En rève. Nocturne, S 207


Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
Organico: pianoforte
Composizione: 1885
Edizione: Wetzler, Vienna, 1888
Dedica: August Stradal
Guida all'ascolto (nota 1)

L'esperienza orchestrale porta Liszt verso una sempre maggiore consapevolezza della sua posizione centrale (relativamente centrale, veramente disposta lungo un itinerario storico) nella musica dell'Ottocento. Di qui quel fluttuare - libero, non indeciso - delle pagine degli ultimi anni, quella ricerca non più della dilatazione degli opposti, ma della loro composizione in più sfumati ed omologizzanti atmosfere: sono pagine come Nuages gris (1881), Csardas macabre (1881-1882), La lugubre gondola (1882), Unstern (senza data, ma degli ultimi anni: Liszt morì a Bayreuth il 31 luglio 1886). Siamo veramente in quel clima di «Schweben der Tonarten» («Sospensione della tonalità») di cui il Weissmann parla già a proposito di Chopin. E il Searle può ben a proposito parlare di «pagine cupe, austere e desolate» e notare un'infinità di arditezze e innovazioni armoniche. E chi ponga per un istante a confronto il «particolarissimo giro melodico» di En rêve. Nocturne (scritto nel 1885-86, dedicato al giovane allievo ed amico August Stradal - allievo anche di Bruckner - e pubblicato postumo a Vienna nel 1888), anche solo ad orecchio, con pagine di titolo analogo o similare di diversi anni prima, si renderà ben conto di quale coscienza creativa, e con quale sensibilità, Liszt avesse maturato nel lungo decorso della sua esperienza d'artista: e come ben egli avesse inseguito e afferrato, almeno per un lembo, quell'«inafferrabile fantasma» che già vagheggiava nel lontano e trionfale 1837.

Carlo Marinelli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 5 dicembre 1968


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Ultimo aggiornamento 7 ottobre 2016