Sei Rapsodie ungheresi, S 359

Orchestrazione di Franz Liszt e Ferenc Doppler

Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
  1. Hungarian Rhapsody No.1
    Orchestrazione della n. 14
    Organico: ottavino, 2 flauti, 2oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, piatti, 2 arpe, archi
  2. Hungarian Rhapsody No.2
    Orchestrazione della n. 12
    Organico: ottavino, 2 flauti, 2oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, grancassa, piatti, arpa, archi
  3. Hungarian Rhapsody No.3
    Orchestrazione della n. 6
    Organico: ottavino, 2 flauti, 2oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, grancassa, piatti, arpa, archi
  4. Hungarian Rhapsody No.4
    Orchestrazione della n. 2
    Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, clarinetto piccolo, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, archi
  5. Hungarian Rhapsody No.5 (Héroïde-élégiaque)
    Orchestrazione della n. 5
    Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 3 tromboni, timpani, arpa, archi
  6. Hungarian Rhapsody No.6 (Pesther Carneval)
    Orchestrazione della n. 9
    Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, piatti, grancassa, triangolo, arpa, archi
Composizione: 1857 - 1860
Edizione: Schuberth, Lipsia, 1874 - 1875

Vedi a S 244 le versioni originali per pianoforte solo
Vedi a S 621 la trascrizione per pianoforte a quattro mani
Guida all'ascolto (nota 1)

Non è possibile individuare con precisione, negli ultimi anni di vita di Liszt, l'epoca della trascrizione orchestrale di sei delle sue diciannove (o venti, a tener conto dell'inedito Allegro vivace pubblicato nel 1936) Rapsodie ungheresi S 114, per pianoforte. Il flautista e compositore austriaco Franz Doppler (1821-83), generosamente introdotto da Liszt sul frontespizio delle trascrizioni, sarebbe, secondo attendibili testimonianze, quasi del tutto estraneo al progetto.

Le Rapsodie ungheresi per pianoforte si dividono in due serie. La prima, pubblica nel 1851-53, ne comprende 15, composte tra il 1847 e il 1852. La seconda, pubblicata nel 1882-85, ne annovera 4: la 16 e la 17, composte nel 1852, la 18 e la 19, composte nel 1885. La loro denominazione testimonia un ingannevole convincimento di Liszt: l'identificazione nella prassi musicale tzigana delle radici della tradizione folclorica magiara, mentre, al tempo in cui il compositore ne fu affascinato, ci si trovava di fronte soltanto a un libero trattamento di melodie colte, ma popolarmente note, non più vecchie di 70 o 80 anni. E appunto dei modelli tzigani che Liszt si appropriò nelle sue Rapsodie, rielaborandoli con fantasiosa libertà per recuperare, con la notazione scritta, il carattere improvvisativo originale. Se ciò va perso, almeno in parte, nella versione per orchestra, va detto però che la scelta operata dal compositore pone in luce, fra i diciannove brani pianistici i sei che, per diverse ragioni, possono considerarsi più notevoli e, soprattutto, i più adatti a una così sostanziale trasfigurazione timbrica.

L'ordine e il numero delle Rapsodìe orchestrate non corrispondono a quelli originari: 1 (per orchestra) = 14 (per pianoforte), 2 = 12; 3 = 6; 4 = 2; 5 = 5; 6=9. Come impone lo stesso genere rapsodico, nessuno schema generale può essere individuato all'interno delle serie lisztiane. Si passa dalla libertà formale e dalla vaghezza tematica della Rapsodia n. 2, dove il tema è appena intravisto nell'introduzione e poi suggerito, come memoria, nella stretta finale, alla molteplicità di sezioni della Rapsodìa n. 3, che ne mostra quattro di indipendente svi-luppo tematico e dai tempi contrastanti. Nella Rapsodìa n. 4 prevale invece il principio costruttivo cosiddetto del "Lassan-Friska": un primo episodio lento, trasognato, eseguito rubato, con tensione crescente e un secondo episodio animato e danzante, dove la tensione accumulata si libera. (Questa rapsodia si usa spesso eseguire nella trascrizione sinfonica di K. Müller-Berghaus). La Rapsodia n. 6 mostra nella sua struttura quadripartita, un sistema di richiami tematici: introduzione lenta, con presentazione del tema; un Capriccio, che lo riprende e lo elabora; un Allegretto con trasformazione profonda del tema; un finale in quattro episodi tematicamente strutturati secondo il modello ABCA, dove C rimanda al tema del Capriccio.


(1) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001


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Ultimo aggiornamento 9 giugno 2016