Die Hochzeit des Camacho (Le nozze di Camacho)
Opera comica in due atti, Op. 10 (MWV L5)
Musica: Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809 - 1847)
Libretto: Karl Klingemann dal Don Chisciotte di Cervantes
Ruoli:
- Quiteria (Soprano)
- Lucinda (Mezzosoprano)
- Basilio (Tenore)
- Vivaldo (Tenore)
- Camacho (Tenore)
- Carrasco (Baritono)
- Sancho Panza (Basso)
- Don Quixote (Basso)
- parenti di Carrasco e di Camacho, contadini
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2
trombe, 3 tromboni, timpani, archi
Composizione: Berlino, 10 Agosto 1825
Prima rappresentazione: Berlino, Schauspielhaus, 29 Aprile 1827
Edizione: Hofmeister, Lipsia, 1829
Appassionato e ben disposto verso il teatro, Mendelssohn
iniziò giovanissimo la sua carriera di operista. Nel periodo
1820-23 (ovvero tra gli undici e i quattordici anni di età)
compose ben sei lavori, per lo più Singspiele
e brevi
opere buffe a destinazione domestica, tra le quali denota discrete
qualità drammatiche l'operina Die
Soldatenliebschaft,
ambientata nel castello della contessa Elvira all'epoca
dell'occupazione francese della Spagna. Nel 1825, pensando
che il soggetto Die
Hochzeit des Camacho, tratto da un celebre episodio del
Don Chisciotte di Cervantes, musicato da diversi musicisti in passato e
assai di recente da Mercadante (Les
noces de Gamacho, Parigi 1825) potesse fare al caso suo,
si mise alacremente al lavoro in vista di quel successo che -
così supponeva - gli avrebbe spalancato le porte dei
principali teatri d'Europa. Rappresentata due anni dopo la
fine della stesura, l'opera fu accolta con un tiepido
successo di stima e venne ritirata già alla prima replica.
Lo smacco ricevuto non impedì a Mendelssohn di progettare
altri lavori operistici, ma lo condizionò per tutta la vita.
Si mise in contatto con decine di librettisti, pensando di ispirarsi
tra le altre cose alla Tempesta di Shakespeare, al dramma Pervonte di
Kotzebue e a Loreley
di Geibel. Soltanto quest'ultimo progetto iniziò a
prendere forma, ma rimase allo stato di abbozzo e tutto il materiale, a
eccezione del finale primo e di qualche altro frammento
dell'atto primo, è andato perduto. Perduti sono
anche i dialoghi di Hochzeit
von Camacho, unica opera completa (per lo meno quanto alla
musica) di Mendelssohn, che è stata oggetto in questi ultimi
anni di studi piuttosto approfonditi. Si è accertato che del
libretto esistono versioni anche sensibilmente differenti, e che non
è affatto dimostrabile che l'autore del libretto
sia stato l'intimo amico di Mendelssohn Karl Klingemann di
Hannover, contrariamente a quanto si era ipotizzato. Più
probabilmente al libretto misero mano anche il fratello di questi
August, autore di un dramma in prosa tratto dallo stesso episodio di
Cervantes rappresentato nel 1811 a Berlino e pubblicato quattro anni
dopo, e i letterati Carl von Liechtenstein e Friedrich Voigts,
anch'essi di Hannover.
Sinossi
Atto primo.
Quiteria, figlia del fattore Carrasco, ama il povero Basilio, ma
è promessa sposa per volontà del padre al ricco
proprietario Camacho. Nonostante Carrasco abbia impedito alla figlia di
incontrarsi con l'amato, Basilio non si dà per
vinto e rivela agli amanti Lucinda e Vivaldo, suoi amici, un piano per
mandare a monte il matrimonio. I parenti di Carrasco tentano di
ucciderlo, ma l'improvvisa sortita di Sancho Panza, giunto ad
annunciare l'imminente arrivo nel paese di Don Quixote, mette
temporanea fine alla contesa. Intanto Vivaldo irretisce Camacho
dicendogli che in verità Carrasco ha concesso la mano della
figlia a Basilio, avendo saputo che questi avrebbe trovato un tesoro
presso la caverna del gigante Montesinos. Giunge Don Quixote che,
scambiato il riflesso sull'acqua di Basilio per un fantasma,
si avventa contro di esso. Basilio riappare fingendo di essere il
fantasma Montesinos, che terrorizza tutti.
Atto secondo.
I cuochi stanno preparando il pranzo nuziale, mentre Sancho Panza
canta, mezzo ubriaco, una canzone. Intanto su un prato nelle vicinanze
ha luogo la rappresentazione di un balletto nel quale è
allegoricamente raffigurata una battaglia tra Amore e Ricchezza, nella
quale i guerrieri di Cupido riescono a sconfiggere i plutocrati
difensori di Ricchezza, conquistando per primi la torre di un castello
entro cui è rinchiusa una vergine. Una parte nella
rappresentazione l'ha pure Don Quixote, che si erge a
difensore del gentil sesso. La festa nuziale intanto ha inizio e alla
povera Quiteria non resta che farsi consolare da Lucinda. Ma nel bel
mezzo della cerimonia sopraggiunge Basilio a chiamare la sua sposa.
Carrasco, Camacho e i rispettivi parenti tentano di allontanarlo, ma
egli finge di pugnalarsi e di cadere morente. Il suo ultimo desiderio
è di essere unito in matrimonio a Quiteria; poi Camacho
potrà sposarla, non appena essa sarà rimasta
vedova. Camacho cede alla richiesta del moribondo e acconsente che la
cerimonia sia celebrata. E non appena è stato unito in
matrimonio a Quiteria, Basilio si rialza vivo come non mai. Camacho
è costretto a riconoscere la sconfitta, mentre Carrasco,
Basilio e Vivaldo si stringono la mano. I festeggiamenti continuano.
Struttura musicale
- Ouvertüre
Atto I
- Duetto. (Quiteria,
Basilio) - Beglücktes
Jugendleben
- Terzetto. (Quiteria, Basilio, Carrasco)
- Wie? ihr wagt es hier vermessen
- Aria.
(Basilio) - Noch tröstet mich das
Vorgefühl
- Duetto. (Lucinda, Vivaldo) - So
kehrest du wieder,
Geliebter
- Aria, Lied. (Vivaldo) - Nur
frischer Muth und klares Blut
- Coro. Viva Camacho, viva, Quiteria
(Carrasco)
- Bei Liebeln und Grübeln
- Settetto con coro. (Quiteria, Lucinda, Basilio,
Camacho, Carrasco Sancho) - Lasst mich, o lasst mich noch
einmal begrüssen
- Coro e aria. (Sancho) - Viva Camacho, viva
Quiteria
Recitativo. (Basilio) - So scheid
ich denn von Haus und Dorf
- Aria. (Quiteria) - Wer klopft so
leise an die
Thür?
- Ensemble. (Camacho, Carrasco e i loro
cugini) - Dem sollen
die Knochen im Leibe fliegen
- Finale. (Basilio, Quiteria, Camacho,
Carrasco, Vivaldo, Don Quixote, Sancho e coro) - Lasset euch winden,
dunkle Cypressen
(Quiteria, Lucinda. Vivaldo, Carrasco, Camacho, Don
Quixote, Sancho e coro) - Viva die irrende Ritterschaft!
Atto II
- Coro e aria. (Sancho, cuochi e cuoche)
- Frisch die
Hände nur
gerühret
- Lied. (Sancho, contadino e cuoco)
- Die
schönste Braut im ganzen Land
- Coro e Ballo. Richtend mag das
Spiel entscheiden
BOLERO, FANDANGO
(Don Quixote e Coro) Ha, Tigerbrut! die
Unschuld wollt ihr
morden?
- Terzetto. (Quiteria,
Lucinda, Sancho) - Was sollen mir die räthselhaften
Worte?
- Coro. (Damigelle e coristi) - Nun
zündet an geweihte
Kerzen
- Ensemble. (Quiteria, Lucinda, Vivaldo, Camacho,
Carrasco, e i loro cugini, Sancho, ragazze e il coro delle donne)
- Welche Stimme,
welche
Störung?
- Finale. (Camacho,
Carrasco, Vivaldo, Basilio, Lucinda, Quiteria, Don Quixote,
Sancho e coro) - Wie? betrogen?
Commento
Strutturata nell'alternanza di musica e di
dialoghi parlati in diciotto numeri complessivi, di cui sei solistici e
ben dodici corali o d'insieme, preceduti da una gradevole
ouverture, l'opera rivela pagine di fresca ispirazione
melodica, ma di inadeguata forza drammatica (basti pensare che proprio
il culmine dell'intreccio, la scena del finto suicidio di
Basilio, non è musicata). I caratteri dei personaggi non
sono sufficientemente tratteggiati, eccettuati quelli dello scaltro
Basilio e dello stolto Camacho, che invece lo sono, ma in modo troppo
caricaturale. La presenza di Don Quixote e di Sancho Panza appare
inoltre forzata, in quanto ininfluente rispetto al dipanarsi della
vicenda. Il giovane Mendelssohn reputava le opere di Mozart e di Weber
(indubbia l'influenza del Freischütz)
quali modelli
assoluti di scrittura drammatica, ma quest'opera non
condivide nulla della compattezza e della concentrazione drammatica di
queste: è piuttosto una galleria di situazioni musicali
(ricordiamo l'aggraziata ouverture, le danze spagnolesche -
bolero e fandango - nel balletto del secondo atto, i cori bucolici, i
compositi finali), talora anche ispirate, ma non collegate
l'una all'altra da opportuni nessi di
continuità musicale e drammatica. La circostanza per cui a
ogni apparizione di Don Quixote gli ottoni eseguano sempre la medesima,
solenne melodia, ha fatto pensare all'esistenza di una trama
leitmotivica ante
litteram; ma si tratta, assai più
semplicemente, di un 'tema di reminiscenza', il cui
uso Mendelssohn aveva tratto dalla conoscenza delle partiture
operistiche francesi del primo Ottocento.
(1)
"Dizionario dell'Opera 2008", a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi
Dalai editore, Firenze
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Ultimo aggiornamento 16 febbraio 2014