Concertone in do maggiore per due violini e orchestra, K1 190 (K6 186E)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro spiritoso (do maggiore)
  2. Andantino grazioso (fa maggiore)
  3. Tempo di Minuetto. Vivace (do maggiore)
Organico: 2 violini solisti, 2 oboi, 2 corni, 2 trombe lunghe, archi
Composizione: Salisburgo, 3 maggio 1773 - 31 maggio 1774
Edizione: Cranz, Amburgo 1871
Guida all'ascolto (nota 1)

La data di nascita del Concertone per due violini e orchestra in do maggiore è cancellata sul manoscritto, ma si ha ragione di ritenere che esso sia stato composto il 3 maggio del 1773 a Salisburgo, al ritorno del compositore dal suo ultimo viaggio in Italia (marzo 1773). E una certa influenza italiana è presente in questo Concerto sia nel titolo inconsueto usato a volte nel nostro paese che nell'impianto formale con la divisione tra gruppo solistico e tutti, rispondente allo schema del concerto grosso di tipo barocco. Tale caratteristica strutturale si può cogliere sin nel primo movimento (Allegro spiritoso), di gusto brillante, ma non virtuosistico, con un dialogo elegante tra i due violini da soli oppure insieme agli oboi in un gioco di contrappunto con il resto della piccola orchestra. Dopo quattro misure introduttive viene esposto il primo tema al quale se ne aggiunge subito un altro non meno piacevole nell'invenzione armonica. C'è una risposta dei violini solisti al secondo tema e poi una ripresa del ritornello al posto dello sviluppo: i due violini espongono una frase in tono minore su accompagnamento dell'orchestra. Dopo la ripetizione delle quattro misure introduttive si giunge ad una cadenza dei violini solisti con l'oboe, in cui si saldano perfettamente spontaneità di effetti ed equilibrio di scrittura. Anche l'Andantino grazioso del secondo movimento contiene due temi strettamente legati fra di loro e indicati dall'orchestra e dai solisti. Il ritornello del secondo tema è seguito da uno sviluppo in tonalità minore da parte dei due violinisti. Non manca la cadenza che è la ripetizione per quattro volte della stessa figura musicale e ad essa segue una lunga coda dell'orchestra, che ripropone il secondo tema. In questo movimento i due violini solisti dialogano a risposte alternate e Mozart annota in partitura i termini "dolce" e "mezzo forte", come a sottolineare le sfumature espressive.

Il Tempo di menuetto, molto preciso e ben cadenzato nel ritmo, è affidato a tutta l'orchestra, mentre nel Trio si riascoltano le parti solistiche, secondo il modello compositivo italiano. Il Concertone si conclude in modo sostenuto e vivace, nel rispetto di un contrappunto strumentale di solido impianto sonoro.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 15 febbraio 1991


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Ultimo aggiornamento 26 novembre 2011