Des Canyons aux étoiles

per pianoforte, corno, xilorimba, glockenspiel e orchestra

Musica: Olivier Messiaen (1908 - 1992)
  1. Le désert
  2. Les Orioles
  3. Ce qui est écrit sur les Etoiles
  4. Le Cossyphe d'Heuglin
  5. Cedar Breaks et le Don de Crainte
  6. Appel interstellaire
  7. Bryce Canyon et les Rochers rouge-orange
  8. Les Ressuscités et le Chant de l'Etoile Aldébaran
  9. Le Moqueur polyglotte
  10. La Grive des bois
  11. Omao, leiothrix, elepaio, shama
  12. Zion Park et la Cité céleste
Organico: pianoforte, corno, xilorimba e glockenspiel solisti, ottavino, 2 flauti, flauto contralto, 2 oboi, corno inglese, clarinetto piccolo, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 2 corni, 3 trombe, trombone, trombone basso, campane tubolari, triangolo, crotali, frusta, 2 maracas, reco reco, chimes di vetro, chimes di conchiglie, chimes di bambù, 6 wood-block, legnetti, tamburello basco, 3 piatti sospesi, 4 gong, tumba, grancassa, 2 tam-tam, macchina per tuoni, geofono, eolofono, archi
Composizione: 1971 - 1974
Prima esecuzione: New York, Lincoln Center, 20 novembre 1974
Edizione: Alphonse Leduc, Parigi, 1976
Guida all'ascolto (nota 1)

Organista di grande prestigio e già professore di armonia, di estetica, di ritmo, di filosofia della musica e di composizione al Conservatorio di Parigi, Messiaen è stato negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale il centro di orientamento delle nuove vie musicali in Francia dopo la stagione debussyana. Egli costituì nel 1936, insieme a Yves Daniel-Lesur (Parigi, 1908), Yves Baudrier (Parigi, 1906) e André Jolivet (Parigi, 1905), il gruppo denominato "Jeune France", che si propose di rinnovare il linguaggio tradizionale della musica europea, inserendovi modalità e ritmi delle antiche civiltà orientali, specie indiana e giavanese, utilizzando timbri ed effetti sonori provenienti dallo studio della natura, come ad esempio il canto degli uccelli. Tali scelte Messiaen le ha confermate anche in una dichiarazione alla rivista "Musica e musicisti" del dicembre 1978, nella quale il compositore francese afferma di «essere un ornitologo e di aver sempre annotato tutti i suoni dettati dall'ambiente naturale, senza preoccuparsi di scrivere o meno una musica onomatopeica. Quello che conta è la sincerità dell'espressione e la capacità di comunicare delle emozioni vere».

Temperamento profondamente religioso e di schietta fede cattolica, Messiaen ha tenuto cattedra dopo gli anni Cinquanta a Darmstadt, roccaforte della musica d'avanguardia del tempo, analizzando e codificando esperienze armoniche e timbriche innovatrici, ottenute in parte con gli strumenti dell'orchestra comune e in parte con l'uso delle onde Martenot, dal suono magico e incantatorio, e con la tecnica della musica concreta, sfociata poi in quella elettronica. Tra le sue numerose composizioni vanno ricordate La nativité du Seigneur (1935), L'Ascension (1934), la colossale Turangàlila-Symphonie (1948), scritta per orchestra, pianoforte e onde Martenot, gli Oiseaux exotiques (1956) per pianoforte, fiati e percussioni, i Quatre études de rytme per pianoforte (1950) e un gruppo di liriche da camera di intonazione spirituale. Il lavoro oggi in programma, Des Canyons aux étoiles, risale al 1974 ed è precedente alla stesura della monumentale opera San Francesco d'Assisi, presentata con largo successo all'Opera di Parigi nel 1985 e considerata in un certo senso il testamento umano e musicale di un compositore che è sempre rimasto fedele al proprio pensiero artistico.

Sulla composizione in programma questa sera pubblichiamo una dettagliata nota illustrativa dello stesso Messiaen.

«Des Canyons aux étoiles (cioè ascendere dai canyons alle stelle, e più in alto ancora fino al Risorto in Cielo) vuole glorificare Dio in tutta la sua creazione: le bellezze della terra (le sue rocce, i canti degli uccelli), le bellezze del cielo fisico, le bellezze del cielo spirituale. Perciò questa è soprattutto un'opera religiosa, un'opera di lode e di contemplazione. È anche un'opera geologica e astronomica; un'opera di suono-colore, in cui tutti i colori dell'arcobaleno ruotano intorno all'azzurro della Ghiandaia di Stellar e al rosso del Bryce Canyon. I canti degli uccelli sono principalmente quelli dello Utah e delle isole Haway. Zion Park e la stella Aldebaran sono qui simboli del cielo.

Quest'opera è stata commissionata da "Musica Aeterna" e scritta ed orchestrata dal 1971 al 1974, dopo un viaggio nello Utah.

L'orchestra comprende: un pianoforte solista, i legni a gruppi di quattro, gli ottoni a gruppi di tre, un corno, una xilomarimba [strumento idiofono, simile allo xilofono, di origine africana, diffuso in Sud America e nel Messico, n.d.t.j, un glockenspiel, soltanto tredici strumenti ad arco (ognuno con una parte differente, senza duplicazione di parti) e una sezione di percussione molto complessa, in cui dominano campane, gong e tam-tam, e che include due strumenti inusuali: l'eolifono, cioè la macchina del vento e il geofono, cioè la macchina della sabbia.

PARTE PRIMA
I - Il Deserto

Il deserto è il simbolo di quel vuoto dell'anima che permette di percepire la voce dello Spirito. Un tema del corno evoca la pace del deserto. L'eolifono ricorda il vento che talvolta vi soffia. La voce di un uccello è ancora più preziosa poiché è circondata dal silenzio; è in questo silenzio che si ode l'Allodola Striata (in francese, "Sirli du desert"), che è un'allodola del Sahara: i crotali, l'ottavino e gli armonici del violino imitano la sua voce pura ed acuta.

"COLUI che deve essere trovato è incommensurabile, ci si deve spogliare di tutto per poter entrare nel primo stadio della rinuncia... lasciatevi sprofondare nel deserto di tutti i deserti" (Ernest Hello).

II - Gli Orioli

Itteridi o orioli dell'ovest degli Stati Uniti. La maggior parte di essi sono uccelli con piumaggio arancio e nero; tutti cantano in modo eccellente. In questa parte si ode l'Oriolo del Frutteto nel suono del pianoforte solista; l'Oriolo di Scott in quello della xilomarimba; l'Oriolo del Lichtenstein in quello dei legni e della tromba piccola; l'Oriolo di Baltimora di nuovo col piano; l'Oriolo di Bullock di nuovo con la xilomarimba; e infine l'Oriolo Incappucciato con i legni e il glockenspiel.

III - Ciò che è scritto nelle stelle

"E queste sono le parole che furono tracciate: ME'NE, TE'KEL, U'PHAR'SIN.

Questo è il significato delle parole:

ME'NE: Dio ha punito il tuo regno e l'ha fatto cessare.
TE'KEL: Sei stato pesato sulla bilancia e trovato scarso.
PE'RES: Il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani".
(Dal Libro del profeta Daniele, capitolo 5, versetti 25-28).

Queste parole probabilmente provengono dai nomi di tre monete dell'Oriente e forse alludono alla potenza declinante degli imperi dei Babilonesi, dei Medi e dei Persiani. Esse hanno il sigillo di un decreto della Giustizia divina. Ho ritenuto da esse soltanto l'idea di quantità, peso e misura, per metterle in relazione con la configurazione delle stelle. In primo luogo, le parole fatidiche sono espresse da un alfabeto di suoni e di durate accompagnato da armonie costanti. Poi un corale degli ottoni risuona in opposizione ad alcuni canti di uccelli. Questi uccelli sono: il solitario di Townsend, affidato al piano solo; la Cutrettola di Montagna, affidata a vari strumenti; tre vireoni - il Vireone di Bell, il Vireone Gorgheggiante e il Vireone Grigio - espressi dalla xilomarimba, i legni e il piano. Si ode anche l'Uragallo della Salvia, i cui richiami percussivi prorompono fra i cespugli di salvia nello Utah e nel Deserto del Nevada; il Troglodita del Canyon (in francese, "Troglodyte des Canyons"), il cui tipico "accelerando-rallentando" riappare in parecchie parti di quest'opera, sempre annunciato dall'assolo del corno.

Le parole sono pronunciate un'ultima volta: "La mano con la quale le tre solenni parole furono tracciate sulle pareti che circondavano il festino maledetto poteva averle scritte nella calma della creazione, sulle pareti dello spazio, verso il settimo giorno". (Ernest Hello).

IV - Il Pettirosso dalla fronte bianca (pianoforte solo)

Il Pettirosso dalla fronte bianca (in francese, "Cossyphe d'Heuglin"; in latino, "Cossypha Heuglini") è un uccello dell'Africa sud-orientale. È un meraviglioso cantore. Si udranno qui tutti gli aspetti del suo stile musicale: strofe flautate, ripetutte due, tre e fino a quattro volte di seguito; suoni dolci e lenti, seguiti da un "crescendo-accelerando" ascendente (e il contrario: suoni lenti e forti, seguiti da un "accelerando-decrescendo" discendente); ed anche fremiti ondulanti e profondi somiglianti più a un suono di cembalo o di maracas (o perfino di una lontana grancassa) che a un canto di uccello. Tutto ciò mi ha permesso di scrivere per "un piano-uccello" che è allo stesso tempo un "piano-orchestra". Per l'"accelerando-crescendo" (o "decrescendo") ho usato i miei "modi" con limitate trasposizioni": i sei modo-2 (marrone, marrone-rossiccio, arancione, violaceo), i tre modo-2 (grigio e oro) e la sovrapposizione dei due modo-3 (giallo e violaceo). Per le strofe ripetitive flautate, l'altezza è resa con accordi con "inversione trasposta" e con "risonanza in sordina", che aggiungono ancora di più al dispiegarsi dei colori.

V - Cedar Breaks e il dono del Timore

"Sostituire Paura con Timore apre una finestra per l'adorazione"
(Ernest Hello: Le parole di Dio)

Cedar Breaks è una delle meraviglie dello Utah. Non così grandiosa e meno vividamente colorata del Bryce Canyon, nondimeno colpisce a causa della sua bellezza incontaminata. È un vasto anfiteatro, degradante verso un profondo abisso, le rocce del quale, arancioni, gialle, marroni e rosse, si ergono come mura, colonne, torri, torrette e torrioni. Le betulle, gli abeti, una traccia di neve, il vento che soffia violentemente, si aggiungono alla maestà del luogo. Tutti questi elementi infusero in me un sentimento molto vicino al Timore. "Il dono del Timore" è uno dei sette doni dello Spirito Santo e le Sacre Scritture ci dicono che "il Timore è il principio della Sapienza". Nella scala dei sentimenti la paura della punizione si colloca piuttosto in basso; il Timore, che è la venerazione del sacro, della Presenza Divina, è più nobile, e conduce all'adorazione che sta proprio al culmine.

Introduzione. Dopo le potenti strida del Picchio Rosso nord-americano seguono i profondi borborigmi dell'Urogallo Azzurro (in francese, "Tetras obscur") affidati al trombone basso e al controfagotto (mentre i violoncelli e i contrabbassi sfregano il bordo del ponticello dei loro strumenti).

Il vento soffia: le trombe suonano solo nell'imboccatura dello strumento, con il "crescendo-decrescendo" dell'eolifono.

Strofe. Con il "tutti", sullo stesso alfabeto di suoni e di durate come nel terzo pezzo, vi sono le invocazioni greche: "Agios o Theos" (Santo, o Dio!), "Agios ischyros" (Santo e potente!), "Agios athanatos" (Santo immortale!). Ciò è seguito da un effetto di tromba in sordina di "wa-wa" misto al "temple-block" [strumento di legno cavo a percussione di origine cinese n.d.t.], e dagli acutissimi trilli del Rondone dalla gola bianca che vola al disopra dell'abisso. Un altro abitante del Cedar Breaks è la Ghiandaia Nocciolaia di Clark, un uccello grigio con ali e coda bianche e nere, che grida forte nella foresta: i suoi gridi striduli sono espressi dalle articolazioni e dal rapido effetto di staccato degli ottoni ottenuto con la lingua e dal clarinetto in mi bemolle (denti sull'ancia). Viene poi il Pettirosso Americano (in francese, "Merle migrateur"), un uccello grigio-nero con il petto color mattone, che si trova dovunque negli Stati Uniti (e perfino a Cedar Breaks!): i suoi gioiosi "torculus" e "porrectus" sono resi dai flauti e dai clarinetti, con i tremoli sugli armonici con il contrabbasso (suonato con la punta terminale di metallo dell'archetto).

Due Antistrofe allineano gli stessi elementi.

Epodo. È uno sviluppo del suono del vento in cui grida e canti di uccelli penetrano l'aria di tempo in tempo: Il Falco dalla coda rossa con la tromba e la Passerella con la xilomarirnba.

Coda. Riprende gli elementi dell''Introduzione in ordine inverso: il vento, l'Urogallo Azzurro, i gridi del Picchio rosso nord-americano in un "tutti" dell'orchestra.

PARTE SECONDA
VI - Richiamo interstellare

"EGLI è Colui che risana quei che hanno il cuore infranto, e fascia le loro piaghe.

EGLI conta il numero delle stelle, e le chiama tutte con i loro nomi"
(Salmo 146, versetti 3 e 4).

"O terra, non ricoprire il mio sangue, e non abbia il mio grido luogo in te"
(Libro di Giacobbe, capitolo 16, versetto 19)

Dapprima risuona un assolo del corno. L'Introduzione con vari effetti particolari sui trilli dello strumento con suoni in sordina, rapidi effetti di staccato ottenuti con la lingua ed alcune oscillazioni con un lungo suono senza altezza ed irreale. Si ode anche un breve canto dell'"Hoamy" o Tordo Cinese.

Canto, prima frase. Poi i gridi esplodono nella quiete. "Glissando" sugli armonici di re. "Accelerando-rallentando" del Troglodita del Canyon, per la seconda volta in tutta l'opera. Il corno prende la diteggiatura del corno in re, ritornando alla sua natura originaria, il corno da caccia. I suoi richiami divengono sempre più rauchi e laceranti: nessuna risposta! I richiami si perdono nel silenzio - nel silenzio si può trovare una risposta, quella dell'adorazione. -

Canto, seconda frase - Coda, che ripete gli elementi dell'Introduzione in una sequenza differente.


VII - Il Bryce Canyon e le rocce rosso-arancio

"Gli interessi mondani non saranno cancellati ma tradotti nell'Eternità"
(Romano Guardini: La Santa Messa (capitolo 26): Il Tempo e l'Eternità).

"Siate capaci di comprendere con tutti i santi qual sia la larghezza, e la profondità e l'altezza".
(San Paolo, Epistola agli Efesini, capitolo 3, versetto 18).

"E le fondamenta della muraglia della città erano adorne di ogni sorta di pietre preziose... Il sesto fondamento era sardonio [rosso]; il nono topazio [giallo arancio]; ...il dodicesimo, ametista [violacea]".
(Apocalisse di San Giovanni, capitolo 21, versetti 19-20).

Il Bryce Canyon è la più grande meraviglia dello Utah, un gigantesco circo con fantastiche formazioni rosso-arancio e purpuree a forma di castelli, torri quadrate, torri sporgenti, finestre naturali, ponti, sculture, colonne, intere città e, di tanto in tanto, profonde e oscure cavità. Questa foresta di roccia e sabbia pietrificate può essere ammirata dall'alto (l'altezza è di circa 8.000 piedi) oppure si può discendere nel fondo degli abissi e camminare sotto quell'architettura favolosa. Qui viene un superbo uccello: la Ghiandaia di Stellar. Il suo ventre, le sue ali e la sua lunga coda sono azzurre; il suo capo e l'orlo dell'ala sono neri.

Quando essa vola al disopra del Canyon, l'azzurro del suo volo e il rosso delle rocce assumono lo splendore dei vetri istoriati delle finestre gotiche. La musica di questa composizione tenta di riprodurre tutti questi colori. La forma è simile alla triade greca: Strofe - Prima Antistrofe - Seconda Antistrofe - Epodo (mettendo in evidenza una cadenza per il piano solo e la Coda).

Strofe. Per piano solo: il Merlo dal capo giallo. Con il "récoréco" [idiofono latino-americano di origine africana, n.d.t.], e i suoni bene articolati degli ottoni: la Ghiandaia di Stellar. Con la xilomarimba e tutti i legni: la Tanagra Occidentale. Col piano solo: L'Oriolo di Scott. Poi sopraggiunge il tema massiccio delle rocce rosso-arancio, espresso dai legni e dagli ottoni. Accordi con "risonanza attenuata" (rosso e arancio), i tre modo-1 (arancio e oro), con accordi con "inversioni trasposte" (giallo, viola pallido, rosso, bianco e nero) rendono i colori della roccia. Un altro tema (ritmico) con gli archi. Suoni di campane. Arresto su un si bemolle (armonizzato con una "risonanza attenuata", rosso, carminio, giallo e nero). Polimodalità sovrapponente i tre modo-4 (color arancio con strisce rosse) ai sei modo-2 (marrone, rossastro, arancio, porpora). Porte ed abissi di oscurità, profondità e terrori abissali, con il tam-tam e l'uso dei suoni del pedale dei tromboni.

Prima Antistrofe. Gli stessi elementi. Prima di una nuova polimodalità e un nuovo abisso di oscurità, arresto su un mi (armonizzato con una "risonanza attenuata", bianco, oro, grigio-argento).

Seconda Antistrofe. Gli stessi elementi. L'Oriolo di Scott è più sviluppato col piano solo. Il tema delle rocce rosso-arancio è espresso con un canone inverso, fra i legni e gli ottoni da un lato, e gli archi e i crotali dall'altro. Gli ottoni ascendono su tre modo-1 (arancio, oro, bianco-latte), alternandosi con gli archi discendenti e la xilomarimba in quattro modo-6 (rosso carminio, viola-purpureo, viola pallido, grigio rosato). Si può udire anche la Colomba dalle ali bianche, con il corno, il piano e gli archi.

Epodo. Grande cadenza per piano solo sul Canto del Tondo Beffaggiatore e su quello dell'Oriolo di Scott. Coda con gli archi nello stile di un Alleluia in gregoriano; la Tanagra Occidentale affidata ai legni e alla xilomarimba. Una conclusione in "fortissimo" sulle rocce rosso-arancio.

PARTE TERZA
VIII - Il Risorto e il canto della stella Aldebaran

"Poiché un astro è differente da un altro in splendore. Così è anche la resurrezione dei morti".
(Prima Epistola di San Paolo ai Corinzi, capitolo 15, versetti 41-42)

"Il Cuore di Gesù sarà lo spazio interiore che racchiuderà tutte le cose. Tutto sarà Trasparenza, Luce-Amore, come eterno stato della Creazione, l'Identità di tutto fra interno ed esterno: tale sarà il Cielo".
[Romano Guardini: Der Herr (Il Signore), ultimo capitolo].

Le stelle cantano. E il Libro di Giobbe parla del "coro di lodi degli astri del mattino"
(Libro di Giobbe, capitolo 38, versetto 7).

Aldebaran è la stella più lucente della costellazione del Toro. Il suo nome deriva dall'arabo "aldabaran" che significa "l'accompagnatore" poiché questa stella segue le Pleiadi. Il testo di San Paolo implica che i "Corpi Gloriosi" saranno spogliati dai legami che costringono i corpi mortali. Le parole alludono anche alle loro qualità, come l'agilità e la chiarezza, e ai loro vari "splendori". Il testo del Guardini aggiunge l'Amore, risultato della "beatificata visione" del Cielo.

Tutto il pezzo è una lunga frase per gli archi. Le armonie derivano dagli accordi con "invenzioni trasposte" dai "modi 2, 3, 4 e 6 con trasposizioni limitate", ma soprattutto dai tre modo-3 e dalla chiave di la maggiore. Essi danno una sonorità azzurra globale: azzurra come lo zaffiro, come la calcantite, come alcune fluorine traslucide, azzurre come il cielo.

Si odono parecchi uccelli in contrappunto, sopra agli archi: il Tordo Marrone; col piano solo il Tordo di Swainson - il Tordo Eremita con l'ottavino; la Ilocicla (in francese, "Grive de Wilson") col glockenspiel. La frase è sempre raddoppiata dai suoni armonici del primo violino e dai crotali. Alla fine di ogni periodo, l'acutissimo "col legno, gettato" del contrabbasso, e il "glissando" sugli armonici dei violini aggiungono come uno sgorgare d'acqua o un frusciare di seta.

IX - Il Tordo Beffeggiatore

Questo è il secondo pezzo per pianoforte solista. È formato interamente col canto del Tordo Beffeggiatore (in francese, "Moqueur Polyglotte").

Il Tordo Beffeggiatore è l'uccello più noto degli Stati Uniti. Il suo canto è molto variato ed include: brevi temi di richiamo, ripetuti due, tre e perfino cinque volte di fila; dolci note con accelerazione in "crescendo"; trilli; tremolo; gorgheggi prolungati; lenti e forti giambi, che sono in contrasto con brevi e veloci giambi in sequenze ascendenti. Le ripetizioni spesso si concludono con un passaggio brillante che sale vittoriosamente verso un'alta tonalità. Tutto ciò è impiegato nel corso delle quattro parti in cui è diviso il pezzo. Sono introdotti alcuni uccelli australiani che aggiungono i loro colori melodici ed armonici alle ripetizioni del Tordo Beffeggiatore. Essi sono: nella prima e seconda parte, una breve frase dell'Uccello Fischiatore dorato, armonizzato con accordi con "inversioni trasposte" e una "risonanza attenuata"; nella terza parte, il "glissando" discendente del superbo Uccello Lira. Nella quarta parte, dopo la perorazione del Tordo Beffeggiatore, il pezzo termina con altri tre uccelli australiani: la Gazza dal dorso bianco (in francese, "Gymnorhine flùteur à dos blanc"), l'Uccello Lira Principe Alberto e il Tordo Grigio.

X - Il Tordo dei Boschi

"... gli darò un sasso bianco, e nel sasso sarà scritto un nome nuovo che nessuno conosce se non chi lo riceve".
(Apocalisse di San Giovanni, capitolo 2, versetto 17)

"Quando entreremo nella Grazia, riceveremo dallo Spirito Santo un nuovo nome: e quel nome sarà eterno".
(Ruysbroeck l'Ammirabile: La pietra lucente)

Il Tordo dei Boschi è rossastro, con il petto bianco macchiato di nero. Il suo canto è un arpeggio maggiore in "porrectus flexus", dal timbro chiaro, gaio e solare. È generalmente preceduto da un'anacrusi, e seguito da un suono frusciante più profondo. Ho affidato la prima parte del canto all'ottavino e alla xilomarimba, con vari "glissando" dei violini e risonanze dei crotali. Esso dà, dall'inizio del pezzo, un carattere semplificato con il corno solo che emette suoni in sordina, L'intenzione è che il carattere originale prevalga sull'altro. Per me, il canto del tordo dei Boschi è il simbolo di quell'archetipo che Dio intendeva per noi nella sua predestinazione che noi, nel corso della nostra vita terrena, più o meno travisiamo, e che è pienamente realizzato soltanto nella nostra vita celeste, dopo la Resurrezione. Altre specie di Tordi cantano vicino al loro parente: la Ilocicla col piano solo; il Tordo Eremita con i legni. In seguito, il tema semplificato del Tordo dei Boschi si udrà col suono del corno e con le trombe con varie sordine e varie colorazioni di accordi. Turbato per un breve momento dagli staccati dei flauti ottenuti con la lingua, gli acuti armonici del contrabbasso, il richiamo polimodale con un ritmo cretese del Troglodita della Carolina, il tema diviene ancora più semplice. E un segreto di amore fra l'anima e Dio: il nome nuovo è inciso sulla pietra, il modello eterno è riscoperto.

XI - Omao, Leiothrix, Elepaio, Shama

Vi sono tue tipi di uccelli nelle isole Haway: quelli che hanno sempre vissuto colà ed uccelli che sono stati portati lì da altri paesi. Questo pezzo comprende canti di entrambi i tipi, ai quali sono stati aggiunti uccelli stranieri. È composto di due elementi: un Refrain (eseguito dal corno) e i canti degli uccelli che riempiono le strofe.

Ecco una breve analisi:

(1) Refrain del corno

(2) Prima strofe - lo "Shama" dall'India e Ceylon (latino, "Copsychus Malabaricus") con gli ottoni; la "Leiothrix" dalla Cina (latino, "Leiothrix Lutea") con il piano; la "Kibitaki" dal Giappone (latino, "Musicapa Narcissina", in inglese "Narcissus Flycatcher") [in italiano: Uccello Pigliamosche o Muscicapa, n.d.t.] con i quattro clarinetti.

(3) Refrain del corno

(4) Seconda strofe - gli stessi uccelli della strofa precedente.

(5) Refrain, prima variazione. Il tema è espresso dal corno. Gli archi fanno un contrappunto di accordi su tre ritmi indù: "ragavardhana" (che attrae verso il "raga"), "candrakala" (bellezza della luna), "Lakck-mica" (la pace di Lashmi). I legni suonano con gli stessi ritmi; ma all'inverso, con accordi differenti e un altro colore modale.

(6) Terza strofe - gli stessi uccelli di prima, ai quali si aggiungono: il "Dyal" dal Madagascar (latino, "Copsychus albospecularis" sul clarinetto in mi bemolle; l'"Aoji" o Zigolo giapponese, con i quattro flauti e il glockenspiel; l'Averla dei Cespugli dal Marocco (latino, "Tchagra senegala cuculiata", in francese "Téléphone Tschagra") con il piano. Il richiamo dell'Elepaio (latino, "Chasiempis Sandwichensis") interrompe brevemente questi contrappunti dei vari uccelli. Si ode il gracchiare in "crescendo-decrescendo" dell'"Alala" o Cornacchia Hawaiana.

(7) Cadenza del piano solo sul canto dell'"Omao" o Tordo Hawaiano (latino, "Phaeornis obscurus"). Il Tordo Hawaiano è il miglior cantore delle isole Haway; si trova nelle Haway e in Kauai.

(8) Refrain, seconda variazione, con contrappunto di eguali valori del piano, glockenspiel, xilomarimba e temple-block.

(9) Quarta strofe. Inizia con il tema dello "Shama" sugli ottoni. Poi si ode l'"Hoamy" o Tordo Cinese (in francese, "Grive - Geai de Pékin") al piano. Dopo un "glissando" fuori di sequenza della tromba (solo imboccatura), segue una combinazione del Tordo della Salvia degli Stati Uniti del West (in francese, "Moqueur des Armonies") al piano, con la "Kibitaki" del Giappone sulla xilomarimba. Il piccolo emette suoni dal timbro acuto. Un nuovo uccello rosso e nero, la "Apapane" (latino, "Himatione Sanguinea") dalle Haway, Kauai, Oahu e Mani, eseguito dalla xilomarimba.

(10) Grande cadenza per piano solo ancora sull'"Omao" o Tordo Hawaiano.

(11) Coda: Il Grande Gufo Cornuto (in francese, "Grand Duc de Virginie") dagli Stati Uniti, la "Bokmakierie" dal Sud Africa (in francese, "Pie Grièche à plastron noir"). Dopo un ultimo richiamo dell'"Elepaio", per la prima nota del Refrain si combina con il tema dello "Shama".

XII - Il Zion Park e la Città Celeste

Coloro che hanno scoperto le mura rosa, bianche, viola chiaro, rosse e nere, gli alberi e il limpido fiume del Zion Park, lo hanno considerato come un simbolo del Paradiso. Tenendo a mente che la montagna di Sion è sinonimo della Gerusalemme Celeste, io ho pensato come loro. Gli elementi di questo ultimo pezzo sono tre:

(1) Un corale per gli ottoni con un tre modo-2 (grigio e oro) e un tre modo-3 (azzurro e verde), ruotanti intorno alla chiave di la maggiore.

(2) Un carillon

(3) Alcuni canti di uccelli da me uditi nell'Ovest degli Stati Uniti e particolarmente al Zion Park. Gli uccelli principali da me presentati sono: la meravigliosa Allodola dei Prati dell'Ovest dallo Utah (in francese, "Stournelle des prés de l'Ouest"), che è sempre affidata ai legni e all'ottavino, con una multicolore armonizzazione in accordi con "inversioni trasposte". Lo Zigolo Lazuli dal Zion Park (in francese, "Pape Lazuli"), un affascinante uccello azzurro-cielo e marrone rossiccio come il cinnamono, reso con il glockenspiel; il Fringuello di Cassin (in francese, "Roselin de Cassin"), un uccello rosso, rosa e marrone, i cui tocchi veloci e melodiosi sono eseguiti dal piano solo. E poi quattro uccelli straordinari, che sono presenti qui come complemento: l'Urogallo della Salvia (in francese, "Tetras Centocerque"), i cui strani gridi sono resi dalla frusta [strumento a percussione formato da due tavolette di legno, n.d.t.] e dalla tumba [tamburo afro-cubano, n.d.t.], ed anche dai ponticelli dei violoncelli e dei contrabbassi; il Tordo della Salvia del Nevada, reso dal piano; il Troglodita del Canyon dall'Idaho e dal Montana, eseguito dal corno solo per la terza ed ultima volta; la "Phyrrhuloxia" dall'Arizona (latino, "Pyrrhuloxia sinuata"). Un Cardinale grigio, con l'orlo dell'ala, il petto e il ventre sottolineato di rosso, fornisce una cadenza al piano solo. Il corale degli ottoni, pieno di luce e di maestà, interrompe spesso questi canti di uccelli. Con un accordo in la maggiore degli archi, immutabile come l'Eternità, un concerto di campane porta la sua risonanza in un finale pieno di gioia».


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia.
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 10 aprile 1987


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Ultimo aggiornamento 16 luglio 2017