La Sonata in si bemolle maggiore op. 45 risale invece al 1839 e presenta un certo accademismo sconosciuto alla "sorella" maggiore op. 58. L'esposizione dell'Allegro vivace si apre con primo tema dall'andamento sinuoso e cromatico, presentato dai due strumenti in ottava, poi ripreso e sviluppato dal violoncello. La successiva transizione ne riprende alcuni frammenti rielaborandoli e conduce al secondo tema, veemente e appassionato, esposto dal violoncello e sostenuto dagli accordi del pianoforte. Un episodio nel quale il primo tema viene elaborato in imitazione fra i due strumenti precede la coda dell'esposizione, basata ancora una volta sull'incipit del primo tema. Alla canonica ripetizione dell'intera esposizione fa seguito la sezione di sviluppo, che possiamo articolare in quattro parti. Nella prima viene elaborato il primo tema in un delicato dialogo in imitazione fra i due strumenti; nella seconda il discorso si anima e i due strumenti battagliano musicalmente utilizzando frammenti del primo tema. La terza parte utilizza il secondo tema in modulazioni ascendenti affidate al pianoforte, mentre la quarta e ultima parte dello sviluppo elabora la transizione già udita in precedenza. La ripresa corre regolare fino alla coda, nella quale il primo tema sembra quasi svanire in pianissimo; ma improvvisamente il discorso musicale si rianima, e viene condotto con fuoco dai due strumenti fino alla cadenza finale. L'Andante è una pagina suggestiva, che sfrutta abilmente le caratteristiche timbrico-articolatorie del violoncello; il suo tema principale, in sol minore, viene esposto due volte: prima dal pianoforte solo, poi dal violoncello sostenuto dagli accordi del piano. È un motivo ben delineato ritmicamente e molto regolare nella sua struttura (8+8 battute). Il suo sviluppo si apre poi alla tonalità maggiore (pianoforte solo, poi violoncello e pianoforte) per poi ripiegare al minore nella coda, dominata dal ritmo puntato iniziale. Una cadenza sospesa prepara la seconda parte del movimento, in tonalità maggiore, dove spicca un tema nobile affidato alle straordinarie capacità di "cantare" proprie del violoncello, mentre il pianoforte accompagna docilmente, solo qua e là facendo udire il ritmo puntato del primo tema. La ripresa del tema principale viene affidata prima al pianoforte, che lo propone staccato e pianissimo mentre il violoncello si limita ad appoggiare poche note in pizzicato, poi al violoncello, accompagnato dalle scalette (leggiero e sempre piano) del pianoforte. Un breve episodio di transizione, notevole dal punto di vista timbrico (arabeschi del pianoforte nel registro acuto e pizzicato del violoncello), porta all'ultima apparizione del tema principale seguito da una coda finale.
L'ultimo movimento è un Allegro assai che si
apre con un motivo cantabile esposto dal violoncello e sostenuto da un
cullante accompagnamento del pianoforte; una brillante transizione
fatta di ritmi puntati, arpeggi veloci e accordi ribattuti, conduce al
tema secondario, esposto dal violoncello. La sezione di sviluppo, molto
essenziale, è basata su un gruppetto di quattro semicrome,
ora ascendenti ora discendenti, del violoncello alle quali il
pianoforte oppone veementi arpeggi. Il discorso poi si placa e va
diminuendo fino alla ripresa dei due temi. La coda ripropone per
l'ultima volta il tema principale, seguito dai morbidi arpeggi
conclusivi in diminuendo del pianoforte.
Alessandro De Bei