wie ich doch einschlief: da träumt's nichts als Sünden!
È faticoso lavorare la terra dopo una notte senza riposo:
quando riuscivo ad addormentarmi, era lei che sognavo!
6. - TENORE
Heisa! Ihr grauen Ochsen,
pflügt mir das Feld geschickt,
nicht nach den Erlen dort,
nicht mir zurückgeblickt!

Springt der Pflug zurück
harten Ackerschollen,
was für ein Kopftuch dort,
möchtet ihr wissen wollen?

Wollt' doch, wer dort wartet,
wollt gleich zu Staub vergehn...
Weh mir, weh den Sinnen,
wenn sie in Flammen stehn.
Orsù, miei grigi buoi,
attenti a come tirate l'aratro,
seguite il solco senza volgervi laggiù,
verso il bosco di ontani.

l'aratro salta sulla terra
smuovendo le dure zolle,
uno scialle dai colori vivaci
spicca tra il verde del fogliame.

Possa colei che mi sta aspettando
tramutarsi in polvere...
Le mie povere tempie pulsano,
come in fiamme.
7. - TENORE
Wo ist das Pflöcklein hin,
das Pflöcklein von der Pflugschar?
Ihr Öchslein haltet mir!
Muss mir ein neues schaffen.

Gradaus, gradaus geh ich,
vom Erlbusch hol ich's her...
Flieh', wenn das Schicksal ruft,
und doch entfliehst du nimmer!
Dov'è finito il cavicchio,
il cavicchio dell'aratro?
Aspettate, miei buoi!
Devo farne uno nuovo.

Difilalo ne ricaverò uno
da quel legno di ontano...
Quando il destino chiama,
nessuno può sfuggirgli!
8. - TENORE
Seht nicht, ihr Öchselein,
ängstlich zur Wende hin,
fürchtet euch nicht um mich,
da ich doch tapfer bin!

Steht die schwarze Zefka,
steht sie am Erlenrand,
ihre dunklen Augen
glühn wie Funkenbrand.

Wenn ich zu ihr trete,
lasst nur die Bangigheit,
bösem Blick, bösem Blick
trotzt' ich immer, so auch heut.
Non guardate con occhi così tristi, mia buoi,
al cambiamento del mio cuore;
non abbiate paura per me,
saprò essere forte!

Zefka dai capelli neri
sta aspettando presso il bosco di ontani,
i suoi occhi scuri
lampeggiano come scintille di fuoco.

Anche se mi accosterò a lei,
non abbiate paura,
saprò bene come tener testa
ai suoi occhi ammaliatori.
9. - CONTRALTO
"Sei willkommen, Jan,
hier im dunklen Hagen!
Welch ein guter Zufall
hat dich her verschlagen?

Mir willkommen, Jan!
Doch du stehst so lange,
ohne Blut, ohne Laut,
ist dir vor mir bange?"
"Benvenuto, Jan,
qui nel bosco ombroso!
Qual buon vento
ti ha condotto fin qui?

Che tu sia benvenuto, Jan!
Ma perché te ne rimani lì,
pallido e immobile,
forse hai paura di me?"
TENORE
"Braucht vor keinem Menschen,
braucht mir bange sein,
nur ein Pflockholz zuhaun,
kam ich zum Wald herein!"
"Non ho ragione di temere nessuno,
né di avere paura:
sono venuto qui per intagliare
un nuovo cavicchio per l'aratro!"
CONTRALTO
"Lass es, mein liebster Jan,
musst kein Messer schwingen!
Hör mein Lied, hör es an,
wie's die Zigeuner singen!".
"Non preoccuparti, mio caro Jan,
lascia stare il tuo lavoro!
Ascolta la mia canzone, ascolta
come cantano gli zingari!"
CORO
Hand an Hand gefügt,
sang sie trauervoll,
und das düstre Lied
süss ins Herz ihm schwoll.
Congiunte le mani,
cantò una canzone piena di malinconia,
e la triste canzone
gli penetrò dolcemente nel cuore.
10. - CONTRALTO
"Gott dort oben, sag, warum nur
schufst du das Zigeunerblut?
Endlos hetzt man's, endlos jagt man's,
und kein Ort zur Rast uns gut?

Hast du geträumt, mein Jan,
horchst auf die Lercher hin?
Setzt dich doch ein Weilchen
zu der Zigeunerin!"
"Dio lontano, Dio eterno, dimmi,
perché creasti il sangue zigano?
Forse per farlo errare per il mondo,
senza trovare mèta né riposo?

Stai sognando, mio Jan,
ascolti forse il canto dell'allodola?
Vieni qui e siediti
accanto alla zingara!"
CORO
Und das düstre Lied
süss ins Herz ihm schwoll.
E la triste canzone
gli penetrò dolcemente nel cuore.
CONTRALTO
"Gott dort oben, Allerbarmer!
Lass, eh ich in der Welt vergeh,
lass mich wissen, lass mich fühlen!"
"Dio onnipotente, Dio misericordioso!
Prima che io muoia in questo mondo desolato
fa' ch'io sappia, fa' ch'io senta!"
CORO
Und das düstre Lied
süss ins Herz ihm schwoll.
E la triste canzone
gli penetrò dolcemente nel cuore.
CONTRALTO
"Stehst ja wie aus Stein da,
blickst als wie im Fieber,
siehst fast wie Fürchten aus,
und vor mir, du Lieber?

Nicht so ganz vom Weiten,
kannst dich näher strecken.
Es ist wohl meine Farbe?
Ja, die muss die schrecken!

Bin ich dir zu dunkel,
deinem Aug ein Graus?
Wo die Sonn' nicht hinscheint,
seh ich anders aus!"
"Sei silenzioso e te ne stai là,
immobile come una statua:
si direbbe quasi,
che tu abbia paura di me.

Non startene così lontano,
vieni, avvicinati un po'.
È forse per il colore della mia pelle?
Sì, è questo che ti spaventa!

Non sono così nera
come ti può sembrare.
Dove il sole non può arrivare,
ho tutto un altro aspetto!"
CORO
Zog von der Brust sie sacht,
zog sie ihr Hemdlein weg,
und all sein warmes Blut
stürzt' ihm zu Kopf vor Schreck.
La camicetta sul seno
aprì lentamente,
e tutto il suo sangue ardente
gli affluì nella testa e lo avvampò.
11. - TENORE
Von der Heidin Wangen
Zauberduft weht so zart...
Un profumo si leva dai campi
dove il grano matura...
CONTRALTO
"Willst mich schlafen sehn,
ganz nach Zigeunerart?
Willst mich sehen?
Ganz nach Zigeunerart?"
"Vuoi che ti mostri
come dormono gli zingari?
Vuoi sapere
come dormono gli zingari?"
TENORE
Räumt' sie ein Steinchen weg,
einen Ast zur Seite:
"Schon ist das Bett gemacht!",
schon zur Nacht bereitet.
Gettò lontano dei ciottoli,
spazzo da terra alcuni ramoscelli:
"Ecco fatto il mio letto!", disse ridendo,
già pronta per la notte.
CONTRALTO
"Polster der Waldboden,
Decke des Himmels Zier,
und kühlt der Tau die Hände,
wärm ich im Schoss sie mir".
"La terra è il mio cuscino,
e il cielo la mia coperta,
e quando la rugiada mi fa gelare le dita,
le scaldo nel mio grembo".
TENORE
Trug ein Röckchen nur,
lag auf dem Boden dort -
Ach wie jammernd wich
meine Keuschheit fort.
Lasciando solo la sottoveste,
si sdraiò per terra...
e la mia virtù
pianse a calde lacrime.
12. - TENORE
Dunkler Erlenwald,
Brünnlein wunderkalt,
schwarz das Heidenkind,
weiss die Knielein sind:
diesen vieren nie entrinnen,
nie vergessen kann mein Sinnen.
L'oscuro intrico del bosco,
una chiara sorgente d'acqua,
una zingara dagli occhi neri,
le sue bianche ginocchia:
queste quattro cose, finché avrò vita,
non potrò mai dimenticarle.
13. - (pianoforte solo)
14. - TENORE
Sonn' ist aufgegangen,
Nebel schweben.
Ach, was ich verloren,
wer kann's mir wiedergeben?
Li sole è alto nel cielo,
la nebbia si dirada.
Ah, ciò che ho perduto,
chi potrà restituirmelo?
15. - TENORE
Meine grauen Ochsen,
steht nur und seht mich an.
Wenn ihr mich verratet,
wärt ihr mir übel dran!

Wenn ihr es saget,
die Peitsche schon' ich nicht,
zahlt ihr mit Schweiss und Müh,
was ihr mir angericht!

Aber das schwerste ist,
ob ich zu Mittag dann,
ob ich der Mutter zuhaus
ins Gesicht schaun kann!
E adesso, miei grigi buoi,
perché mi guardate?
Non vorrete forse
tradire il mio segreto!

Se lo faceste,
non vi risparmierei la frusta,
e allora ve ne pentireste,
oh come ve ne pentireste!

Ma il momento più brutto
sarà quando a mezzogiorno
dovrò tornare a casa
e guardare mìa madre negli occhi!
16. - TENORE
Was hab ich da getan?
Träume ich, wache ich?
Nennt die Zigeunerfrau
wirklich ihr "Söhnchen" mich?

Soll'n sie mir Eltern sein,
mir das Zigeunerpaar?
Lieber mir ein Messer,
lieber ins Herzblut klar!

Flog eine Lerche auf,
flog mit hellem Singen,
meiner Herzenstrauer
ist kein Trost zu bringen.
Che cosa ho mai fatto?
Che cosa mi è capitato?
Dovrò imparare a chiamare
"madre" una zingara?

Una zingara per madre,
uno zingaro per padre?
Preferirei farmi tagliare
un dito della mano!

Una allodola si è alzata in volo,
cantando allegramente,
ma il mio cuore è afflitto
e nessuno potrà consolarmi.
17. - TENORE
Flieh, wenn das Schicksal ruft,
noch entfloh ihm keiner.
Abends zu den Erlen
eil' ich im Mondscheine.

Es ist ein Erdbeerplätzchen:
hast du's nicht längst gewusst?
Streifst du ein Blättlein um,
kostest du Himmelslust.
Quando il destino chiama,
nessuno può sfuggirgli.
Ogni notte adesso corro
a quel bosco di ontani.

Che cosa vado a fare?
A cogliervi fragole.
Se cerchi sotto le foglie,
trovi la felicità.
18. - TENORE
Nichts mehr, nichts mehr denk ich,
wünsch nur den Abend her,
dass ich schon bein Zefka
die Nacht lang wach war'.

Allen den Hähnen rings
möcht ich den Kopf abhaun,
rufen das Morgenrot,
und ich will's nie mehr schaun!

Ewig Nacht fortan,
ewig geblieben,
denn alle Ewigkeit
will ich nichts als lieben.
Ora non penso più a niente,
attendo solo che venga la sera,
per passare con Zefka
tutta la notte.

A tutti i galli d'intorno,
vorrei torcere il collo,
allora non ci sarebbe nessuno
a dirci che è tempo d'alzarsi!

Se la notte potesse
durare eternamente,
allora potrei anche
amare per l'eternità.
19. - TENORE
Wie die Elster wegfliegt,
hurtig ihr Flügelschlag.
Von der Schwester Zaun
verschwand ein Hemd am hellen Tag.

Wenn es die Schwester wüsst,
wer so gut stehlen kann,
sprach sie kein Wort mehr,
schaute mich nie mehr an.

Herr meine Seele,
wie anders mein Leben jetzt,
seit die Sündenliebe
mir das Herz besetzt!

Wie ich gebetet hab,
wie den Kopf zerrüttet!
Jetzt ist er ein Abgrund,
voll mit Sand geschüttet!
Vola la gazza, vola,
battendo forte le ali,
a mia sorella è sparita
la gonna che aveva steso ad asciugare.

Se mia sorella sapesse,
chi è stata a rubarla,
non mi rivolgerebbe più la parola,
non mi degnerebbe più d'uno sguardo.

O mio Signore Iddio,
com'è cambiata la mia vita,
come si sono trasformati
i pensieri del mio cuore!

Le preghiere di un tempo,
come si confondono nella mia mente!
È come un abisso,
tutto sommerso di sabbia!
20. - TENORE
Hab ein Jüngferlein
die ist hoch zu loben,
um den Gürtel hin
ist ihr Rock gehoben.
Ho una cara ragazza,
a cui debbo delle lodi,
fin sopra la cintola
si solleva la sua gonna.
21. - TENORE
Vater, dem Tag' fluch ich,
der Euch den Irrtum nimmt,
dass ich die Braut nehme,
die Ihr mir zubestimmt.

Jedem, der fehlte,
folgt Busse und Klagen:
Vater, so muss auch ich,
muss mein Schicksal tragen!
Padre, maledico il giorno
in cui commetteste l'errore di credere
che avrei sposato
colei che voi mi avevate destinato.

Chi ha sbagliato,
deve pagare per la sua colpa:
padre, così anch'io
devo accettare il mio destino!
22. - TENORE
Leb denn wohl, Heimatland,
leb denn wohl, Heimatsort!
Übrig blieb dies allein,
übrig dies Abschiedswort.

Lieber Vater, grollet nicht,
und auch Ihr, Mütterlein,
und leb wohl, Schwester mein,
du meiner Augen Licht!

Könnt' ich nur einmal noch,
könnt euch küssen und abbitten!
Doch kein Weg führt zurück
meinen traurugen Schritten!

Was bestimmt, trag ich nun,
trag es in Not und Harm -
Zefka steht, wartet schon,
und mein Sohn ihr im Arm!
E dunque addio, mia cara terra natale,
addio, mio paese!
Tutto ciò che mi resta
è salutarvi per sempre.

Addio a te, padre mio,
e a te, madre cara;
addio a te, sorellina,
luce dei miei occhi!

Bacio le vostre mani,
e vi domando perdono:
non c'è più per me
la strada del ritorno!

Non si può sfuggire
ai comandi del destino...
Zefka è là che mi aspetta,
e mio figlio è nelle sue braccia!
(Traduzione e versione ritmica in tedesco di Max Brod) (Traduzione italiana di Sergio Sablich)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 12 maggio 1999


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Ultimo aggiornamento 12 novembre 2015