Chi vol che m'innamori, SV 256

a tre voci e due violini

Musica: Claudio Monteverdi (1567 - 1643)
Testo: Angelo Grillo
Organico: contralto, tenore, basso, 2 violini, basso continuo
Edizione: Bartolomeo Magni, Venezia, 1640 in Selva Morale e Spirituale
Dedica: imperatrice Eleonora Gonzaga
Guida all'ascolto (nota 1)

Un gruppo di cinque madrigali spirituali, su testo genericamente morale ma non liturgico, è posto da Monteverdi in apertura della Selva morale, con la funzione di un proemio. Sono composizioni nello stile moderno più avanzato, che prediligono la declamazione rapida, la sillabazione su note ripetute caratteristica dello stile madrigalistico profano, piuttosto che il classico andamento polifonico in valori distesi.

Chi vol che m'innamori «canzon morale» a tre voci e due violini, si struttura in tre strofe, introdotte e separate da un ritornello strumentale; un ritornello più ampio è previsto per la conclusione. La scrittura è semplice, prevalentemente accordale, e si giova del contrasto tra spiccati ritmi di danza («hoggi si ride») e rotture patetiche del verso e della linea melodica («e poi diman si piange»).

Claudio Toscani

Testo

Chi vol che m'innamori
mi dica almen di che:
se d'animati fiori,
un fiore che cosa è
se de bell'occhi ardenti
ah, sian tosto spenti?
La morte, ohimè, m'uccide,
il tempo tutto frange:
Hoggi si ride e poi diman si piange.

Se vol ch'un aureo crine
mi leghi: e che sarà
se di gelate brine
quel or si spargerà?
La neve d'un bel seno
ah, vien qual neve meno.
La morte, ohimè, produce
terror ch'il sen m'ingombra:
Hoggi siam luce e poi diman siam ombra.

Dovrò prezzar thesori,
se nudo io morirò,
o ricercar gl'honori
che presto io lascerò?
In che fondar mia speme,
se giongon l'hore estreme?
Che male, ohimè, si pasce
di vanitade il core:
Hoggi si nasce e poi diman si more.
(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al numero speciale AMS 009-10 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 12 febbraio 2017