Andante in do maggiore per flauto ed orchestra, K1 315 (K6 285e)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Organico: flauto solista, 2 oboi, 2 corni, archi
Composizione: Mannheim, gennaio 1778

Forse alternativa per il secondo movimento del Concerto per flauto K 314
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Mozart non ha lasciato alcuna indicazione sull'origine di questa breve composizione per flauto con accompagnamento di due violini, viola, violoncello, contrabbasso, due oboi e due corni. Probabilmente si tratta di un Andante scritto per uno dei Concerti per flauto, composti forse a Mannheim nella primavera del 1788. Evidentemente lo scopo del musicista era di valorizzare il ruolo del flauto, su cui è concentrato l'interesse di questo componimento, riproposto non a caso dai migliori solisti di questo strumento. Il flauto si espone all'inizio in un canto teneramente espressivo, sul pizzicato degli archi, e dopo alcune misure lo stesso flauto presenta un nuovo tema in sol minore, altrettanto indicativo per sottolineare il discorso cantabile del solista. L'orchestra non presenta variazioni di tono di notevole cambiamento ed è in funzione di ciò che vuole il flauto, il quale non manca di riaffermare le proprie caratteristiche tecniche e stilistiche in una cadenza liberamente concepita. Alla fine il flauto si congeda con un poetico addio, tanto ammirevole quanto piacevole e gradevole. Ascoltando questa pagina mozartiana, che è un nonnulla di fronte alla grandiosità e all'importanza della produzione di questo artista si può capire come il senso creativo fosse spontaneo e naturale nel compositore salisburghese. Al contrario di Haydn, Mozart non doveva rivolgere preghiere a Dio per avere idee musicali: generalmente egli le sviluppava prima mentalmente, con una concentrazione intensa e gioiosa allo stesso tempo, e poi le trasferiva sulla carta da musica, avendo già davanti agli occhi la struttura del brano. Per questa ragione, al di là dell'impegno, della fatica e dello sforzo creativo che pur esistono nelle opere maggiori del musicista, Mozart diventa l'eroe musicale della prima generazione romantica, più di Bach, di Haydn e forse dello stesso Beethoven.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

L'Andante per flauto e orchestra K. 315, è stato scritto a Mannheim, dove Mozart, sulla via di Parigi, era giunto nell'ottobre 1777. Il giovane maestro vi strinse rapidamente legami con tutti i principali strumentisti che facevano parte della celebratissima orchestra locale; fra questi il flautista Jean Bapriste Wendling procurò al giovane maestro la commissione di alcuni lavori da parte di un ricco ufficiale olandese, De Jean (nome altrimenti tramandato come Dejean, Deschamps o Dechamps) dilettante di flauto. Mozart non seppe assolvere fino in fondo la commissione, con le relative e spiacevoli conseguenze di carattere economico. A mo' di giustificazione egli rivelò al padre per lettera la propria antipatia nei confronti dello strumento a fiato. Ad ogni modo Mozart scrisse ex novo il Concerto K. 313 e trascrisse per flauto il suo vecchio Concerto per oboe K. 314. È verosimile che l'Andante K. 315, di dimensioni contenute e di carattere meno impegnativo, sia stato scritto, venendo incontro alle richieste di De Jean, per sostituire l'ambizioso movimento centrale del Concerto K. 313.

Arrigo Quattrocchi

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

Questo lavoro venne composto nel dicembre 1777, pochi mesi prima della partenza per Parigi.

Intento a scoprire i magici artifici strumentali della rinomata scuola di Mannheim, Mozart si lascia convincere a scrivere una serie di opere per il ricco mecenate olandese de Jean, flautista di un certo valore. Nacquero cosi nello stesso periodo i due Concerti per flauto K. 313 e 314, i tre quartetti per flauto e archi (K. 285 a, K. 285 b, K. 298) e questo «Andante in do maggiore».

Se non fosse che la dichiarazione di scarsa simpatia per questo strumento ce la tramanda Mozart in prima persona nell'epistolario (venne raccolta anche da Joseph Frank nei suoi «Ricordi»), stenteremmo a credergli, tanta è la varietà di soluzioni timbriche e la ricchezza inventiva che vi dispiega.

Della durata di appena 7 minuti questa pagina, assai celebre, segue un flusso melodico ininterrotto che rimbalza dallo strumento solista all'orchestra (dopo i cinque accordi in pizzicato dei «tutti»}. In nuce si può già cogliere l'idea tematica dell'«Andante» per flauto solo nel finale atto I del «Flauto magico». In forma ternaria, con la sezione centrale che modula in punta di piedi verso la tonalità di sol minore, questo «Adagio» non offre particolari difficoltà all'interprete, salvo l'omogeneità di intonazione (frequenti le note ribattute) e soprattutto la messa a fuoco di una suadente e raccolta «Empfindsamkeit».

Fiamma Nicolodi


(1) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 maggio 1986
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 25 gennaio 2001
(3) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 3 marzo 1978


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Ultimo aggiornamento 23 gennaio 2019