Apollo et Hyacinthus o la metamorfosi di Giacinto
Intermezzo in latino per il dramma scolastico Clementia Croesi (La clemenza di Creso), K 38
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Libretto: padre Rufinus Widl
Ruoli:
- Oebalus, re di Sparta (tenore)
- Melia, sua figlia (soprano)
- Hyacinthus, suo figlio (soprano)
- Apollo, suo ospite (contralto)
- Zephyrus, amico di Hyacinthus (contralto)
- due sacerdoti di Apollo (bassi)
- coro
Organico: 2 soprani, 2 contralti, tenore, 2 bassi, coro misto, 2 oboi, 2 corni,
archi
Composizione: Salisburgo, primavera 1767
Prima esecuzione: Salisburgo, Università dei Benedettini, 13 Maggio 1767
Struttura musicale
Scena prima
- Ouverture
- Intrada - Allegro (re maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Amice!
jam
parata sunt omnia - Recitativo (Hyacinthus, Zephyrus,
Oebalus)
- Numen o
Latonium! - coro - Andante alla
breve (re maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Heu
me!
periimus!
- Recitativo (Melia, Oebalus, Hyacinthus, Zephyrus)
- Saepe
terrent Numina - Aria (Hyacinthus) - Allegro
moderato
(si bemolle maggiore) - 2 oboi, archi
Ah
nate! vera
loqueris - Recitativo (Oebalus, Apollo, Hyacinthus, Melia,
Zephyrus)
- Jam
pastor Apollo custudio greges nixus
- Aria (Apollo) - Andantino (mi maggiore) - 2 corni, archi
Scena seconda
- Amare
nun quid filia - Recitativo (Oebalus,
Melia)
- Laetari
jocari fruique divinis honoribus stat
- Aria (Melia) - Allegro (re maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Rex!
de
salute filii est actum
- Recitativo (Zephyrus, Oebalus, Melia)
- En!
duos conspicis - Aria (Zephyrus) - Un poco
allegro (la
maggiore)
Heu!
Numen!
ecce! - Recitativo (Zephyrus, Melia,
Apollo)
- Discede
crudelis! - Duetto (Melia, Apollo) - Allegro (fa
maggiore). Moderato. Allegro - 2 oboi, 2 corni, archi
Scena terza
- Non
est. Quis ergo nate!
- Recitativo (Hyacinthus, Oebalus) - archi
- Ut
navis in aequore luxuriante per montes
- Aria (Oebalus) - Allegro agitato (mi bemolle maggiore) - 2 oboi, 2
corni, archi
Quocumque
me
converto
- Recitativo (Melia, Oebalus)
- Natus
cadit atque Deus me nolente - Duetto
(Melia,
Oebalus) - Andante (do maggiore) - 2 corni, archi
Rex!
ne redige
cogit
in Hyacinthum amor - Recitativo(Apollo)
Hyacinthe
surge!
- Recitativo (Apollo) - Andantino (sol maggiore) - 2 corni, archi
Quid
video? - Recitativo (Oebalus, Melia, Apollo)
- Tandem
post turbida fulmina - Trio (Melia, Apollo,
Oebalus) - Allegro (sol maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Primo lavoro scenico dell'undicenne Wolfgang,
questo intermedio latino gli venne commissionato
dall'università di Salisburgo per lo spettacolo
conclusivo dell'anno accademico 1766/67. Scritto dal
benedettino Rufinus Widl, locale professore di retorica, fu
rappresentato nelle sue tre parti (un prologus e due chori ) tra gli
atti della tragedia Clementia Croesi, dello stesso padre Widl.
Appartenente a un genere di teatro scolastico di lunga tradizione
barocca, il dramma venne interpretato da cantori della Cappella
arcivescovile nella sala del grande teatro universitario; dopo la
rappresentazione l' adulescentulus Mozart terminò
la serata con una prodigiosa esibizione al clavicembalo. Il dramma
mette in scena il mito derivato da Ovidio (Metamorfosi , libro X),
reinterpretandolo alla luce della drammaturgia settecentesca. I canoni,
le strutture e l'impianto narrativo del teatro barocco
determinano infatti i caratteri della vicenda, riconducendo ogni
inquietudine paganeggiante dell'antica materia narrativa
nell'alveo collaudato dei melodrammi e degli oratori
metastasiani. La traccia più evidente di questo
accomodamento è l'introduzione del personaggio
femminile di Melia, futura sposa di Apollo.
Zephyrus, per mettere fuori gioco Apollo, suo avversario
in amore per la mano di Melia, decide di uccidere Hyacinthus e di
incolpare del delitto il rivale. Questa versione dei fatti viene
però ben presto smentita da Hyacinthus stesso che, morente,
rivela l'identità del suo assassino. Zephyrus
verrà esiliato, Melia e Apollo potranno sposarsi e
Hyacinthus sarà trasformato nel fiore cui darà il
nome.
Il gruppo di adolescenti (tutti rigorosamente maschi)
che eseguì l'operina mozartiana venne chiamato ad
affrontare una partitura di 11 numeri musicali: un'aria per
ciascuno, due duetti, un terzetto e un coro, cui vanno aggiunti i
recitativi, alcuni dei quali accompagnati. Il giovane compositore vi
assume con estrema naturalezza i modelli stilistici frequentati nella
tappa londinese (1764-65) del suo recente viaggio di formazione
(soprattutto le opere di Johann Christian Bach); si notino in
particolare la freschezza espressiva dell'aria "Iam pastor
Apollo", l'originale orchestrazione del duetto "Natus cadit",
la drammaticità semplice ed efficace del recitativo che
accompagna la morte di Hyacinthus e la giocosa aria di Melia "Laetari,
iocari".
(1)
"Dizionario dell'Opera 2008", a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi
Dalai editore, Firenze
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Ultimo aggiornamento 22 maggio 2014