Zu Strassburg auf der Schanz' (A Strasburgo nella trincea), composto intorno al 1888 e pubblicato all'inizio del terzo quaderno dei Lieder und Gesänge aus der Jugendzeit è il congedo di un soldato svizzero mentre si avvia alla fucilazione. Nel libro di Arnim e Brentano, che introducono rilevanti modifiche rispetto al testo originario, si intitolava Der Schweizer: il soldato ha tentato di disertare attraversando il fiume, sedotto dal richiamo di un suono di "Alphorn" (corno alpino) che ha suscitato in lui uno struggente desiderio di casa. Mahler musica solo le prime quattro strofe della poesia, eliminando le ultime due e quindi evitando il tono quasi di conciliazione introdotto, dalla finale invocazione a Dio. Fra i giovanili Lieder mahleriani per voce e pianoforte, questo più che mai allude ad una dimensione orchestrale e la fa presagire: esiste anche un inizio di orchestrazione dello stesso Mahler, e Berio ne ha tenuto conto realizzando la sua strumentazione nel 1986. Il cupo incedere di un andamento di marcia con la sua oscura gravità fa presagire la marcia che apre la Quinta Sinfonia. Viene preceduto e a tratti interrotto dall'evocazione del suono del corno alpino, un richiamo che non va riferito specificamente a questo strumento (Mahler all'inizio scrive "come una zampogna") e che ritorna diverse volte con diversa estensione, un suono di natura che contrasta con il rullare del tamburo e l'incedere della marcia creando una peculiare tensione espressiva. Nell'accento inesorabile, sobrio ed essenziale il Lied (in forma strofica liberamente variata) non conosce momenti consolatori, nemmeno nell'unico passaggio alla tonalità maggiore, nell'ultima strofa, che si stacca dalle altre anche per l'apertura melodica e per la variante timbrica introdotta dall'uso del falsetto: è solo una sottolineatura del momento del congedo.
Conosciamo una melodia popolare legata a questo testo, e doveva conoscerla anche Mahler, che sembra ricordarsene: non la cita, la propone come una reminiscenza in un contesto compositivo di notevole complessità: scelte stilistiche di questo tipo appaiono ancora più evidenti nei Lieder successivi, composti tutti nella duplice versione per voce e pianoforte e per voce e orchestra.
Paolo Petazzi
ZU STRASSBURG AUF DER SCHANZ Zu Strassburg auf der Schanz, Da ging mein Trauern an; Das Alphorn hört' ich drüben wohl anstimmen. Ins Vaterland musst ich hinüber schwimmen. Das ging ja nicht an. Ein' Stund' in der Nacht Sie haben mich gebracht; Sie führten mich gleich vor des Hauptmanns Haus! Ach Gott! Sie fischten mich im Strome aus! Mit mir ist es aus! Frühmorgens um zehn Uhr Stellt man mich vor das Regiment; Ich soll da bitten um Pardon, Und ich bekomm' doch meinen Lohn, Das weiss ich schon. Ihr Brüder all zumal, Heut' seht ihr mich zum letzten Mal; Der Hirtenbub ist nur schuld daran, Das Alphorn hat mir's angetan. Das klag' ich an. |
A
STRASBURGO SUL BASTIONE A Strasburgo sul bastione cominciò la mia disgrazia; il corno alpino udii intonare laggiù oltre il fiume Non potei trattenermi e passai l'acqua a nuoto per tornare alla mia terra ma non ci sono riuscito. A un'ora della notte mi hanno portato, mi hanno condotto a casa del Capitano! Oh Dio! Mi hanno ripescato dal fiume! Per me è finita! Di mattina alle dieci mi portano innanzi al reggimento; qui mi tocca invocare perdono, poi subirò ugualmente la mia pena, questo lo so bene. O miei fratelli tutti insieme riuniti, oggi l'ultima volta mi vedete, del pastorello è tutta la colpa, al corno alpino devo la mia disgrazia, e io l'accuso. |
(traduzione di Sergio Sablich) |