Il Capriccio in do maggiore K. 395 di Wolfgang Amadeus Mozart è un dono per l'onomastico della sorella. Così si iegge in una lettera da lui indirizzata a Nannerl: «... Ti ho scritto un preludio non come volevi tu, che permettesse d'interrompere a piacimento,...ma non avevo abbastanza tempo per una cosa del genere... » e ne fa un Capriccio. Di tale fretta compositiva resta il carattere improvvisativo, la mancata elaborazione di spunti tematici, la profusione di estroversioni pianistiche e una certa noncuranza nel giustapporre cadenze, frasi cantabili, scatti virtuosistici. Per due volte Mozart aggiunge la didascalia Capriccio sul rigo musicale.
Ruggero Laganà