Valse de l'opera Faust, S 407


Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
Organico: pianoforte
Composizione: 1861
Edizione: Muraille, Liegi, 1862
Dedica: Barone Alexis Michels

Basato su temi del II atto dell'opera Faust di Charles Gounod
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Faust, eseguito al Théàtre-Lyrique di Parigi il 19 marzo 1859, fece conoscere ad un largo pubblico il nome di Charles Gounod, artista che aveva ormai superato la quarantina e che dopo un esordio all'Opera nel 1851, andato a male, aveva tentato invano di risalire la china. Tra il 1861 e il 1862 il Faust si impose in molti teatri, e Liszt, che raramente si lasciava scappare un successo, nel 1861 trascrisse, dal Faust, il Valzer, che pubblicò nel 1862.

Negli anni trascorsi a Weimar, durante i quali aveva ripreso in mano ed aveva profondamente modificato la scrittura strumentale di molte sue pagine giovanili, Liszt aveva messo a punto uno stile pianistico che, pur restando fortemente virtuosistico, risultava levigatissimo, privo di asperità nella superficie e di angoli nella linea. Si potrebbe dire, in un certo senso, che il Liszt di Weimar aveva riveduto, in una prospettiva neoclassica, il Liszt di Parigi. E questo stile maturo di Liszt trova una superba applicazione nella parafrasi del Faust, che è un miracolo di bellezza e di piacevolezza sonora. La struttura è quella della scena dell'opera: durante un ballo popolare all'aperto Faust incontra per la prima volta Margherita, e le rivolge la parola. Il tenero duettino tra i due giovani interrompe dunque il Valzer. Ma l'ascoltatore noterà come la successiva ripresa del Valzer avvenga sotto il segno di Mefistofele, che aveva provocato l'incontro di Faust e Margherita. E qui lo stile pianistico di Liszt, pur permanendo levigato, anticipa nettamente sonorità che diventeranno consuete con Prokof'ev.

Piero Rattalino


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 19 aprile 1991


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Ultimo aggiornamento 16 gennaio 2014