Kascej l'immortale

Opera in un atto

Testo del libretto

Primo quadro
Il regno di Kaščej. Paesaggio cupo e opprimente. È autunno avanzato. Il cielo è oscurato da una spessa coltre di nubi nere. Alberi gracili e arbusti mezzo spogli, o ricoperti da foglie gialle o rossastre. In primo piano, la piccola e stravagante dimora di Kaščej, un castello con un terrazzino e una scaletta. Sul tetto, gli occhi di una civetta brillano nell’oscurità. All’ingresso, una serie di gusle magiche sono appese in alto. Attigua al castello c’è una torre non tanto alta. Un recinto circonda la dimora, e su ogni palo – ad eccezione di uno – poggiano teschi umani. Sullo sfondo si intravedono rupi ricoperte di muschio, simili a un muro di cinta che segna i confini del regno di Kaščej. Da un lato, nascosto allo sguardo del pubblico, c’è un ingresso. È l’imbrunire.
La Principessa è sola.
PRINCIPESSA
Dni bez prosveta, bessonnye noči,
kak zimnie tuči,
prochodjat bessmennoj čredoju.
Vjanet krasa moja v tjažkoj nevole,
čto v pozdnjuju osen’ berëzka,
poniknuv listvoju.
Ženich nenagliadnyj,
moj vitjaz’ prekrasnyj!
Tomljus’ ja,
net sna i pokoju;
bledny moi ščëki, i oči potuchli
ot slëz, čto l’jutsja rekoju.
Giorni senza luce, notti insonni,
come nuvole d’inverno che marciano
in una schiera senza fine.
La mia bellezza avvizzisce in questa tremenda
prigionia,
come la betulla nel cuore dell’autunno
quando perde le sue foglie.
Mio promesso, mio adorato,
mio meraviglioso eroe! Languisco; non v’è
riposo né pace; le mie guance son pallide,
i miei occhi spenti, consunti dalle lacrime
che scendono a fiumi.
VOCE DI KAŠČEJ
(dall’interno del castello)
Carevna, carevna!
Pridi ko mne v terem,
spoj pesnju il’ skazku skaži mne!
Ulybkoj privetnoj uteš’ moju starost’,
zabav’ menja šutkoj igrivoj.
Principessa, Principessa!
Vieni da me, nel castello,
cantami una canzone, raccontami una storia!
Allevia la mia vecchiaia con un sorriso,
allietami con un gioco, uno scherzo.
PRINCIPESSA
Tjažkie dumy, unylye dumy splelisja,
kak zven’ja, železnoju cep’ju uzornoj.
Pensieri grevi, pensieri cupi si intrecciano
come anelli di ferro di una catena.
VOCE DI KAŠČEJ
Carevna! Carevna!
Ty čto ž ne otvetiš’?
Al’ golos tebe moj ne slyšen?
Principessa, Principessa!
Che fai, non rispondi?
Forse non mi hai udito?
PRINCIPESSA
B’jus’ i tomljus’ ja
v plenu u Kaščeja,
čto rybka v mereže
na meli pesčanoj ozërnoj.
Mi dibatto e soffro,
prigioniera di Kaščej,
come un pesce intrappolato
in una nassa, nella secca sabbiosa di un lago.
VOCE DI KAŠČEJ
Spušču-ka ja nogi s puchovoj posteli,
tebja prouču chorošen’ko.
Uvažit’ ne chočeš’ Kaščeevy reči,
tak, verno, kljuki poboiš’sja.
Adesso mi alzo dal mio letto di piume
e ti aggiusto per le feste.
Se non vuoi ascoltare le parole di Kaščej,
ascolterai il suo bastone.
PRINCIPESSA
S zalëtnoju pticej
il’ s vetrom gul’livym
ty vest’ o sebe perešli mne.
Ženich moj prekrasnyj,
ty pomniš’ li ladu,
toskueš’ li v gor’koj razluke?
Ty po svetu ezdiš’ li v brannych dospechach,
Kaščeevu smert’ dobyvaja?
Il’, možet, zabyl ty carevnu, moj vitjaz’,
i serdcem vladeet drugaja?
Sulle ali di un uccello
o con un soffio di vento
inviami tue notizie.
Mio adorato, mio promesso,
ti ricordi del nostro amore?
Non soffri forse per questa amara separazione?
Vestito della tua armatura, stai vagando
per il mondo deciso ad uccidere Kaščej?
O forse, mio valoroso cavaliere, hai dimenticato
la tua Principessa e hai donato il tuo cuore ad un’altra?
(Kaščej, appoggiato al suo bastone, esce dal castello e si dirige verso il terrazzino d’ingresso.)
KAŠČEJ
(con tono beffardo)
Gorjueš’ vsë? Tebe pristali slëzy.
Poplač’, poplač’! Ljublju na nich smotret’
i devicu pogladit’ po golovke.
Che, che, che!
Sei ancora lì che ti struggi? Non hai finito le lacrime?
Piangi, piangi! Adoro sentire il pianto di una fanciulla
mentre le accarezzo i capelli.
Ah ah ah!
(Si siede vicino all’ingresso.)
PRINCIPESSA
Čudovišče! Nad gorem moim sžal’sja!
Molju tebja: daj mne ego uvidet’…
Chot’ raz eščë… Ty možeš’… Ty koldun…
Sred’ mraka čërnych zimnich tuč,
navisšich tjažko nad pustynej,
bylogo sčast’ja svetlyj luč
pust’ mne blesnët, blesnët na mig edinyj!
Mostro! Perché non hai pietà del mio dolore?
Ti supplico: lasciamelo vedere…
Anche solo una volta… tu puoi farlo…
Con i tuoi poteri magici…
Lascia che un raggio di luce,
tenue ricordo della gioia d’un tempo,
attraversi il manto di nuvole nere
che avvolge questa landa desolata,
e mi raggiunga, mi raggiunga solo per un istante.
KAŠČEJ
Nu, duročka!… Izvol’, izvol’, utešu.
Ėj! Zerkal’ce moë s almaznoju opravoj,
skok v ruki mne skorej,
carevne bud’ zabavoj!
E sia, piccola stolta!… D’accordo, d’accordo,
sarai accontentata.
Ehi! Specchio, specchietto mio tempestato di diamanti,
corri da me, presto,
facciamo contenta la principessina!
(Lo specchio salta in mano a Kaščej)
Gljadi v nego: uvidiš’ jasno vsë,
čto soveršaetsja na belom svete,
i daže čto pokuda ne sveršilos’,
no sbyt’sja neminuemo dolžno;
vsë točno zerkal’ce moë pokažet.
Smotri!
Guarda questo specchio,
ti mostrerà chiaramente
gli avvenimenti di tutto il creato,
persino quelli non ancora accaduti,
ma che senza fallo accadranno:
lo specchio ti mostrerà tutto, ogni dettaglio.
Guarda qui.
PRINCIPESSA
V glazach rjabit, i serdce b’ëtsja.
Och, strašno, strašno!
La vista si annebbia, il cuore sussulta,
ho paura, ho paura!
(Guarda rapita lo specchio.)
KAŠČEJ
Čto že v nëm? Skaži! Cosa vedi? Dimmi!
PRINCIPESSA
Krasavica… Žemčužnye slezinki
na blednych ščëčkach i v očach.
Una bella fanciulla… con gli occhi
gonfi di lacrime che le scendono sulle guance pallide.
KAŠČEJ
(spaventato)
Čto, čto? Cosa? Come?
(Guarda nello specchio)
Da ėto ty sama!
Che, che, che!
Ma questa sei tu!
Ah ah ah!
(Soffia sullo specchio)
Teper’ gljadi. Adesso guarda!
PRINCIPESSA
(guarda di nuovo nello specchio)
Ja vižu devu krasoty čudesnoj.
Na serdce drož’, a glaz otvest’ nel’zja.
Rusalka?… Čarodejka?…
Vedo una ragazza di incredibile bellezza.
Sento un brivido al cuore,
ma non riesco a smettere di guardarla.
È forse una ninfa, o una maliarda?
KAŠČEJ
(a parte)
Ėto dočka. È mia figlia.
PRINCIPESSA
Vot on prišël!
Ženich moj milyj, ty li?
Tebja l’ ja vižu, radost’?
Eccolo, è lui!
Mio adorato, mio promesso, sei davvero tu?
Sei tu che vedo, gioia mia?
KAŠČEJ
(stizzito)
Zerkal’ce podaj mne! Ridammi lo specchio!
(Afferra lo specchio dalle mani della Principessa e lo osserva spaventato)
Och! Uželi smert’ moja?… Allora forse è la mia morte…
(lascia cadere lo specchio, che va in frantumi.)
PRINCIPESSA
Ozem’ zerkal’ce razbilosja,
čudnoe viden’e skrylosja.
Serdce s gorja nadorvalosja,
slovno nitka, obrvalasja
pamjat’ u mila družka!
Lo specchio è caduto, si è rotto,
la meravigliosa visione è scomparsa,
il mio cuore è ferito,
e la memoria del mio diletto
si è spezzata come un filo!
(Piange.)
KAŠČEJ
Nepravda to… Net, net…
Viden’e lživo!…
Ne možet byt’, čtob smert’ moja prišla.
Pošlju gonca ja k dočke na razvedki.
Non può essere… no, no…
Lo specchio mentiva!
Non può essere giunto il momento della mia morte.
Invierò un messaggero a mia figlia, devo scoprire…
(Con voce tonante)
Prosnis’, moj posol nepokornyj!
Prosnis’, bogatyr’ Burja-veter!
Letet’ na kraj sveta sbirajsja!
Svegliati, messaggero insolente,
svegliati, Cavaliere della Tempesta!
Preparati a volare ai confini del mondo.
VOCE DEL CAVALIERE DELLA TEMPESTA
(sottoterra)
Goj! Ty, čarodej ležeboka!
Začach ja s toski i bezdel’ja,
pusti poguljat’ Burju-veter!
Ehi tu! Mago fannullone!
Sto morendo di noia e di accidia,
fai sgranchire un po’ il Cavaliere della Tempesta!
KAŠČEJ
(porge un mazzo di chiavi alla Principessa)
Voz’mi-ka ključi ot podvala,
da dver’ otopri Bure-vetru.
Prendi le chiavi dei sotterranei
e vai ad aprire al Cavaliere della Tempesta.
(La Principessa va ad aprire la porta dei sotterranei.)
PRINCIPESSA
(mentre apre la porta)
O, veter svobodnyj, sčastlivyj,
na vol’nuju volju leti!
Razvej moë gore po svetu.
Oh, vento libero, felice,
vola via di qui!
Spargi il mio dolore per il mondo.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
(si alza in volo)
U! Na volju! Ah, libero!
KAŠČEJ
Poždi, moj gonec nepokornyj!
Čto bestolku, Burja, revëš’?
Nakaz moj gospodskij zapomni,
i verno mne spužbu služi.
Aspetta un attimo, messaggero insolente!
Cos’è tutto questo stupido fracasso?
Ricorda gli ordini del tuo signore,
ed eseguili senza fallo.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
(canta)
Sily ne žal’, molodec statnyj!
V dal’njuju dal’ veselo mčisja!
Otper zapor, vypala dolja,
žir’ da prostor, vol’naja volja!
V vyšnjuju vys’ vzvejsja, nesis’,
svistni da vzvoj, pesnju zapoj!
Non risparmiarti, valoroso cavaliere!
Vola via felice, veloce!
Niente più sbarre, la sorte è cambiata,
vola libero per gli immensi spazi!
Librati più in alto del cielo, presto,
grida e fischia, canta la tua canzone.
KAŠČEJ
Gonec neposeda! Leti k moej dočke!
K Kaščeevne veščej v polnočnoe carstvo,
gde mak s belenoju sijajut i rdejut,
gde volny katjatsja pod bereg vysokij.
Messaggero irrequieto! Vola da mia figlia!
Porta il mio messaggio a Kaščeevna, nel regno
della mezzanotte,
dove il papavero fiammeggia e il giusquiamo risplende,
e dove i flutti si infrangono contro le irte scogliere.
PRINCIPESSA
O, veter sčastlivyj, kogda po doroge
ty vitjazja vstretiš’ vsech kraše,
emu peredaj, čto v plenu u Kaščeja
tomljusja ja v tjažkoj nevole.
Bledny moi ščëki, potusknuli oči
ot slëz, čto vsë l’jutsja ruč’jami.
Oh, vento felice, se sul tuo cammino
incontrassi il più bello dei cavalieri,
fagli sapere che io languisco
in questa crudele schiavitù,
prigioniera di Kaščej; che le mie guance
son pallide e i miei occhi spenti,
consunti dalle lacrime che scendono a fiumi…
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Solnce zatmi,
v tuči zaprjač’ mesjac dvurogij;
strel gromovych,Burja,
voz’mi v dal’njuju dorogu.
V dugi sgibaj tolstye suč’ja,
v ščepy lomaj sosny da eli.
Oscura il sole, Cavaliere della Tempesta,
aggioga la luna bicorne alle nubi,
cogli le saette dei lampi sul tuo lungo cammino.
Piega i possenti rami degli alberi,
distruggi pini ed abeti.
KAŠČEJ
Skaži, peredaj, čto serdit eë bat’ka,
za to, čto vestej ne daët o sebe;
za to, čto igruškoj potešit’ ne chočet,
vsë pust odni kol u nego na dvore.
Diglielo… falle sapere che suo padre è in collera,
perché non riceve più sue notizie,
perché lei non vuole più allietarlo con il suo gioco,
anche se uno dei pali del recinto è ancora vuoto.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Mčis’ da guljaj, Burja morskaja,
grebin valov v pyl’ razvevaja!
Corri e divertiti, Tempesta di mare,
trasforma in polvere le creste delle onde!
PRINCIPESSA
Čto ždu ja ego dni i noči. …digli che lo aspetto giorno e notte.
KAŠČEJ
Zapomni, ne sbejsja,
uznaj u Kaščevny,
po-prežnemu l’ krepko
chranit moju smert’.
Ricordati, non ti confondere,
fatti dire da Kaščeevna,
se sta ancora conservando al sicuro
la mia morte.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Zapomnju, ne bojsja! Non preoccuparti, me ne ricorderò!
(Continua a cantare)
Morja priboj – naigryš moj!
U! Na Volju!
Della risacca del mare io canto…
Ah! Libero!
(vola via.)
PRINCIPESSA
(pensosa)
Temny eë oči, i vzgljad eë strašen…
Vdvoëm oni byli… O, zerkal’ce zloe!
Lei ha occhi scuri e un aspetto che incute terrore…
Erano insieme, da soli, oh specchio crudele.
(Lentamente si dirige verso la torre.)
KAŠČEJ
(solo, si rivolge a se stesso)
Prirody postignuta tajna:
mnoj najdën bessmertija dar,
i v slëzku Kaščevny zaprjatal
ja smert’ svoju siloju čar.
Serdečko prekrasnoj žestoko,
projdut za godami goda,
sleza s eë glaz ne prol’ëtsja:
v nej sprjatana smert’ navsegda.
Vsesil’ny ljubvi eë čary,
i v carstve volšebnom u nej
pogiblo už vitjazej mnogo,
iskatelej smerti moej!
Ho compreso i segreti della natura,
ho svelato il dono dell’immortalità,
e con il potere dei miei incantesimi
ho rinchiuso la mia morte
in una lacrima di Kaščeevna, mia figlia.
Il suo cuore è duro, gli anni
trascorreranno senza che lei
versi una lacrima, e la mia morte sarà
al sicuro per sempre.
La malia del suo amore è invincibile:
nel suo regno magico,
molti cavalieri che cercavano la mia morte sono periti!
(Chiama la Principessa)
Carevna, v terem, v terem!
Prisjad’-ka k izgolov’ju
da pesnej pobajukaj.
Principessa, presto, nel castello!
Vieni a sederti al mio capezzale
e cantami una ninnananna.
PRINCIPESSA
I siloj ne zastaviš,
koldun protivnyj, staryj!
Neppure con la forza riusciresti a convincermi,
vecchio stregone disgustoso!
KAŠČEJ
Uprjamaja carevna, postoj že,
pogodi, sama zachočeš’ v terem!
Vedrai, Principessa ribelle,
che presto sarai tu a pregarmi di venire da me!
(Si dirige verso le scale, poi, fermo presso l’ingresso, traccia con il suo bastone un cerchio magico per terra.)
Čertisja, krug čudesnyj,
vkrug terema Kaščeja;
pust’ vrag ne perestupit
tvoej volšebnoj grani!
Pust’ on ne potrevožit
Kaščeeva pokoja.
Čur! Čur menja, zloj vorog!
Čur, čur, Kaščeev terem!
Vy, gusli-samogudy
za pesni prinimajtes’,
a belye meteli,
ko teremu sletajtes’!
Carevne zloj, uprjamoj
vy oči zalepite,
da kosy raspletite
i duch v grudi prervite!
Cerchio magico, circonda
Il castello di Kaščej!
Fa’ che il nemico
non attraversi mai i tuoi confini magici!
Fa’ che nessuno disturbi
il riposo di Kaščej!
Via! Via da me, nemico malvagio!
Via, via dal castello di Kaščej!
Voi, gusle magiche,
date inizio al vostro canto,
e tu, bianca tormenta,
vola al castello!
Acceca gli occhi della
Principessa stolta e caparbia,
annodale i capelli,
soffocale il respiro in petto!
(Rientra nel castello.)
Le gusle iniziano a suonare da sole. Cala l’oscurità. Si alza una tempesta di neve.
Verso il fondo del palcoscenico danzano in cerchio fantasmi bianchi, mentre la Principessa, in piedi nella torre, si stringe nella sua pelliccia.
CORO
(fuori scena)
V’juga belaja, metel’
opuši sosnu i el’
na Kaščeevom dvore
ob osennej o pore.
V plenu i nevole tomisja, carevna,
net smerti sedomu, net smerti Kaščeju.
Sneg v sugroby zametaj,
poj, pljaši, kružis’, igraj!
Kaščevny krasoju plenilsja tvoj vitjaz’,
zabudet carevnu Ivan-Korolevič.
Bianca tormenta, bianca tempesta,
copri i pini e gli abeti
del giardino di Kaščej
in questo giorno d’autunno.
Languisci rinchiusa nella tua prigione, Principessa,
il vecchio non morirà, Kaščej non morirà.
Raccogli cumuli di neve,
canta, danza, gira in cerchio, gioca!
Il tuo cavaliere è stato soggiogato dalla bellezza
di Kaščeevna,
Ivan Korolevič presto scorderà la sua Principessa.
PRINCIPESSA
(dalla torre)
Ladu zabudet prekrasnyj ženich moj,
zavjanet ona, slovno travka pod osen’ želteja.
Il mio dolce amore scorderà la sua promessa,
ed ella appassirà come l’erba che ingiallisce in autunno.
CORO
Oj li, rannij ty moroz,
stoj pokrepče, krasnyj nos!
Na Kaščeevom dvore
ob osennej o pore.
V plenu i nevole tomisja, carevna,
net smerti sedomu, net smerti Kaščeju.
Gulko, gromko ne stučis’,
v dom tesovyj ne prosis’,
a guljaj liš’ na dvore,
ob osennej o pore.
V ob”jatijach žarkich poniknet glavoju.
Oh, questo freddo è prematuro,
naso rosso, tieni duro!
Nel giardino di Kaščej
in questo giorno d’autunno.
Languisci rinchiusa nella tua prigione, Principessa,
il vecchio non morirà, Kaščej non morirà,
inutile bussare così forte alla porta,
non chiedere di entrare nella casa di legno,
ma continua a camminare nel giardino,
in questo giorno d’autunno.
Perderà la testa negli abbracci appassionati.
(Scossi dal vento, i teschi si muovono e i loro occhi si illuminano)
Trjasut čerepami, stučat kostjanymi
iskateli smerti sedogo Kaščeja.
Pod ostroj sekiroj pogibnet bez boju.
I ždut, ne doždutsja, kogda korolevič,
kogda korolevič ich dolju razdelit,
ich dolju razdelit svoej golovoju.
Tremano i teschi e sussultano le ossa di chi ha
cercato la morte del vecchio Kaščej. Korolevič
perirà senza neppure combattere, sotto la lama
della scure. Attendono con ansia la testa di
Korolevič, che terrà loro compagnia, terrà loro
compagnia.
PRINCIPESSA
Sokol moj jasnyj, Ivan-Korolevič,
ne syščeš’ ty smerti zakljatoj
sedogo Kaščeja, Kaščeja.
Anima mia, Ivan Korolevič,
il vecchio Kaščej non riuscirà ad infliggerti
questa morte terribile.
CORO
Oj! Ah!
(Le nubi coprono la scena. Cambio di scena mentre la musica continua. È buio. Scintille di luce rossa e viola illuminano l’oscurità. La luce diventa sempre più forte, attraverso la coltre bianca che gradualmentesi dissolve.)
Secondo quadro
Un regno immaginario. Le coste rocciose di un’isola. L’azzurro sconfinato del mare. La luna si riflette sulla distesa d’acqua. In primo piano, il giardino incantato del misterioso castello di Kaščeevna. Il castello è circondato dal rosso fiammeggiante dei papaveri e dal viola pallido del giusquiamo. Kaščeevnaesce dal castello. Ha una spada alla cintola e tiene una coppa fra le mani.
KAŠČEEVNA
Nastala noč’, zatichnul veterok.
Blagouchannyj mrak krugom razlit,
volny chiščnye sil’nee pleščut…
Likujte triznu, volny!
Blizok čas.
È scesa la notte, l’aria è immobile, le fragranze
riempiono
l’oscurità, mentre cresce la furia delle onde.
Onde,
esultate per questo convito funebre! L’ora è vicina.
(Raccoglie un papavero e un rametto di giusquiamo, poi li mette nella coppa.)
Cvety, cvety, darujte čary mne svoi!
Zažgi v grudi ogon’ ljubvi,
mak krasnyj!
Ty, belena, zabven’ja silu daj!
Pust’ vitjaz’, vlast’ju vašej zavlečënnyj,
Kaščeja smert’ iskat’ pridët sjuda.
V ob”jatijach moich, pylaja strast’ju,
pust’ on najdët zabven’e navsegda,
tebja ispiv do dna, čarujuščej struëj
nalityj do kraëv, moj kudok zolotoj!
Ispiv do dna moj kubok, kubok zolotoj.
Fiori, fiori, donatemi le vostre fragranze!
Fai ardere nel suo petto il fuoco dell’amore,
papavero rosso!
E tu, giusquiamo, dagli la forza dell’oblio.
Possa il valente cavaliere, attratto dal vostro
potere, giungere qui in cerca della morte di Kaščej.
Fra le mie braccia brucerà di passione e cadrà
nell’eterno
oblio, dopo che in un solo magico sorso ti avrà
svuotata, mia coppa dorata, piena fino all’orlo!
Svuotata in un sorso, mia coppa dorata.
(Posa la coppa e sfodera la spada.)
Gotov napitok moj.
Teper’ točis’, zavetnyj meč,
pomoščnik tajnych del.
La pozione è pronta.
Ora tocca a te, mia preziosa spada,
complice di tante segrete imprese.
(Intona una canzone e affila la spada su una pietra)
Meč moj zavetnyj, moj drug dorogoj,
veščej Kaščevne pobedy daëš’.
Kamen’ gorjučij žužžit pod toboj,
iskry sverkajut, ty pesnju poëš’.
Stal’ razogrelas’ o kamen’ gorjuč,
meč moj bulatnyj ostër i moguč.
Vitjazja krovi ty žaždeš’, moj meč,
bujnuju golovu skosiš’ ty s pleč.
Vitjaz’ prekrasnyj, naprasna bor’ba,
žrebij tebe už gotovit, gotovit sud’ba.
Meč moj zavetnyj, moj drug dorogoj,
veščej Kaščevne pobedy daëš’.
Kamen’ gorjučij žužžit pod toboj
iskry sverkajut, ty pesnju poëš’.
Moj meč!
Mia spada preziosa, compagna inseparabile
della tua scaltra padrona, delle sue vittorie
sibila sotto i tuoi colpi la pietra bollente,
volano le scintille, si leva il tuo canto.
L’acciaio si scalda, la pietra è rovente,
la mia damaschina è potente e affilata.
Hai sete del sangue del valoroso cavaliere,
sarai tu a mozzare la sua testa impetuosa.
E tu cavaliere, combatterai invano:
la sorte è decisa, non cambierai il destino.
Mia spada preziosa, compagna inseparabile
della tua scaltra padrona, delle sue vittorie,
sibila sotto i tuoi colpi la pietra bollente,
volano le scintille, si leva il tuo canto.
Mia spada preziosa!
(Infila la spada nella guaina, raccoglie la coppa e rientra nel castello. La scena è vuota.)
IVAN KOROLEVIČ
Gluchaja noč’, dorogi dal’še net.
Gde ja? Vot tot blestjaščij ogonëk,
čto svetljakov sijan’e, skvoz’ les
tainstvenno privlëk menja sjuda.
Net, to ne svetljaki; cvety gorjat,
i terem zdes’ uzorčatyj stoit.
Ja slyšu pticy krik, i voln priboj šumit,
o breg vysokij udarjaja.
Il buio è sempre più fitto, la strada si ferma qui.
Dove sono finito? C’è ancora quella luce, quel
bagliore, che simile a una piccola schiera di lucciole
mi ha condotto fin qui attraverso il bosco,
come per magia.
No, non si tratta di lucciole: vedo fiori che splendono
e un castello dai magnifici ornamenti.
Sento le strida di un uccello e il fragore della
risacca che si infrange contro le alte rocce.
(Kaščeevna esce dal castello, e nascosta in mezzo ai fiori segue con lo sguardo Korolevič)
O, slušaj, noč’, i sad blagouchannyj,
nočnye volny, svëzdy i cvety!
Vnemlite mne: ljublju moju carevnu,
stremljusja k nej, nadežd polna duša.
Ničto ne strašno mne!
Kaščeja smert’ najdu, najdu.
I verit serdce; blizok čas
želannogo svidanija s carevnoj.
Ascoltami, notte! E anche tu, giardino dai mille
profumi. E voi, onde, stelle e fiori della notte!
Ascoltatemi attentamente: io amo la mia Principessa
e la cerco con il cuore colmo di speranza.
Niente mi può spaventare!
Troverò la morte di Kaščej, la troverò.
Lo sento: l’ora si avvicina
in cui vedrò la mia Principessa.
(Kaščeevna si avvicina a Korolevič. I due si fissano a lungo e in silenzio.)
KAŠČEEVNA
Dobro požalovat’, želannyj gost’!
Dalëko l’ put’ svoj deržiš’?
Vižu ja, s dorogi ty ustal.
Prisjad’, prisjad’.
Benvenuto, gradito ospite!
Vieni da lontano?
Sembri esausto per il viaggio.
Siedi, siedi.
(Gli porge la coppa.)
Pit’ë prochladnoe vernët vse sily
i serdcu dast želannoe zabven’e.
Questa bevanda rinfrescante ti ridarà le forze
e donerà al tuo cuore l’agognato oblio.
IVAN KOROLEVIČ
Krasavica, blagodarju za lasku. Grazie dell’amabile ospitalità, bella sconosciuta.
(Kaščeevna lo guarda fisso e lo incanta con la sua bellezza. A Korolevič mancano le forze per resisterle.)
Slabeet obraz miloj…
Tëmen um…
Vsë prošloe pokrylos’ pelenoju.
Zatumanilsja um,
rdejut ščëki kak mak,
duch v grudi zanjalsja.
Ochvatila menja strasti žgučej volna!
Ty moja, ty moja!
Nagljadet’sja mne daj
v bezdnu čërnych očej.
L’immagine della mia amata sta svanendo…
I pensieri si confondono…
Un velo oscura il passato.
Sento la mente annebbiarsi,
le guance si infiammano come papaveri,
il respiro si affanna nel petto.
Un’onda di ardente passione mi ha travolto!
Sei mia, sei mia!
Lascia che mi immerga
nelle profondità dei tuoi occhi neri.
KAŠČEEVNA
Zatumanilsja um,
rdejut ščëki kak mak,
duch v grudi zanjalsja.
Tomnoj smuty,
tajnoj siloj vina
začarovana krov’;
gorit moë serdce,
polno sladkoj negi.
Sente la mente annebbiarsi,
le guance infiammarsi come papaveri,
e il respiro che si affanna nel petto.
Pieno di languida eccitazione,
invaso da una forza misteriosa,
il suo sangue è stregato,
e il mio cuore brucia,
colmo di dolce voluttà.
IVAN KOROLEVIČ
Na lad’e zolotoj
v more sladostnych grëz
unesët nas s toboj,
unesët burnoj strasti volna.
Poceluem zamknu čudnoj devy usta!
Iz ob”jatij monch ty ne vyrveš’sja, net.
O, ljublju ja tebja, ty moja, vsja moja,
vsë zabudu v tebe, vsë zabudeš’ vo mne.
My odni, my odno, my odni, my odno,
nerazdel’no ja tvoj, nerazdel’no ja tvoj,
ja tvoj, ja tvoj!
Trascinati dalla burrasca della passione,
navigheremo io e te,
su una nave dorata,
in un mare di soavi visioni.
Il mio bacio avvolgerà le tue labbra, fanciulla meravigliosa.
Non sfuggirai al mio abbraccio, no!
Io ti amo e tu sei mia, tutta mia.
Sarai il mio oblio, e io il tuo,
solo noi due, io e te; solo noi due, io e te,
niente ci potrà separare, sarò tuo,
sarò tuo, sarò tuo!
KAŠČEEVNA
Na lad’e zolotoj
v more sladostnych grëz
unesët nas s toboj, unesët nas s toboj,
burnoj strasti volna, unesët.
Obov’ju stan rukoj,
pust’ sol’ëtsja naš vzgljad,
iz ob”jatij monch ty ne vyrveš’sja, net.
O, ljublju ja tebja, moj prekrasnyj, ves’ moj,
vsë zabudu v tebe, vsë zabudeš’ vo mne.
My odni, my odno, my odni, my odno,
nerazdel’no tvoja, nerazdel’no tvoja!
Trascinati dalla burrasca della passione,
navigheremo io e te,
su una nave dorata,
in un mare di soavi visioni.
L’uno fra le braccia dell’altra,
lasciamo che i nostri sguardi si incontrino.
Non sfuggirai al mio abbraccio, no!
Ti amo, mio cavaliere, solo mio.
Sarai il mio oblio, e io il tuo,
solo noi due, io e te; solo noi due, io e te,
niente ci potrà separare, sarò tua,
sarò tua, sarò tua!
(Abbraccio. Kaščeevna bacia Korolevič, che cade a terra privo di sensi.)
IVAN KOROLEVIČ
Tomlen’e sladkoe proniklo v dušu. Un dolce tormento si è insinuato nella mia anima,
(nel sonno)
V očach isčeznul svet,
slabejut sily,
la luce ha abbandonato i miei occhi,
sento le forze prosciugarsi.
(Continua a dormire.)
KAŠČEEVNA
Zasnul…
Tvoj čas nastal, prekrasnyj vitjaz’!
Prostisja s žizniju!
Dormi…
è giunta l’ora, valoroso cavaliere,
di dire addio alla tua vita!
(Solleva la spada, poi indugia)
Smelej, moj meč!
Lico ego besstrašno i spokojno,
kak molod i choroš!
Forza, mia compagna!
Il suo volto è sereno e coraggioso,
così giovane e bello!
(Solleva nuovamente la spada e ancora una volta esita)
Smelej, moj meč!… Začem ja medlju?
Doč’ Kaščeja stracha ne znala nikogda!
Forza, mia compagna!… Ma perché non mi decido?
La figlia di Kaščej non ha mai temuto nulla!
(Si prepara a sferrare il colpo)
Smelej, moj meč! Forza, mia compagna!
(Irrompe il Cavaliere della Tempesta, cantando. Kaščeevna abbassa la spada. Korolevič si desta.)
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
V dugi sgibal ja tolstye suč’ja,
v ščepy lomal ja sosny da eli.
Mčalsja, guljal ja, Burja morskaja,
grebni valov v pyl’ razvevaja.
Ho piegato i possenti rami degli alberi,
ho distrutto pini ed abeti.
Io, tempesta dei mari, ho corso su e giù
e ho trasformato in polvere le creste delle onde!
(Mentre il Cavaliere della tempesta canta, Korolevič riacquista del tutto i sensi.)
IVAN KOROLEVIČ
Veter cholodnyj dunul v lico mne,
razum svetleet, sily voskresli.
Un vento gelido mi ha sferzato il volto,
la mente si risveglia, le forze ritornano.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Morja priboj naigryš moj!
Kaščeja dočka, zdravstvuj! Ja ot bat’ki.
Vstrečaj s počëtom bat’kina gonca.
Della risacca del mare io canto!
Salve, figlia di Kaščej! Mi manda tuo padre.
Accogli il suo messaggero con riguardo.
KAŠČEEVNA
Ne vovremja ty, besputnyj posol,
ko mne priletel! Čto nado tebe?
Arrivi a sproposito, sciocco messaggero.
Che vuoi?
IVAN KOROLEVIČ
Kaščeeva doč’…!
V ob”jat’jach moich eë ja deržal!
Il’ son ėto byl?
La figlia di Kaščej!…
E io l’ho tenuta fra le mie braccia!
O forse è stato un sogno?
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Na dvore Kaščeja kol stoit pustoj,
i zvučit tam pesnja pozdneju poroj:
«S zalëtnoju pticej
al’ s vetrom gul’livym
vest’ o sebe perešli mne.
Ženich moj prekrasnyj,
ty pomniš’ li ladu,
toskueš’ li v gor’koj razluke?»
Nel giardino di Kaščej un palo è ancora vuoto,
e all’imbrunire si ode una canzone:
“Sulle ali di un uccello
o con un soffio di vento
inviami tue notizie.
Mio adorato, mio promesso
ti ricordi del nostro amore?
Non soffri forse per questa amara separazione?”
IVAN KOROLEVIČ
Serdce mne terzaet smysl ego rečej,
to zovët, zovët carevna,
to zovët carevna, k nej skoree, k nej!
Udire queste parole mi trafigge il cuore;
è la Principessa che mi chiama, è la Principessa.
Da lei, presto, da lei!
KAŠČEEVNA
Glupyj, zamolčiš’ li?
Čto bestolku meleš’?
Govoril li bat’ka o svoëm zdorov’e?
Taci, stupido!
Hai vaneggiato abbastanza!
Cosa ti ha detto mio padre della sua salute?
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Govoril mne bat’ka, govoril Kaščej:
«Ženich nenagljadnyj, Ivan-Korolevič,
tomljusja ja v carstve Kaščeja.
Bledny moi ščëki, oči potuchli ot slëz,
čto vsë l’jutsja rekoju».
Ecco cosa ha detto Kaščej, tuo padre:
“Mio promesso, Ivan Korolevič, mio adorato,
languisco nelle mani di Kaščej.
Non v’è riposo né pace; le mie guance son pallide,
i miei occhi spenti, consunti dalle lacrime
che scendono a fiumi.”
KAŠČEEVNA
Bezumna reč’ ego, bezumna!
Molči, molči, gonec besputnyj!
Stupidaggini, solo stupidaggini!
Taci, sciocco messaggero, taci!
IVAN KOROLEVIČ
Carevna, nevesta, prosti, dorogaja!
Ja s vetrom pomčusja k Kaščeju.
Principessa, mia promessa, perdonami!
Correrò sul vento da Kaščej.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Ach, vspomnil ja:
bat’ka uznat’ prikazal mne,
po-prežnemu l’ dočka
chranit smert’ Kaščeja?
Adesso ricordo:
tuo padre mi ha ordinato di scoprire
se sua figlia tiene ancora al sicuro
la morte di Kaščej.
(A Korolevič)
Doždat’sja on ne možet golovy tvoej. Non vede l’ora di avere la tua testa.
IVAN KOROLEVIČ
On ždët? Eë nesi k Kaščeju! Non vede l’ora? Bene, allora portagliela!
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Nu ladno, gljan’:
tebe gotov kovër moj samolët.
My živo doletim.
Benissimo. Guarda:
il mio tappeto volante è pronto per te.
Arriveremo in un istante.
IVAN KOROLEVIČ
Letim, letim skorej! Svidan’e blizko,
Carevna Nenagljadnaja krasa!
Voliamo via senza indugi! Presto ci incontreremo,
mia bellissima Principessa.
KAŠČEEVNA
Ostan’sja, vitjaz’ moj, ostan’sja!
Zabud’, zabud’ svoju carevnu.
O gore, gore mne!
Krasy moej bessil’ny čary!
O, gore mne!
Rimani, mio cavaliere, rimani!
Dimentica la tua Principessa.
Oh, disgrazia, sventura!
La mia bellezza non ha più alcun potere!
Povera me!
CAVALIERE DELLA TEMPESTA, IVAN KOROLEVIČ
Letim, letim! Via, via, voliamo!
(Volano via.)
KAŠČEEVNA
O, prokljat, prokljat bud’,
besputnyj veter glupyj!
Oh, che tu sia dannato,
vento sciocco e dissoluto!
Terzo quadro
Stessa ambientazione del Primo quadro. È notte. La tempesta di neve è cessata. La Principessa è seduta sulla scalinata del castello. Kaščej dorme nella sua stanza.
PRINCIPESSA
(canta una ninnananna a Kaščej)
Baju, baj, Kaščej sedoj!
Baju, baj, bessmertnyj, zloj!
Baju, baj, baju, baj!
Pust’ tebja, koldun lichoj,
mučit, dušit domovoj!
Spi-usni, da ne prosnis’,
zlaja smert’ tebe prisnis’!
Baju, baj, Kaščej sedoj!
Baju,baj, bessmertnyj, zloj!
Baju, baj, baju, baj!
Pust’ ot slëz moich vsegda
tebja korčit lomota,
i po telu razlita
budet drož’ da suchota!
Baju, baj, Kaščej sedoj!
Baju,baj, bessmertnyj, zloj!
Baju, baj, baju, baj!
Spi, leži, ne podymis’,
v lichomanke zloj trjasis’!
Spi, koldun, navek usni,
zlaja smert’ tebja voz’mi!
Dormi, dormi, Kaščej l’Immortale,
dormi, dormi, vecchio crudele,
dormi, dormi, vecchio Kaščej
con l’augurio che gli dèi
possano farti soffocare!
Dormi e più non ti svegliare;
sogni d’oro, sogni d’argento,
pieni di morte e patimento!
Dormi, dormi, Kaščej l’Immortale,
dormi, dormi, vecchio crudele,
dormi, dormi, vecchio Kaščej.
Possa il pianto mio di ore
dare a te eterno dolore,
che il tuo corpo si prosciughi
e nei brividi s’anneghi!
Dormi, dormi, Kaščej l’Immortale,
dormi, dormi, vecchio crudele,
dormi, dormi, vecchio Kaščej.
Dormi d’un sonno che eterno duri
e che la febbre ti divori!
Che il tuo sonno mai finisca,
e la morte ti rapisca!
(Compaiono il Cavaliere della Tempesta e Ivan Korolevič.)
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Kaščeev terem vot tebe! Proščaj!
Bessmertnyj ležeboka, vidno, spit.
Ochota mne eščë guljat’ po svetu.
Eccoci al castello di Kaščej. Addio!
Sembra che il fannullone Immortale stia dormendo.
Io ho ancora voglia di andare
un po’ a zonzo per il mondo.
(Vola via.)
IVAN KOROLEVIČ
Mereščitsja? Il’ vpravdu to carevna? Sembra a me, o quella è davvero la Principessa?
PRINCIPESSA
Užel’ ego ja vižu?…
Byt’ ne možet!
È davvero lui che vedo?…
Non può essere!
IVAN KOROLEVIČ
Razluki minul čas,
so mnoju drug želannyj.
L’ora della separazione è finita,
la mia amata è con me.
PRINCIPESSA
Nam svetit sčast’ja luč,
polno vostorga serdce.
Rassejan strašnoj noči mrak,
jasna zarja rassveta,
to son liš’ tjažkij snilsja nam,
nastalo probužden’e.
I raggi della felicità ci illuminano,
colmo di estasi è il cuore.
Le tenebre sinistre della notte si dileguano,
l’alba risplende chiara;
è stato solo un brutto sogno,
da cui ora ci destiamo.
IVAN KOROLEVIČ
Rassejan strašnoj noči mrak,
to son liš’ tjažkij snilsja nam.
Le tenebre sinistre della notte si dileguano,
è stato solo un brutto sogno.
PRINCIPESSA E IVAN KOROLEVIČ
Razluki minul dolgij čas,
nam snova svetit sčast’ja luč,
polno, polno vostorga serdce!
Vnov’ vižu svet tvoich očej,
ulybku vižu doroguju,
i čudnyj golos tvoj zvučit,
zvučit mne sladostnoju grëzoj.
Rassejan strašnoj noči mrak,
to son liš’ tjažkij snilsja nam.
Razluki minul dolgij čas,
nam snova svetit sčast’ja luč,
polno vostorga serdce!
L’ora della separazione è finita,
i raggi della felicità ci illuminano,
colmo di estasi è il cuore!
Vedo di nuovo la luce dei tuoi occhi,
il sorriso a me caro;
odo il meraviglioso suono della tua voce,
soave incanto per le mie orecchie.
Le tenebre sinistre della notte si dileguano,
è stato solo un brutto sogno.
L’ora della separazione è finita,
i raggi della felicità ci illuminano,
colmo di estasi è il cuore!
PRINCIPESSA
No gde my, milyj? Ma dove siamo, amore mio?
IVAN KOROLEVIČ
U kaščeja. Nel regno di Kaščej.
PRINCIPESSA
Gore, gore! Poveri noi, poveri noi!
IVAN KOROLEVIČ
Ne bojsja, ja s toboj.
Na kryl’jach vetra primčalsja,
čtob tebja osvobodit’.
Kaščeja smerti ne našël,
no meč dorogu nam prorubit.
V put’, smelej, smelej!
Non temere, sono qui con te.
Sono giunto sulle ali del vento
per ridarti la libertà.
Non ho trovato la morte di Kaščej,
ma la mia spada ci aprirà strada.
Forza, andiamo, forza!
(I due si dirigono verso il fondo del palcoscenico. Compare Kaščeevna, che blocca loro il cammino.)
KAŠČEEVNA
Ostanovis’, moj vitjaz’! Ostanovis’!
Bežat’ naprasno chočeš’!
Net vychoda iz carstva,
spasen’ja net iz plena.
Fermati, mio cavaliere, fermati!
Non serve tentare di fuggire.
Uscire da questo regno è impossibile,
non esiste salvezza da questa prigionia.
PRINCIPESSA
O, kto ona? Mne strašno! Chi è costei? Ho paura!
IVAN KOROLEVIČ
Kaščeja doč’ pred nami. Di fronte a noi c’è la figlia di Kaščej.
KAŠČEEVNA
Ostav’ carevnu, vitjaz’!
Uželi ja ne lučše,
ne kraše moi oči
i kosy ne dlinnee?
Užel’ ob”jatija ne žarče?
Lascia la Principessa, cavaliere!
Non sono forse meglio io?
Non sono più belli i miei occhi,
i miei lunghi capelli?
Non sono i miei abbracci più caldi?
IVAN KOROLEVIČ
Ty zavlekla poroj nočnoju
v svoj sad tainstvennyj menja,
volšebnym zel’em napoila,
čtob ja nevestu pozabyl…
Moej duše ty nenavistna!
Moj meč otmstit tebe teper’!
So mnoju bejsja!
Mi hai adescato nel tuo giardino incantato
con la complicità della notte;
mi hai fatto bere una pozione magica
affinché scordassi la mia fidanzata…
Ti odio con tutto il cuore.
Adesso ti sfido!
KAŠČEEVNA
Vitjaz’ milyj!
Dam svobodu ja carevne, dam svobodu,
otvorju ja ej vorota;
no so mnoju ty ostan’sja.
My v čudesnyj kraj umčimsja,
i v moich ob”jat’jach žarkich
večno sčastliv budeš’, vitjaz’!
Mio amato cavaliere!
Libererò la Principessa, d’accordo,
le aprirò le porte del regno,
ma tu rimarrai con me.
Ce ne andremo in un paese meraviglioso,
e fra le mie braccia vivrai nella passione,
felice per sempre, mio cavaliere.
PRINCIPESSA
Net sčast’ja, net radosti v večnoj
razluke carevne s milym eë drugom.
Ne nado svobody, odnoj ej ne nado,
ona ne pokinet milova.
Odna tol’ko smert’ nas razlučit.
Mai ci sarà gioia, mai felicità
per una Principessa lontana dal suo amato.
Non voglio la libertà, non senza di lui;
non lascerò mai il mio cavaliere.
Solo la morte ci potrà dividere.
IVAN KOROLEVIČ
Nevesta moja dorogaja. Mia amata, mia promessa.
KAŠČEJ
(dall’interno del castello)
Šumit, šumit negodnaja carevna!
Net pokoja stariku…
Nu, pogodi! Seičas ja prouču!
Och, zloba dušit.
A, devka glupaja, tvoi prokazy!
I živ eščë mal’čiška negodjaj!
Ne vzdumal li ukrast’ moju carevnu?
Che-che! Iz carstva vam živym ne vyjti.
Dannata Principessa, fai troppo baccano!
Non c’è pace per questo vecchio…
Va bene, arrivo! Adesso ti sistemo io!
Ah, l’odio mi soffoca.
E quella sciocca di mia figlia non ne fa una giusta:
quel poco di buono è ancora vivo!
Che non gli salti in mente di prendersi la mia Principessa!
Ah ah! Non uscirete mai vivi da questo regno.
(uscendo dal castello)
Och, tjažko mne! Kakaja dur’ našla
na devku bestolkovuju? Beda!
Ah, povero me! Chissà cosa frulla in testa
a quella stolta di mia figlia? Povero me!
(a Kaščeevna)
Negodnaja! Kak prežde, ladno l’, zorko l’
Kaščeja smert’ zakljatuju bljudëš’ ty?
Figlia insolente! Dimmi, è ancora al sicuro con te
la morte di Kaščej dal suo nemico giurato?
KAŠČEEVNA
Do smerti mne tvoej kakoe delo? Credi che mi importi della tua morte?
KAŠČEJ
Och! Oh!
PRINCIPESSA
Prosti, ljubimyj korolevič moj!
S toboju vmeste ne strašna mne smert’!
Daj na tebja vzgljanut’ v poslednij raz,
v poslednij raz daj mne tebja obnjat’.
Addio, mio amato Korolevič!
Finché sarò con te non temerò la morte!
Lasciati guardare un’ultima volta,
lasciati abbracciare un’ultima volta.
IVAN KOROLEVIČ
Ne verju ja, čtob naša smert’ byla blizka;
dolžna pogibnut’ sila zlaja.
Non posso credere che sia giunto il momento di morire;
le forze del male devono soccombere.
KAŠČEJ
Och, spërlo duch, zanyli kosti,
ruka drožit, v rukach krugi!
Oh, mi sento soffocare,
le ossa mie dolgono, le mani mi tremano!
KAŠČEEVNA
Krasoj ja vitjazej plenjala,
no ty odni ne brosiš’ vzgljada.
Začem nevedomoe čuvstvo
zakralos’ v dušu mne gluboko?
Glaza gorjat, i stonet serdce,
tomljusja ja, ljublju, stradaju.
Ho sempre stregato i cavalieri con la mia bellezza,
ma tu non mi degni neppure di uno sguardo.
Perché un sentimento sconosciuto
si è insinuato nella mia anima?
Gli occhi mi bruciano, il cuore langue,
patisco, soffro, sono innamorata.
(La Principessa, mossa da un sentimento di compassione, si avvicina inaspettatamente a Kaščeevna e la bacia.)
Kak sladko mne i bol’no stalo!
O, čto so mnoj? Kak čudno mne!
Moi glaza vpervye plačut…
I kak rosa cvetok dušistyj,
mne slëzy serdce osvežajut…
Carevna svetlaja, proščaj,
i ty, prekrasnyj, čudnyj vitjaz’!…
Proščaj! Ljubit’ ja budu večno,
i večno plakat’ budu ja…
Che piacere, che dolore!
Oh, ma cosa mi succede? Che sensazione
meravigliosa!
I miei occhi per la prima volta versano lacrime…
E come la rugiada su un fiore profumato,
le lacrime rinfrescano il mio cuore…
Principessa radiosa, addio,
e tu, magnifico, splendido cavaliere!…
Addio! Ti amerò in eterno…
e in eterno piangerò…
(Si trasforma in un meraviglioso salice piangente.)
KAŠČEJ
(trema, scosso da un accesso d’ira)
Net smerti mne, žit’, žit’ ja budu,
nazlo vsem večno budu žit’!
Sgublju, sgublju!
Dychan’em otravlju vas!
Prokljat’e vam!
Och, smert’ moja!…
Non posso morire, vivrò, vivrò.
A dispetto di tutti voi, io vivrò.
Vi distruggerò, vedrete!
Il mio respiro vi avvelenerà;
siate dannati!
Oh, la mia morte…
(Cade morto all’ingresso del castello.)
CORO
(voci invisibili fuori scena)
Konec zlomu carstvu!
Net bole volšebnych okov.
Ecco la fine del regno maledetto!
Le catene magiche si sono spezzate,
(le nubi si dissipano, appare il sole)
Kaščeju sedomu, bessmertnomu
smert’ nastupila!
la morte è arrivata e si è portata via
il vecchio Kaščej, Kaščej l’Immortale!
La porta si spalanca. Veduta di un’ampia radura rischiarata dal sole e ricoperta di fiori e piante primaverili, freschi e appena sbocciati. Nel regno di Kaščej le piante e gli arbusti rinverdiscono e coprono i pali del recinto. Il cielo è terso. Ogni cosa risplende nella luce di un sole primaverile. Vicino alla porta c’è il Cavaliere della Tempesta.
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Na volju, na volju!
Vam Burja vorota otkryla!
Liberi, liberi!
La Tempesta vi ha aperto le porte!
PRINCIPESSA E IVAN KOROLEVIČ
O, krasnoe solnce,
svoboda, vesna i ljubov’!
Oh, splendido sole,
libertà, primavera e amore!
(La principessa e Ivan Korolevič, abbracciati, si dirigono lentamente verso la porta.)
CAVALIERE DELLA TEMPESTA
Na volju! Liberi!
CORO
(voci invisibili fuori scena)
Na volju, na volju!
Vam Burja vorota otkryla!
Na volju, na volju!
O, krasnoe solnce.
svoboda, vesna i ljubov’!
Liberi, liberi!
La Tempesta vi ha aperto le porte!
Liberi, liberi!
Oh, splendido sole,
libertà, primavera e amore!
FINE DELL’OPERA



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Ultimo aggiornamento 3 ottobre 2017