Grand Duo concertant sur la Romance de M. Lafont "Le Marin", S 128

per violino e pianoforte

Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
Organico: violino, pianoforte
Composizione: 1835 - 1837 circa (revisione 1849)
Edizione: Schott, Magonza, 1852
Dedica: Charles-Philippe Lafont
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Grand duo concertant sur la Romance de M. Lafont "Le Marin" (S 128) risale al 1830, quando Liszt era a Parigi ed è il frutto della collaborazione con Charles Philippe Lafont, il celebre violinista compositore che ai tempi faceva da alter ego a Paganini per celebrità. Il brano è in realtà composto da introduzione, tema (la romanza di Lafont, ai tempi celeberrima) e una serie di quattro variazioni concluse da un travolgente finale. La musica prodotta è ad altissima temperatura, con una folle corsa concertante violino - pianoforte che oltrepassa ogni plausibile immaginazione, allo scopo di stupire in un gioco infinito di meraviglie musicali.

All'inizio (Lento assai - Animato quasi Allegro) ci troviamo immersi in una densa introduzione carica di suggestivi quesiti, tra recitativi del violino, appoggi del piano, palpitanti fremiti, improvvisi slanci. E un'ambientazione misteriosa, enigmatica che trova soluzione solo col profilarsi del tema di romanza. La prima variazione (Un poco più animato) si presenta baldanzosa e civettuola sul delicato canto gorgheggiante del violino e i rimbalzanti accordi del piano, mentre la seconda vede il violino esibirsi in aerei pizzicati sul piano che distende vaporosi drappeggi sonori a rendere fluida e scorrevole l'armonia. Poco dopo l'am¬biente cambia ancora prodigiosamente. Nella Variazione III (Allegretto pastorale) assistiamo a una sognante versione del tema dal sapore un po' chopiniano, anche se poco dopo trapassa in una versione mossa e brillantissima, sino a tecnicissimo-virtuosistica sulle fantasmagoriche fioriture e gli intrecci offerti dall'irresistibile duo piano e violino. La quarta variazione viene tradotta da Liszt in un agitato tema di tarantella, dove piano e violino si lanciano in una danza senza freni; infine l'epilogo (Animato marziale) che rappresenta la pirotecnica conclusione del profilo tematico soggetto a tale proteiforme serie di varianti.

Marino Mora


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al numero 259 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 14 agosto 2018